Istologia

  • Istologia,  Tessuto osseo

    Ossificazione delle ossa corte

    Lo sviluppo delle ossa corte è simile a quello delle epifisi delle ossa lunghe. L’ossificazione endocondrale inizia nel centro della cartilagine ialina e si estende in tutte le direzioni determinando la sostituzione dell’abbozzo cartilagineo con osso spugnoso. L’osso spugnoso encondrale viene quindi rivestito da uno strato di osso compatto di origine periostale, ad eccezione delle superfici articolari che rimangono cartilaginee. Articolo creato il 4 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Miofilamenti spessi del tessuto muscolare striato

    I miofilamenti spessi occupano l’intera banda A determinandone la lunghezza; sono paralleli tra loro e distano 45 nm l’uno dall’altro. Sono più grossi nella parte centrale, dove appaiono muniti di ponti trasversali che nel loro insieme costituiscono la linea scura M. I filamenti spessi misurano 15 nm di spessore e 1,5 µm di lunghezza.

  • Istologia,  Tessuto epiteliale

    Citoscheletro

    Le cellule di molti tipi di epitelio rappresentano filamenti citoplasmatici di 6-8 nm di spessore che appartengono a due categorie distinte sia dal punto di vista morfologico che di quello chimico e funzionale.

  • Istologia

    Metodi di Cajal e di Hortega

    I metodi di Cajal e Hortega sono tilizzati per per lo studio della glia; sono tecniche d’impregnazione con sali metallici che vengono poi ridotti. Nel metodo di Cajal si fa uso di una soluzione di cloruro d’oro e di sublimato, in quello di Hortega di una soluzione ammoniacale di carbonato di argento. Con il primo metodo le cellule della nevroglia assumono una tonalità rosso-porpora, mentre i neuroni appalesano un colorito rosa o viola chiaro; con il secon­do metodo la tonalità delle cellule gliali è scura, nerastra. Metodo di Cajal (fonte: Dipartimento di Anatomia Istologia e Medicina Legale, Università degli Studi di Firenze) Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi…

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Actina

    L’actina è una proteina filamentosa (si parla appunto di F-actina) di 1 µm di lunghezza capace di legarsi alla miosina dei miofilamenti spessi. È costituita da due catene avvolte l’un l’altra a formare una struttura ad elica destrorsa con un passo di circa 36 nm. Ogni catena è composta di monomeri globulari di G-actina aventi diametro di 5,5 nm (G sta per “globulare”). L’elica va incontro a mezzo giro ogni 7 monomeri di G-actina. Le molecole di G-actina non sono simmetriche; ciascuna si comporta come se avesse un “fronte” rivolto verso la parte centrale del sarcomero ed un “retro” orientato nella direzione opposta. Poiché le molecole di G-actina sono associate…

  • Istologia

    Coltura di tessuti

    La coltura di tessuti permette di osservare e studiare in condizioni favorevoli cellule viventi. La coltura dei tessuti in vitro consiste nel mantenere in vita cellule singole o frammenti di tessuti o di organi al di fuori dell’organismo al quale appartengono. Tali cellule sono in grado di sopravvivere ed anche dividersi se vengono incubate in un mezzo nutritivo adatto (con pressione osmotica e pH ottimali, nonché con presenza di mezzi nutritivi di opportuna composizione), in condizioni ottimali di temperatura (in genere 37 °C) ed in assenza di contaminazione batterica (tramite sterilizzazione o utilizzazione di materiale monouso). I mezzi nutritivi impiegati si distinguono in naturali e sintetici.

  • Istologia

    Reazione PAS (acido periodico – reattivo di Schiff)

    Per la dimostrazione dei glicidi si utilizza la reazione PAS (dell’acido periodico di Schiff). Il metodo si fonda sul seguente principio: i polisaccaridi (semplici e mucopolisaccaridi), quando ossidati a mezzo dell’a­cido periodico, danno origine ad aldeidi. I gruppi aldeidici vengono quindi rivelati istologicamente a mezzo del reattivo di Schiff (acido bis-N-aminosolfonico). Questo consta di fucsina basica (di  colorito  rosso) trattata con un eccesso di acido solforico che la rende del tutto incolore (leucofucsina). Peraltro, quando viene a trovarsi in presenza di gruppi aldeidici, essa dà luogo ad un’intensa reazione rossa o rosso-violacea (rosso magenta). Quindi, in definitiva, le strutture contenenti polisaccaridi assumono tale colorazione. La reazione del PAS è comune…

  • Istologia

    Metodo di Papanicolaou

    Il metodo di Papanicolaou è una colorazione tricromia. Tale metodica ha il pregio di fornire un ottimo dettaglio della struttura nucleare e di conservare una sufficiente trasparenza del citoplasma, pur conferendogli particolari tonalità cromatiche. I passaggi da eseguire per effettuare la colorazione sono: Il vetrino passa in alcool a concentrazioni decrescenti fino ad acqua distillata. Si aggiunge ematossilina di Harris, per 2-8 minuti, che colora i nuclei in blu-viola. Si lava con acqua distillata e quindi con acqua di fonte per cui si scarica il colore in eccesso. Si passa in orange G per 5-6 minuti, quindi 2 passaggi in alcool 95% e per 5-8 minuti in colorante EA 50…

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Tessuto muscolare striato cardiaco

    Il tessuto muscolare striato cardiaco costituisce il miocardio, ossia la tonaca muscolare del cuore, ed è, rispetto ad epicardio ed endocardio, lo strato di maggiore entità; dal suo sviluppo dipende lo spessore dell’intera parete. Deriva dal tratto di splancnopleura (mesoderma) che circonda il tubo endoteliale cardiaco ed è costituito da tessuto muscolare striato cardiaco che, a differenza del tessuto muscolare striato scheletrico che è formato da sincizi polinucleati, è costituito da fibre cardiache che sono elementi cellulari distinti. È innervato dal sistema nervoso autonomo, quindi non si contrae sotto il controllo della volontà, il quale, inoltre, non è necessario per iniziare il battito cardiaco; questo insorge spontaneamente in maniera ritmica…

  • Istologia,  Tessuto connettivo

    Tessuto connettivo

    Il tessuto connettivo è così denominato perché ha la funzione di connettere altri tessuti tra di loro nella formazione degli organi. Nel tessuto connettivo la disposizione delle cellule è molto diversa da quella dell’epitelio: invece di essere accostate tra loro a formare lamine o cordoni o ammassi solidi, le cellule sono separate fra loro da un abbondante materiale extracellulare denominato sostanza intercellulare. Il tessuto connettivo, quindi, è formato da sostanza intercellulare in cui sono immersi gli elementi cellulari. A sua volta, la sostanza intercellulare è costituita da una parte organizzata in fibre e da una sostanza amorfa o sostanza fondamentale che nel tessuto connettivo propriamente detto contiene il liquido tessutale…