• Anatomia,  Apparato locomotore

    Muscolo ileopsoas

    Il muscolo ileopsoas è uno dei due muscoli interni dell’anca; è innervato da rami del plesso lombare e dal nervo femorale (L1-L4); contraendosi, flette la coscia sul baci­no, adducendola e ruotandola esternamente. Se prende punto fisso sul femore, flette il tronco e lo inclina dal proprio lato. Si trova nella regione lomboiliaca e nella regione anteriore della co­scia. È formato da due distinte porzioni, il mu­scolo grande psoas e il muscolo iliacoche si uni­scono per inserirsi nel femore. Il muscolo grande psoas è fusiforme e origi­na, mediante una serie di arcate fibrose, dalle facce laterali dei corpi dell’ultima vertebra tora­cica e delle prime quattro vertebre lombari, dai dischi intervertebrali interposti…

  • Farmacologia e tossicologia clinica

    Trasportatore cloro-bicarbonato

    Il trasportatore cloro-bicarbonato si trova a livello della banda 3 degli eritrociti. È un antiporto il cui verso cambia a seconda della sede e quindi delle concentrazioni intra- ed extracellulari dei due ioni. Nei capillari sistemici, dove è alta la pCO2, l’anidride carbonica reagisce con l’acqua, in una reazione catalizzata dall’anidrasi carbonica, formando acido carbonico (H2CO3). Questo composto si dissocia perdendo un protone e trasformandosi in ione bicarbonato (HCO3–) che è trasportato all’esterno dell’eritrocita in cambio di 1 Cl– che entra. Nei capillari polmonari, dove la pCO2 è bassa, HCO3– entra nell’eritrocita in scambio con Cl– che, in questo caso, esce. HCO3– acquisisce un protone ritrasformandosi in acido carbonico che…

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Addome

    L’addome è la parte del tronco che si trova tra il torace e la pelvi. Manca di un dispositivo scheletrico in corrispondenza delle sue parti anteriore e laterali dove si trovano muscoli e fasce; dorsalmente, invece, lo scheletro è dato dal tratto lombare del rachide. Le pareti dell’addome delimitano la cavità addominale che è superiormente chiusa dal diaframma; inferiormente la cavità prosegue nella cavità pelvica e il limite tra queste due parti è rappresentato da un piano passante per lo stretto superiore della pelvi; la grande pelvi, perciò, entra a far parte della cavità addominale. Articolo creato il 26 febbraio 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Articolazioni del torace

    Le articolazioni del torace sono distinte in un gruppo posteriore, le articolazioni costo-vertebrali, e in un gruppo anteriore che comprende le articolazioni sterno-costali, le articolazioni intercondrali e le articolazioni sternali. Articolo creato il 25 febbraio 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Falangi del piede

    Le falangi del piede sono piccole ossa lunghe, omologhe, per nu­mero e forma, a quelle corrispondenti della ma­no, ma assai meno sviluppate. Vanno decre­scendo di volume dal 1° al 5° dito e di lunghez­za dal 2° al 5°. Ciascun dito, pertanto, eccetto il 1° (alluce) dotato di due sole falangi, possiede tre falangi, designate come prossimale, media e distale o 1a, 2a e 3a. Articolo creato il 30 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Superficie interna dell’intestino tenue

    Aperto longitudinalmente l'intestino tenue, si osserva innanzitutto l'esistenza di rilievi della sua superficie interna che hanno forma di pie­ghe sottili disposte trasversalmente al suo asse maggiore. Sono le pieghe circolari (ovalvole conniventi) (di Kerkring), sporgenze permanenti della mucosa, raramente estese in forma di anello completo per tutta la circonferenza del­l'intestino, più spesso limitate solo a un tratto di questa, distanti l'una dall'altra 6-8 mm e di pari altezza. Più frequenti e mag­giormente sviluppate nel terzo prossimale del digiuno si fanno via via più rade e meno pro­nunciate fino a scomparire del tutto nell'ultima porzione dell'ileo.

  • Medicina legale

    Fauna cadaverica

    Per i cadaveri che rimangono in ambiente aperto la fauna assume una grande importanza nella degradazione cadaverica, ed in particolare nella scheletrizzazione. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è molto più importante l'azione degli insetti rispetto a quella della macrofauna: secondo un noto aforisma, una mosca divora un cavallo più velocemente di un leone. Infatti la macrofauna ha un’azione, specie nelle zone più civilizzate e urbanizza­te, di tipo sporadico: solo in presenza di veri e propri branchi di predatori si ha una rapida distruzione di tutti i tessuti molli; inoltre solo pochi animali di media e gran­de taglia si nutrono di cadaveri che siano giunti ad avanzate fasi putrefattive.

  • Anatomia,  Sistema nervoso,  Sistema nervoso periferico

    Rami anteriori dei nervi spinali

    I rami anteriori dei nervi spinali provvedono all’innervazione motoria e sensitiva della regione anterolaterale del collo e del tronco e inoltre degli arti superiori e inferiori. Hanno dimensioni maggiori dei corrispondenti rami posteriori, eccezion fatta per i primi due rami anteriori cervicali. Caratteristica dei rami anteriori è di intrecciarsi fra loro, scambiandosi reciprocamente fibre, costituendo in tal modo i plessi. Fanno eccezione i rami anteriori dei nervi toracici che decorrono isolatamente nei rispettivi spazi intercostali con il nome di nervi intercostali. Si distinguono, in direzione craniocaudale: il plesso cervicale, il plesso brachiale, il plesso lombare, il plesso sacrale, il plesso pudendo e il plesso coccigeo.

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Muscolo trasverso del torace

    Insieme ai muscoli elevatori delle coste, ai muscoli intercostali e ai muscoli sottocostali, costituiscono i muscoli intrinseci del torace. Il muscolo trasverso del torace è situato sulla faccia interna della parete toracica anteriore. È innervato dal 2° al 9° nervo intercostale e, contraendosi, abbassa le cartilagini costali; pertanto, è un muscolo espiratorio. Origina dalla faccia posteriore del corpo e dal processo xifoideo dello sterno e si porta, con fasci divergenti, in alto e lateralmente, per inserirsi con 4 o 5 digitazioni alla faccia interna e al margine inferiore delle cartilagini costali dalla 2a o 3a alla 6a.