Struttura della prostata
La prostata è formata da un complesso di circa 30-50 ghiandole tubuloalveolari (otricolari) ramificate, che si aprono mediante 15-30 dotti escretori nell'uretra prostatica, prevalentemente in corrispondenza della parete posteriore, ai lati del collicolo seminale (seno prostatico).
Follicoli oofori evolutivi
I follicoli oofori evolutivi sono degli organuli ovarici costituiti da una cellula germinale in stadi diversi di maturazione, da cellule follicolari costituenti la parete dell’organulo e, a partire dallo stadio di follicolo secondario, da cellule tecali, derivate dalle cellule dello stroma che circondano il follicolo. I follicoli oofori evolutivi attraversano in successione i seguenti stadi: Follicoli primordiali. Follicoli primari. Follicoli secondari. Follicoli cavitari. Follicoli maturi (o vescicolosi) di Graaf. Tutte le modificazioni morfogenetiche che caratterizzano lo sviluppo dal follicolo primario al follicolo maturo sono determinate dall’ormone follicolo-stimolante (FSH). L’attività endocrina delle cellule della teca interna, lo scoppio del follicolo e la successiva trasformazione delle sue pareti in corpo luteo sono…
Follicoli primari
I follicoli primari rappresentano il secondo stadio dei follicoli oofori evolutivi e hanno volume poco più grande dei follicoli primordiali (primo stadio). L’oocita stesso ha un diametro maggiore e le cellule follicolari si presentano sempre in un solo strato, con forma cubica. Una lamina basale separa le cellule follicolari dallo stroma circostante. Rispetto ai follicoli primordiali, le cellule follicolari presentano citoplasma più ricco di organelli. Articolo creato il 13 luglio 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Tronco costocervicale
Il tronco costocervicale nasce dalla seconda porzione dell’arteria succlavia e si dirige in alto e in dietro formando un arco sopra alla cupola pleurica; arriva così fino al collo della 1a costa dove si divide nelle arterie intercostale suprema e cervicale profonda. Articolo creato il 9 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Fattori che influenzano la biodisponibilità
I fattori che influenzano la biodisponibilità sono: Via di somministrazione È il fattore più importante. Per via orale il farmaco viene assorbito con il sistema portale (tranne piccoli assorbimenti nelle somministrazioni per via sublinguale o rettale nel caso di utilizzo di quest’ultima via) e a livello del fegato si può avere che la biodisponibilità del farmaco può essere diminuita per processi di metabolizzazione (metabolismo presistemico o di primo passaggio) che il farmaco subisce prima di arrivare in circolo, come anche vi possono essere dei processi di metabolizzazione da parte della parete del tubo gastroenterico, nonché di secrezione attiva nel lume, o vi possono essere dei problemi di mancato assorbimento del…
Struttura del timo
Il timo, a differenza degli altri organi linfoidi, è un organo linfoepiteliale in quanto contiene, oltre ai linfociti, anche una componente epiteliale. In sezione il timo risulta formato da numerosi lobuli in ciascuno dei quali di distinguono una zona corticale (o corteccia) nella quale predominano i linfociti, e una zona midollare nella quale predominano le cellule epiteliali. In realtà ognuno dei due lobi è costituito da un cordone centrale di sostanza midollare che, ripiegato su se stesso, dà luogo a tozze propaggini che corrispondono alla sostanza midollare dei singoli lobuli, intorno alle quali si dispone un mantello di sostanza corticale. Nell’insieme, i lobi sono avvolti da una capsula connettivale fibrosa…
Astroglia
L’astroglia è costituita dagli astrociti, gli elementi più numerosi di nevroglia, disseminati tra le cellule nervose ed i loro prolungamenti nel sistema nervoso centrale. Come le cellule dell’ependima e gli oligodendrociti, gli astrociti derivano dall’ectoderma del tubo neurale. Si distinguono due varietà di astrociti: astrociti fibrosi e astrociti protoplasmatici. Gli astrociti fibrosi predominano nella sostanza bianca del nevrasse; hanno un piccolo corpo cellulare e sono provvisti di numerosi prolungamenti filiformi a superficie liscia. La caratteristica principale di queste cellule è la presenza nel corpo cellulare e nei prolungamenti di spesse strutture fibrillari, le gliofibrille, che risultano costituite dall’aggregazione di gliofilamenti più sottili. I gliofilamenti sono una classe di filamenti intermedi,…
Muscolo tiroioideo
Il muscolo tiroioideo è innervato dai rami anteriori dei primi tre nervi cervicali attraverso l’ansa dell’ipoglosso. Con la sua azione abbassa l’osso ioide e innalza la laringe. Fa seguito al muscolo sternotiroideo e ricopre la cartilagine tiroidea e la membrana tiroioidea; è situato profondamente ai muscoli sternoioideo ed omoioideo. Origina dalla linea obliqua della cartilagine tiroidea e si inserisce al margine inferiore del corpo e al grande corno dell’osso ioide. Articolo creato il 25 febbraio 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Vasi e nervi della pleura
Le arterie della pleura viscerale nascono da rami delle arterie bronchiali. Le arterie della pleura parietale derivano da rami delle arterie intercostali (pleura costale), delle freniche superiori e inferiori (pleura diaframmatica), delle mediastiniche (pleura mediastinica). Le vene della pleura corrispondono alle arterie e si versano, per la maggior parte, nel sistema delle azigos. I linfatici della pleura viscerale formano una rete nello strato sottosieroso, in connessione con i linfatici che accompagnano le vene polmonari e fanno capo ai linfonodi bronchiali.
Recettori purinergici P1 dell’adenosina
I recettori purinergici P1 dell’adenosina sono recettori di membrana accoppiati a proteine G, di cui si distinguono 4 sottotipi: A1, A2A, A2B e A3. I recettori A1 sono accoppiati a proteine Gi/o, quindi determinano riduzione dell’attività dell’adenilato-ciclasi, attivazione della fosfolipasi C. I recettori A2A sono accoppiati a proteine Gs, quindi determinano aumento dell’attività dell’adenilato-ciclasi, ma anche delle MAP-chinasi. I recettori A2B sono accoppiati a proteine Gs e Gq/11, quindi determinano aumento dell’attività dell’adenilato-ciclasi, della fosfolipasi C e delle MAP-chinasi. I recettori A3 sono accoppiati a proteine Gi e Gq/11, quindi determinano riduzione dell’attività dell’adenilato-ciclasi, attivazione della fosfolipasi C e delle MAP-chinasi. Articolo creato il 30 ottobre 2010. Ultimo aggiornamento: vedi…