Istologia
Cellule del tessuto osseo
Nelle ossa in accrescimento si distinguono quattro tipi cellulari: Cellule osteoprogenitrici (o preosteoblasti). Osteoblasti. Osteociti. Osteoclasti. Normalmente, nella formazione dell’osso, le cellule mesenchimali si differenziano in cellule osteoprogenitrici che proliferano attivamente e si trasformano in osteoblasti; questi ultimi, dopo aver deposto la sostanza ossea, si trasformano in osteociti. Gli osteoclasti appartengono ad una linea cellulare diversa da quella degli osteoblasti ed osteociti in quanto discendono dalla cellula staminale emopoietica. Nel periostio e nell’endostio, al termine dei processi osteoformativi, lo strato epitelioide di osteoblasti attivi si trasforma in uno strato di cellule osteoprogenitrici, quiescenti. Questo cambiamento morfologico e funzionale reversibile è definito modulazione in contrapposizione alla differenziazione che comporta una trasformazione…
Plasma
Il plasma è la sostanza liquida intercellulare, che costituisce il 55% circa della massa sanguigna; ha un peso specifico di 1027-1030 e pH leggermente alcalino (7,2-7,3). L’acqua è il principale componente del plasma (90-92%) nel quale si trovano disciolte sostanze diverse: Proteine (albumina, globuline, fibrinogeno) dal 7 al 9%. Costituenti inorganici (sodio, calcio, potassio, magnesio, fosforo, ferro, rame, ecc.) per circa lo 0,9%. Sostanze azotate non proteiche, grassi neutri, fosfolipidi, colesterolo, glucosio, anticorpi, ormoni, enzimi. Articolo creato il 5 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Metodo di von Kossa
Il metodo di von Kossa è utilizzato per la dimostrazione dei sali di calcio e si basa sulla fissazione da parte dei sali di calcio dell’argento metallico ottenuto per riduzione dal nitrato mediante esposizione alla luce solare o ultravioletta. Il metodo di von Kossa trova, pertanto, utile applicazione nello studio dell’osso non decalcificato. Metodo di von Kossa (fonte: UNC – School of medicine) Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Metodo di van Gieson
Il metodo di van Gieson, utilizzato per la colorazione del connettivo collagene, viene realizzato facendo uso del liquido di van Gieson composto di fucsina acida e di acido picrico. La prima funge da colorante, il secondo da mordenzatore e nel contempo da colorante di contrasto. La fucsina conferisce alle sole fibre collagene una tonalità rossa, molto vivace, mentre a tutte le altre strutture l’acido picrico apporta una tonalità gialla. Il metodo suole essere integrato con un colorante nucleare come l’ematossilina. Metodo di van Gieson (fonte: Connective tissue) Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Osso spugnoso
L’osso spugnoso ha un aspetto alveolare ed è costituito di sottili trabecole (o spicole), formate da lamelle addossate le une alle altre, che si ramificano e si anastomizzano in una rete tridimensionale nelle cui maglie è accolto il midollo osseo; queste cavità midollari sono spazi intercomunicanti e si continuano nelle ossa lunghe con la cavità midollare della diafisi.
Neuroni multipolari, bipolari, unipolari e pseudounipolari
I neuroni possono essere distinti in: I neuroni multipolari rappresentano la maggior parte delle cellule nervose. Sono così chiamati perché hanno molti dendriti che emergono in vari punti dal corpo cellulare ed un unico assone. Tipici neuroni multipolari sono i neuroni stellati (che comprendono le cellule radicolari motrici della sostanza grigia ventrale del midollo spinale e dei nuclei motori dell’encefalo) e le cellule piramidali della corteccia cerebrale. I neuroni bipolari hanno un solo dendrite ed un assone che si staccano dai poli opposti del pirenoforo. Tipici neuroni bipolari si trovano nella retina, nel ganglio vestibolare di Scarpa, nel ganglio cocleare e nell’epitelio della mucosa olfattiva. I neuroni unipolari, provvisti del…
Tropomiosina
Come l’actina, la tropomiosina è una proteina filamentosa; è lunga 38,5 nm. Ciascuna molecola di tropomiosina si estende su una lunghezza di 7 monomeri di G-actina lungo gli spazi della molecola di F-actina, per una lunghezza che corrisponde a mezzo giro del filamento di actina. Nel muscolo scheletrico la tropomiosina è composta da due subunità, alfa e beta, che sono presenti in rapporti diversi nei diversi tipi di muscolo.
Tessuto cartilagineo
Insieme al tessuto osseo e a varietà istologiche minori, il tessuto cartilagineo appartiene ai tessuti scheletrici o tessuti connettivi di sostegno dotati di proprietà meccaniche, nonché di importanti funzioni nel ricambio elettrolitico. La cartilagine è una forma specializzata di tessuto connettivo, costituita da cellule denominate condrociti (o condroblasti) e da un’abbondante sostanza intercellulare costituita, a sua volta, da fibre extracellulari immerse in una sostanza fondamentale o matrice amorfa allo stato di gel.
Microglia
Le cellule della microglia, a differenza degli altri elementi cellulari della nevroglia che originano dall’ectoderma del tubo neurale, derivano dal mesoderma e compaiono nel sistema nervoso centrale verso la fine della vita fetale migrando dalla pia madre all’avventizia dei vasi sanguigni nell’encefalo e nel midollo spinale mediante movimenti ameboidi.
Metodi e mezzi di indagine
Le cellule e i tessuti possono essere studiati a diversi livelli: morfologico, biochimico e funzionale. L’analisi morfologica o strutturale si prefigge di conoscere la forma, le dimensioni, la distribuzione, i rapporti e, in generale, l’organizzazione strutturale della cellula, delle sue parti e dei costituenti extracellulari. Essa si avvale dei microscopi. L’analisi biochimica e funzionale ha lo scopo di studiare la natura chimica e le modalità di funzionamento dei costituenti delle cellule e dei tessuti.