Lingua
La lingua è un organo molto mobile in quanto formato da una consistente massa muscolare rivestita alla superficie da una tonaca mucosa; insieme al solco sottolinguale forma il pavimento della cavità buccale propriamente detta. Svolge compiti essenziali nell'assunzione del cibo, nella masticazione, nella formazione del bolo alimentare e nella deglutizione. La lingua è inoltre la sede principale della sensibilità gustativa ed è provvista di squisita sensibilità tattile. Partecipa alla fonazione, particolarmente all'emissione del linguaggio articolato.
Guaina mielinica
La guaina mielinica è costituita dall’avvolgimento concentrico del plasmalemma di ciascuna cellula di Schwann (nel sistema nervoso periferico) o della cellula di oligodendroglia (nel sistema nervoso centrale) intorno all’assone di un neurone. Da ciò si può concludere che la guaina di Schwann o la guaina di oligodendroglia e la guaina mielinica devono essere considerate come una struttura unica. La guaina mielinica ha diverse funzioni: Agisce come materiale di isolamento, impedendo la diffusione dell’eccitamento agli assoni adiacenti. Aumenta la velocità di conduzione dell’impulso. Secondo la teoria della conduzione saltatoria, nelle fibre mielinizzate vi è trasmissione discontinua dell’impulso nervoso da nodo a nodo con conseguente aumento di velocità in quanto non è…
Linfonodi sottomandibolari
I linfonodi sottomandibolari rientrano tra i linfonodi della testa e del collo. Sono linfonodi profondi che, in numero da 5 a 8, risiedono nella loggia sottomandibolare in rapporto con la ghiandola salivare omonima; alcuni sono in rapporto con la vena faciale anteriore. Ricevono collettori linfatici dalle palpebre, dal naso, dalla guancia, dalle gengive e dai denti, dalla parte anteriore della lingua. I collettori efferenti si portano ai linfonodi cervicali profondi. Articolo creato il 6 novembre 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Vena toracoepigastrica
La vena toracoepigastrica decorre sulla parete antero-laterale del tronco continuando in alto con la vena toracica laterale, affluente della vena ascellare; termina inferiormente sboccando nella vena femorale. Articolo creato l’8 settembre 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Linfonodi cervicali profondi
I linfonodi cervicali profondi rientrano tra i linfonodi della testa e del collo. Assai numerosi, da 15 a 30, formano una catena estesa lungo la vena giugulare interna, dall'apice del processo mastoideo e sotto il muscolo sternocleidomastoideo fino alla regione sopraclavicolare. Sono distinti in due gruppi: superiori(o sottosternomastoidei) e inferiori(o sopraclavicolari).
Apparato motore dell’occhio (o bulbo oculare)
Dell’apparato motore dell’occhio (o bulbo oculare) fanno parte 6 muscoli estrinseci, a fibre striate, accolti nella cavità orbitaria (od orbita): i loro tendini attraversano la fascia del bulbo (o capsula di Tenone) e prendono inserzione sulla sclera. I muscoli estrinseci sono rappresentati dai quattro muscoli retti (superiore, inferiore, mediale e laterale) e dai due muscoli obliqui (superiore e inferiore); ad essi va aggiunto il muscolo elevatore della palpebra superiore, il quale termina, invece, inserendosi sul tarso della palpebra superiore.
Head down position
L’head down position riguarda soggetti intrappolati a testa in giù, anche in assenza di qualsiasi lesività interna. Si tratta di una modalità di decesso molto rara, documentata nella specifica letteratura medico legale che trova particolare riscontro negli speleologi o scalatori, allorché intrappolati in caverne a testa in giù. Hanno tempi di sopravvivenza piuttosto ridotta per il concomitante manifestarsi dei seguenti fenomeni parafisiologici: Progressiva ed irreversibile congestione cerebrale stante l’assenza di valvole venose a livello del collo, con conseguente ridotto ritorno venoso cardiaco e deficit della gittata cardiaca. Insufficienza respiratoria per ridotto excursus del mantice respiratorio toracico e concomitante esaustione su base posizionale della funzione respiratoria diaframmatica. Calo della pressione sistolica.…
Arterie perforanti
Le arterie perforanti, che sono generalmente in numero di tre, attraversano i tendini d’inserzione dei muscoli adduttori fino alla linea aspra del femore per raggiungere la parte posteriore della coscia dove ogni arteria perforante si divide in un ramo ascendente e in uno discendente che si anastomizzano fra di loro. Si costituisce così un sistema anastomotico collegato, in alto, con rami delle arterie glutea inferiore e circonflessa mediale del femore e in basso con un ramo ascendente dell’arteria poplitea; questo sistema rappresenta, nell’arto inferiore, un’importante via collaterale di comunicazione fra l’arteria iliaca interna e l’arteria femorale; questo circolo collaterale può parzialmente supplire nell’irrorazione dell’arto inferiore qualora l’arteria femorale si obliteri.…
Effetti tossici dei farmaci
Gli effetti tossici dei farmaci possono essere classificati in farmacologici, patologici e genotossici (cioè determinano alterazioni del DNA), e la loro incidenza e gravità sono correlate, almeno oltre un certo limite, alle concentrazioni raggiunte dalle sostanze tossiche nell’organismo. Un esempio di tossicità farmacologica è rappresentato dall’eccessiva depressione del sistema nervoso centrale (SNC) provocata dai barbiturici. Un esempio di effetto patologico è il danno epatico prodotto dal paracetamolo: il suo metabolita è una specie altamente reattiva che si lega al glutatione; quando il contenuto cellulare di glutatione è depletato, il metabolita si lega alle macromolecole biologiche determinando morte delle cellule epatiche. Un esempio di effetto genotossico è l’induzione di formazioni neoplastiche…
Arteria circonflessa posteriore dell’omero
L’arteria circonflessa posteriore dell’omero è un ramo collaterale dell’arteria ascellare che nasce dalla terza porzione dell’arteria ascellare e, con il nervo ascellare, attraversa l’interstizio delimitato in alto dal muscolo sottoscapolare e dalla capsula dell’articolazione scapoloomerale, in basso dal muscolo grande rotondo, medialmente dal capo lungo del muscolo tricipite, lateralmente dal collo chirurgico dell’omero. Termina, dopo aver fornito rami all’articolazione e ai muscoli circostanti, con un ramo discendente che si anastomizza con l’arteria profonda del braccio e con l’arteria circonflessa anteriore dell’omero. Articolo creato il 9 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.