Cellule del tessuto osseo
Nelle ossa in accrescimento si distinguono quattro tipi cellulari: Cellule osteoprogenitrici (o preosteoblasti). Osteoblasti. Osteociti. Osteoclasti. Normalmente, nella formazione dell’osso, le cellule mesenchimali si differenziano in cellule osteoprogenitrici che proliferano attivamente e si trasformano in osteoblasti; questi ultimi, dopo aver deposto la sostanza ossea, si trasformano in osteociti. Gli osteoclasti appartengono ad una linea cellulare diversa da quella degli osteoblasti ed osteociti in quanto discendono dalla cellula staminale emopoietica. Nel periostio e nell’endostio, al termine dei processi osteoformativi, lo strato epitelioide di osteoblasti attivi si trasforma in uno strato di cellule osteoprogenitrici, quiescenti. Questo cambiamento morfologico e funzionale reversibile è definito modulazione in contrapposizione alla differenziazione che comporta una trasformazione…
Cartilagini cuneiformi (di Morgagni)
Le cartilagini cuneiformi (di Morgagni), che a volte mancano, sono due piccoli bastoncelli contenuti in ognuna delle pieghe ariepiglottiche, parallelamente al margine anteriore delle cartilagini aritenoidi. La loro estremità anteriore determina un rilievo delle pieghe ariepiglottiche che prende il nome di tubercolo cuneiforme. Vengono considerate come frammenti distaccati della cartilagine epiglottide. Sono formate da cartilagine elastica. Articolo creato il 10 gennaio 2012. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Plasma
Il plasma è la sostanza liquida intercellulare, che costituisce il 55% circa della massa sanguigna; ha un peso specifico di 1027-1030 e pH leggermente alcalino (7,2-7,3). L’acqua è il principale componente del plasma (90-92%) nel quale si trovano disciolte sostanze diverse: Proteine (albumina, globuline, fibrinogeno) dal 7 al 9%. Costituenti inorganici (sodio, calcio, potassio, magnesio, fosforo, ferro, rame, ecc.) per circa lo 0,9%. Sostanze azotate non proteiche, grassi neutri, fosfolipidi, colesterolo, glucosio, anticorpi, ormoni, enzimi. Articolo creato il 5 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Muscolo peroniero breve
Il muscolo peroniero breve è il più profondo e il più cortodei due muscoli laterali della gamba. È innervato dal nervo peroniero superficiale (L5-S1). Contraendosi, abduce e ruota all’esterno il piede. Origina dal 3° medio della faccia laterale della fibula nonché dai circostanti setti intermuscolari.I fasci decorrono verticali in basso, continuando in un tendine che passa dietro al malleolo laterale, lo circonda in basso e in avanti e va a fissarsi alla parte dorsale della base del 5° osso metatarsale. È ricoperto dal muscolo peroniero lungo e medialmente è in rapporto con la fibula. Articolo creato il 20 aprile 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Muscolo flessore superficiale delle dita della mano
Il muscolo flessore superficiale delle dita della mano è l’unico muscolo anteriore del secondo strato dell’avambraccio. È innervato dal nervo mediano (C7-T1).
Adenoipofisi
L’adenoipofisi rappresenta il lobo anteriore dell’ipofisi. In essa si riconoscono una parte distale, una parte tuberale ed una parte intermedia; ognuna delle parti è caratterizzata da cellule che producono un determinato tipo ormonale.
Vasi e nervi dei bronchi
Le arterie dei bronchi derivano dalle arterie bronchiali, rami dell’aorta. Le vene dei bronchi si versano nelle vene bronchiali. I linfatici dei bronchi, molto numerosi, fanno capo ai linfonodi cervicali profondi, tracheali e bronchiali. I nervi dei bronchi provengono dai plessi polmonari anteriore e posteriore (vago e ortosimpatico). Articolo creato il 12 gennaio 2012. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Lavanda gastrica
La lavanda gastrica si realizza mediante l’introduzione di una sonda nello stomaco lavando la cavità gastrica con acqua o soluzione fisiologica normale pura o diluita al 50%, per rimuovere il veleno assorbito. L'operazione dovrebbe essere eseguita con la massima tempestività, ma solo se le funzioni vitali del paziente non sono compromesse. Le controindicazioni a questa procedura generalmente sono le stesse che per gli emetici; in più esiste la potenziale complicazione di provocare una ferita meccanica alla gola, all'esofago e allo stomaco.
Metodo di von Kossa
Il metodo di von Kossa è utilizzato per la dimostrazione dei sali di calcio e si basa sulla fissazione da parte dei sali di calcio dell’argento metallico ottenuto per riduzione dal nitrato mediante esposizione alla luce solare o ultravioletta. Il metodo di von Kossa trova, pertanto, utile applicazione nello studio dell’osso non decalcificato. Metodo di von Kossa (fonte: UNC – School of medicine) Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Struttura del fegato
La struttura del fegato è complessa. Al di sotto del rivestimento peritoneale, costituito da mesotelio e da uno strato sottomesoteliale fortemente aderente alla superficie epatica, il fegato è ricoperto da un denso strato di tessuto connettivo collagene con rare fibre elastiche. Questo strato di tessuto connettivo in cui decorrono vasi sanguiferi, linfatici e nervi costituisce una vera e propria capsula fibrosa strettamente legata al parenchima sottostante nel quale si addentra con brevi e robusti setti. In corrispondenza dell’ilo del fegato la capsula fibrosa si ispessisce e penetra all’interno dell’organo, accompagnando le ramificazioni dei vasi, dei condotti biliari e dei nervi e contribuendo a delimitare aree più piccole e circoscritte di…