• Medicina legale

    Danno biologico, patrimoniale, morale

    La parola danno deriva dal latino “demere” che significa “togliere”, quindi privare un individuo di un bene che gli appartiene. I determinanti del danno fondamentali per la sua produzione sono: la causa lesiva, la le­sione e la menomazione. La causa lesiva è un fatto esterno che costituisce il primum movens del danno (ad esempio, la garza dimenticata in addome e il trauma contusivo al femore sono cause lesive). La lesione (o lesione iniziale) è l’alte­razione dello stato fisico e psichico che consegue alla causa lesiva: negli esempi anzi­detti, la lesione consiste nell’infiammazione del peritoneo e nella frattura del femore. Talora il rapporto causale tra fatto esterno e lesione è di…

  • Anatomia,  Sistema nervoso,  Sistema nervoso periferico

    Nervo glossofaringeo

    Il 9° paio dei nervi encefalici è il nervo glossofaringeo, un nervo misto nel quale sono rappresentati tutti e 4 i tipi di fibre. L’esiguo contingente di fibre motrici somatiche ha origine reale dalla parte rostrale del nucleo ambiguo del midollo allungato e si distribuisce al muscolo costrittore superiore della faringe e al muscolo stilofaringeo; le fibre effettrici viscerali nascono nel bulbo dal nucleo salivatorio inferiore e recano stimoli secretori per la ghiandola parotide e per le ghiandole salivari minori; le fibre sensitive somatiche, prolungamenti di neuroni del ganglio superiore, raccolgono alla periferia stimoli sensitivi della mucosa della cassa del timpano, della tuba uditiva e di un ristretto territorio del…

  • Senza categoria

    Terminologia anatomica

    Quando si descrive un organo o una parte del corpo è importante tenere a mente dei termini che possano descrivere al meglio ciò che si sta valutando, cercando di creare meno confusione possibile. Genericamente possiamo considerare i termini di posizione e i termini di movimento. Entrambi i termini si riferiscono al soggetto in stazione eretta, con gli arti superiori posti ai lati del tronco e le palme delle mani rivolte all’osservatore. Termini di posizione Sono definiti tali quei termini che caratterizzano la situazione di una qualsiasi parte del corpo; con parole più semplici s’intende stabilire se una parte del corpo si trova avanti, dietro, sopra, sotto, ecc. rispetto ad un’altra…

  • Biologia

    Proteine G monomeriche

    Le proteine G monomeriche Sono proteine che, al pari delle proteine G trimeriche, legano numerosi nucleosidi guaninici e possiedono un’attività intrinseca GTPasica. La loro attività è regolata da sistemi recettoriali indipendenti da quelli coinvolti nell’attività delle proteine G eterotrimeriche. Sono proteine G monomeriche: Ras: fosforila le proteine citoplasmatiche che regolano la proliferazione e la differenziazione cellulare. È costituita da una subunità legata al GDP; questo viene sostituito dal GTP da una proteina che cede il gruppo guanilico (GNRp); ciò attiva ras che fosforila le proteine intracellulari. Per lo spegnimento del segnale, anziché le fosfodiesterasi, avviene una defosforilazione grazie alla proteina GAP (GTPase Activating Proteins). Rap1: inibisce Ras ma attiva le…

  • Anatomia,  Apparato cardiovascolare

    Arteria surrenale media

    L’arteria surrenale media è un ramo collaterale viscerale dell’aorta addominale. È un’arteria pari che origina dalle facce late­rali dell’aorta addominale e si dirige lateralmente e in alto, incrociando il pilastro me­diale del diaframma, per raggiungere la superfi­cie del surrene, dove si anastomizza con le dira­mazioni dell’arteria surrenale superiore (ramo dell’arteria frenica inferiore) e dell’arteria sur­renale inferiore (ramo dell’arteria renale). Articolo creato il 9 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Farmacologia e tossicologia clinica

    Recettore del TNF-alfa

    Esistono due tipi di recettore del TNF-α (fattore di necrosi tumorale-alfa). Il recettore del TNF-α tipo 1 è definito anche recettore di apoptosi in quanto nella parte intracellulare possiede il “dominio di morte” che può reclutare un complesso proteico in grado di attivare enzimi coinvolti nell’apoptosi (la caspasi 8). Il recettore del TNF-α tipo 2 è implicato nell’attivazione di un effettore, il fattore nucleare-kB (NF-kB) che ha il compito di attivare la trascrizione di geni che codificano per proteine proinfiammatorie. In ultima analisi, quindi, l’attivazione del recettore di tipo 2 ha funzione proinfiammatoria. Quando TNF-α si lega al suo recettore, affinché lo attivi è necessaria la partecipazione di una proteina…

  • Anatomia,  Apparato cardiovascolare

    Anastomosi arterovenose

    Le anastomosi arterovenose sono comunicazioni fra arterie e vene che si realizzano a livello precapillare. Si presentano sotto due aspetti fondamentali: Come comunicazioni dirette di una arteria con una vena (anastomosi arterovenose di 1° tipo). Nelle anastomosi arterovenose di 1° tipo (più semplici) esistono, in corrispondenza dello sbocco dell’arteria o dell’imbocco della vena, minuscole formazioni sfinteriche o cuscinetti intimali di muscolatura liscia ai quali è affidato il compito di chiusura dell’anastomosi. Come comunicazioni tra una arteria e una vena mediate da un condotto intermedio a struttura speciale (anastomosi arterovenose di 2° tipo). Queste ultime, dette anche anastomosi arterovenose vere, possono presentare morfologia diversa. Il segmento intermedio può avere infatti andamento…

  • Anatomia,  Apparato urinario

    Rapporti della vescica urinaria

    Per quanto riguarda i rapporti della vescica urinaria, si distinguono quelli della base, del corpo e dell’apice. Nel maschio, anteriormente, la base della ve­scica urinaria poggia sulla faccia superiore della prostata alla quale aderisce intimamente. Subito al di dietro contrae rapporti con le vescichette semi­nali e con le ampolle dei canali deferenti che si trovano medialmente a queste e sono dirette in basso, in avanti e all’interno. Fra le due ampol­le rimane uno spazio triangolare ad apice infe­riore (trigono interseminale) in corrispondenza del quale la base della vescica è separata dall’ampolla rettale per la sola interposizione di una lamina fibrosa, la fascia rettovescicale. Il tratto inferiore dell’uretere, dopo avere incro­ciato…

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Muscoli del rachide

    I muscoli del rachide si distinguono in intrinseci ed estrinseci. I muscoli intrinseci del rachide, cioè che hanno origine e terminazione sulla colonna vertebrale, sono considerati muscoli propri del rachide. Per la maggior parte, questi muscoli sono situati dorsalmente alla colonna, immediatamente a ridosso dello scheletro e vengono denominati muscoli delle docce vertebrali (o muscoli spinodorsali o muscoli erettori della colonna vertebrale). Essi costituiscono lo strato profondo dei muscoli del dorso e sono ricoperti, dalla profondità verso la superficie, da due altri strati muscolari, i muscoli spinocostali e i muscoli spinoappendicolari.

  • Senza categoria

    Cellule dell’organismo

    Nell’organismo sono presenti circa 200 tipi di cellule, ognuno specializzato in particolari funzioni e quindi con particolari caratteristiche strutturali. Articolo creato il 29 luglio 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.