Medicina legale
Eutanasia
L’eutanasia (letteralmente “buona morte”) consiste nel provocare la morte di una persona per motivi di pietà, con lo scopo di evitare che continui a soffrire. Ciò che anima il soggetto è quindi uno spirito positivo, solidaristico, rivolto nei confronti di persone che non possono guarire e che vivono con sofferenza quel poco di vita che loro resta. Si distinguono due tipi di comportamento, attivo e passivo, che a loro volta si trasfondono in altrettanti modelli di eutanasia: L’eutanasia attiva, che consiste nell’attuare od omettere interventi terapeutici per determinare la morte del paziente per motivi di pietà, è respinta dal codice deontologico (Articolo 17: “Il medico, anche su richiesta del malato,…
Circonvenzione di persona incapace
Il codice penale prevede, all’articolo 643, che chiunque, per procurare a sé e ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o dell’inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d'infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 206,58 a 2056,83 euro.
Lesioni degli occupanti l’autovettura
Le lesioni degli occupanti l’autovettura sono certamente condizionate dall’impiego e dal tipo di mezzi di ritenzione utilizzati (cinture di sicurezza ed air-bag). Non è sempre facile riconoscere il meccanismo lesivo, spesso legato a più circostanze, tra le quali si inseriscono l’uso, il malfunzionamento ed il malposizionamento delle cinture di sicurezza, il loro scorretto utilizzo e l’inadeguato assetto posturale del guidatore/passeggero. Il vero limite di questi sistemi è dato non tanto da un malposizionamento o da errori di costruzione, quanto dalla geometria del sistema stesso: infatti i sistemi di contenzione attuali, con particolare riguardo per la cintura di sicurezza a tre punti, se riducono le lesioni potenzialmente mortali, possono essere autonomamente…
Scheda di morte
Per la denuncia della causa di morte è stata elaborata dal Ministero della Salute d’intesa con l’Istituto nazionale di statistica apposita scheda di morte da redigere in duplice copia (una per l’ISTAT, una per l’ASL). Sono state elaborate quattro tipologie di scheda di morte; si tratta delle seguenti: Scheda di morte nel 1° anno di vita per femmina. Scheda di morte nel 1° anno di vita per maschio. Scheda di morte oltre il 1° anno di vita per femmina. Scheda di morte oltre il 1° anno di vita per maschio. Le voci previste nella scheda, sostanzialmente omogenee nelle quattro tipologie, sono la pratica applicazione delle previsioni normative. Si tratta di…
Modalità d’indagine del sopralluogo medico-legale
Le indagini di sopralluogo medico-legale dovranno limitarsi a un’accurata descrizione; quando vi è il rischio di modificazioni le indagini dovranno arrestarsi e dovrà essere avvertito sempre il Pubblico Ministero, a meno che non vi sia la certezza o il rischio imminente di alterazioni dei reperti che imponga una loro immediata acquisizione (ad esempio, prelievo di tracce ematiche situate in un luogo aperto e non riparabili in caso di pioggia imminente, ovvero il rilievo della temperatura ambientale e rettale di un cadavere, che deve essere il più precoce possibile) al fine di acquisire dati importantissimi senza correre il rischio di nullità.
Autolisi e autodigestione
L’autolisi e l’autodigestione rientrano tra i fenomeni cadaverici trasformativi distruttivi. L’autolisi consiste, a seguito della morte del soggetto, nella degenerazione della cellula fino alla distruzione. Questo fenomeno, che in condizioni di assenza di fattori esterni (ad esempio microbi) porterebbe comunque alla distruzione del cadavere, non si rileva essendo inglobato e nascosto nei processi cadaverici trasformativi. L’autodigestione è dovuta a frammenti enzimatici proteolitici e lipolitici contenuti nei succhi gastrici e pancreatici (l’azione interessa prima gli organi in cui sono contenuti, poi gli altri). Articolo creato il 7 gennaio 2014. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Accertamento medico-legale di infanticidio
Per confermare che si tratti d’infanticidio, il medico legale è chiamato ad effettuare degli accertamenti che riguardano: lo sviluppo del feto, i segni della vita autonoma, la durata della vita autonoma la causa del decesso e, infine, l’accertamento della capacità d’intendere e volere della madre. Sviluppo del feto Al fine di escludere, che quello che è inteso come infanticidio sia sostenuto dall’espulsione di un semplice prodotto abortivo, con esclusione dunque di manovre criminose eseguite durante o dopo il parto, è essenziale accertare il grado di sviluppo fetale. Si deve cioè affermare che il feto sarebbe stato in grado di iniziare una sua vita autonoma (ad esempio, un neonato anencefalo morirebbe…
Rifiuto delle cure
Atteso che secondo l’articolo 32 della Costituzione nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, il rifiuto delle cure è da considerarsi legittimo e nessun trattamento può essere imposto, al di fuori di un obbligo di legge, seppure esso sia semplice ed indispensabile per salvare la vita del paziente. Deve trattarsi ovviamente di persona maggiorenne e capace, poiché il rifiuto alle cure posto dal legale rappresentante del minore o dal maggiorenne incapace viene superato rivolgendosi al giudice tutelare, che toglie anche solo temporaneamente la potestà o la tutela a costui oppure, nei casi d’urgenza, con l’assunzione di responsabilità diretta al trattamento necessario da…
Imbalsamazione
L’imbalsamazione è l’insieme di tecniche volte a preservare un cadavere dalla decomposizione. Gli aspetti relativi all'imbalsamazione dei cadaveri di peculiare interesse per il medico pratico sono considerati dal Regolamento di Polizia Mortuaria nell’articolo 46, di seguito riportato. 1. I trattamenti per ottenere l'imbalsamazione del cadavere devono essere eseguiti, sotto il controllo del coordinatore sanitario della unità sanitaria locale, da medici legalmente abilitati all'esercizio professionale e possono essere iniziati solo dopo che sia trascorso il periodo di osservazione.
Falso materiale e falso ideologico
Il falso materiale è un reato caratterizzato dalla presenza di un errore di forma in un atto; può essere commesso da un Pubblico Ufficiale o da un Incaricato di Pubblico Servizio. L’articolo 476 del Codice Penale sancisce che il Pubblico Ufficiale che nell’esercizio delle sue funzioni, forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto vero, è punito con la reclusione da uno a sei anni. Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da tre a dieci anni. Esempi di falso materiale sono: Cancellature o aggiunte apposte con la penna. Utilizzo…