Istologia

  • Istologia,  Tessuto epiteliale

    Caratteri citologici degli epiteli

    Le cellule epiteliali presentano caratteristiche strutturali particolari in rapporto alle loro molteplici funzioni: protezione, assorbimento, secrezione, escrezione, trasporto. Tali caratteristiche sono: Citoscheletro. Polarità. Membrana basale. Specializzazioni della superficie laterale. Specializzazioni della superficie libera. Articolo creato il 27 febbraio 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Miofibrille

    Le miofibrille sono visibili al microscopio ottico come esili filamenti fittamente stipati tra loro che riempiono quasi tutto il citoplasma. Al microscopio elettronico le miofibrille risultano costituite a loro volta da filamenti più esili, denominati miofilamenti, raccolti in fascio. I miofilamenti sono di due tipi: spessi e sottili. I miofilamenti spessi sono costituiti da una proteina fibrosa, detta miosina, e da alcune proteine accessorie (proteine M e proteine C) I miofilamenti sottili sono costituiti principalmente da actina, nonché da tropomiosina e troponina. La miosina e l’actina sono i due costituenti principali delle miofibrille ed interagiscono tra loro in presenza di ATP per formare il complesso actomiosina: l’interazione di queste due…

  • Istologia,  Tessuto connettivo

    Tessuto pigmentato

    Nel derma, soprattutto in quello delle razze umane di colore, sono spesso presenti cellule pigmentate o melanociti che si accumulano in maggiore quantità nella sovrastante epidermide. Quando le cellule pigmentate sono molto numerose, il tessuto può essere propriamente denominato tessuto pigmentato. Tale tessuto si riscontra anche nello stroma della corioide e dell’iride.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Funzionamento della placca motrice (o sinapsi neuromuscolare)

    Quando un nervo è opportunamente stimolato si verifica un potenziale d’azione che decorre lungo tutta la fibra fino alle sue terminazioni. Giunta alla sinapsi, l’onda di depolarizzazione provoca la liberazione “quantica” del neurotrasmettitore acetilcolina dalle terminazioni nervose alla fessura sinaptica. Per liberazione quantica s’intende che il neurotrasmettitore non è liberato per diffusione lenta delle singole molecole bensì in “pacchetti” (o “quanti”) di molte molecole di acetilcolina, dove ogni “quanto” corrisponde al contenuto di una singola vescicola. Il neurotrasmettitore è sintetizzato nel corpo cellulare del neurone e trasportato lungo l’assone, fino alle sue terminazioni, mediante un processo noto come flusso assonico (o trasporto assoplasmatico). Nello spazio intersinaptico l’acetilcolina si lega a…

  • Istologia,  Sangue

    Eritropoiesi

    L’eritropoiesi è stimolata da un fattore ormonale, di natura glicoproteica, detto eritropoietina (EPO), il cui gene è localizzato sul cromosoma 7; in misura minore è prodotta anche dal fegato e dal cervello.Quando diminuisce la concentrazione di emoglobina (ad esempio, per anemia) e si abbassa la tensione superficiale di ossigeno nei tessuti, a livello renale le cellu­le interstiziali peritubulari producono eritropoietina. In realtà non si sa se il rene produce direttamente eritropoietina o eritrogenina, un fattore che reagisce con un substrato proteico plasmatico di origine epatica, detto eritropoietinogeno, per formare eritropoietina attiva. In presenza di anemia o ipossiemia, la sintesi renale di eritropoietina aumenta rapidamente di 100 volte o più, i…

  • Istologia,  Tessuto linfoide

    Tessuto linfoide

    Per ottimizzare le interazioni cellulari necessarie alle fasi di riconoscimento e di attivazione delle risposte immunitarie specifiche, i linfociti e le cellule accessorie sono concentrati in tessuti e organi ben definiti, che sono anche i siti in cui vengono convogliati gli antigeni estranei. Il tessuto linfoide si organizza in organi linfoidi primari (o generativi), in cui i linfociti cominciano ad esprimere i recettori per l’antigene ed acquisiscono la maturità fenotipica e funzionale, ed organi linfoidi secondari (o periferici), in cui hanno inizio e si sviluppano le risposte linfocitarie agli antigeni estranei. Gli organi linfoidi primari sono: Midollo osseo (o tessuto mieloide), da cui hanno origine tutti i linfociti. Timo, dove…

  • Istologia,  Tessuto nervoso

    Pirenoforo

    Il pirenoforo è il corpo cellulare dei neuroni. È di grandi dimensioni perché deve provvedere alle attività metaboliche del prolungamento assonico che è privo di capacità di sintesi proteica. Il pirenoforo può assumere varie forme: stellata o poligonale nei neuroni di moto; piramidale nelle cellule piramidali della corteccia cerebrale; piriforme nelle cellule di Purkinje del cervelletto; sferica nelle cellule dei gangli sensitivi.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Filamenti intermedi del tessuto muscolare liscio

    Oltre ai miofilamenti spessi e sottili, le fibre muscolari lisce contengono un terzo componente filamentoso, i cosiddetti filamenti intermedi con spessore di circa 10 nm, simili a quelli presenti in altri tipi cellulari; sono costituiti dalla proteina desmina (o scheletina). Nella muscolatura liscia di tipo vascolare il costituente principale dei filamenti intermedi è la proteina vimentina presente anche nelle cellule connettivali. I filamenti intermedi decorrono in fasci tra i filamenti di actina e di miosina e si associano con i corpi densi citoplasmatici. Svolgono un ruolo strutturale, costituendo una trama di sostegno per i miofilamenti contrattili. Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Miofilamenti sottili del tessuto muscolare striato

    I miofilamenti sottili si estendono da ciascuna linea Z del sarcomero lungo la semibanda I e penetrano per un certo tratto nell’adiacente banda A occupando gli interstizi compresi fra i filamenti spessi. La parte centrale della banda A, denominata banda H, non è invasa dai filamenti sottili provenienti dalle due linee Z del sarcomero. La sua ampiezza dipende da quanto profondamente i filamenti sottili si spingono all’interno della banda A e varia a seconda del grado di contrazione del sarcomero.

  • Istologia,  Sangue

    Granulocitopoiesi

    Il processo di differenziazione dei granulociti è caratterizzato da: Perdita graduale della basofilia citoplasmatica dovuta alla diminuzione dei ribosomi. Comparsa e progressivo accumulo di granulazioni specifiche (neutrofile, acidofile o basofile) che consentono di distinguere le tre sottolinee differenziative dei granulociti; la formazione dei granuli specifici comprende le caratteristiche fasi dei processi secretori: sintesi dei costituenti chimici sui ribosomi del reticolo endoplasmatico granulare nel complesso di Golgi, accumulo dei granuli specifici nell’interno dei vacuoli rivestiti di membrana. Modificazioni profonde del nucleo che comprendono la perdita dei nucleoli, la graduale condensazione della cromatina in grosse zolle eterocromatiche, il progressivo cambiamento della forma da rotonda a lobata o segmentata. Attività mitotica continua ed…