Citologia

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    Melanociti

    Nell’epidermide, dopo i cheranociti, i melanociti rappresentano la popolazione cellulare più rappresentata. Il loro numero corrisponde a circa ¼ di quello delle cellule basali e, pur variando in rapporto ai diversi distretti cutanei, è relativamente costante per unità di area epidermica nei diversi individui (circa 1500/mm2). Inoltre, la distribuzione dei due principali tipi cellulari dell’epidermide non è casuale, tanto che può riconoscersi un’unità epidermico-melanica in cui un melanocito risulta circondato da  un insieme costituito da 36 cheratinociti.

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    Cellule epiteliali timiche

    Le cellule epiteliali timiche (TEC) sono grandi, con nuclei voluminosi e un citoplasma espanso che contiene diversi inclusi. Nella zona corticale più esterna si trovano TEC che accolgono numerosi timociti all’interno di profonde invaginazioni citoplasmatiche. Molti di questi linfociti assumono caratteri di linfoblasti, sono cioè cellule voluminose e attivamente prendono il nome di cellule nutrici in quanto proliferanti. Le cellule nutrici producono interleuchina-7 (IL-7) che è in grado di sostenere la proliferazione dei timociti negli stadi più precoci. Nella zona midollare le TEC formano i corpuscoli timici di Hassal che sono costituiti da cellule epiteliali organizzate a “guscio di cipolla”: le cellule più centrali sono cheratinizzate, calcificate o necrotiche, e…

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    Macrofagi (o istiociti)

    I macrofagi (o istiociti) rappresentano, per frequenza numerica, la seconda classe di elementi cellulari nel tessuto connettivo lasso. Come le altre cellule del tessuto connettivo hanno vita limitata quindi devono continuamente rinnovarsi; ciò è possibile tramite due meccanismi: Attività mitotica dei macrofagi preesistenti. Migrazione dal sangue circolante al tessuto connettivo dei loro precursori, i monociti, e trasformazione degli stessi in macrofagi. Per dimostrare la loro provenienza dai monociti si esegue un semplice esperimento: in un animale si iniettano cellule midollari marcate con timidina triziata. Dopo un certo intervallo di tempo, tramite autoradiografia, nel tessuto connettivo dell’animale si possono osservare macrofagi con nucleo marcato, cioè ricoperto di granuli che testimoniano la…

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    Piastrine (o trombociti)

    Le piastrine (o trombociti) sono piccoli elementi corpuscolati, privi di sostanza nucleare e quindi non da considerare elementi cellulari in senso classico. Le piastrine partecipano, insieme ad altri fattori, all’emostasi, ossia alla serie di eventi che determinano impedimento o arresto del sanguinamento che si verifica quando un vaso sanguigno è leso.

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    Cellule beta-pancreatiche

    Le cellule beta-pancreatiche (o cellule B) sono le più numerose tra quelle costituenti gli isolotti pancreatici (circa il 75-80%), hanno forma poliedrica od ovale e contengono granuli ben colorabili con l'ematossilina cromica e con la paraldeide fucsina, ma non con i metodi all'argento; i granuli sono insolubili in acqua, solubili in alcool e non resi­stono all'autolisi.

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    Condrociti (o condroblasti o cellule cartilaginee)

    I condrociti (o condroblasti o cellule cartilaginee) sono accolti in spazi scavati nella sostanza intercellulare denominati lacune. Le lacune possono contenere uno solo o più condrociti. Nella parte centrale della cartilagine le cellule sono distribuite in gruppi, detti gruppi isogeni, ciascuno dei quali rappresenta la progenie di una cellula parentale, prodotta nel corso dell’accrescimento interstiziale. Le cellule sono sferiche od ovoidali. Verso la periferia della cartilagine, gli elementi diventano progressivamente appiattiti e perdono la loro distribuzione in gruppi.

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    Cellule funicolari

    Le cellule funicolari sono neuroni presenti nella sostanza grigia del midollo spinale. Sono così denominate per il comportamento del loro neurite che, divenuto una fibra nervosa mielinica, abbandonata la sostanza grigia, decorre nei cordoni della sostanza bianca, in sistemi di fibre detti fasci (o funicoli). Il neurite delle cellule funicolari si mantiene, per tutto il decorso, nell’ambito del nevrasse.

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    Linfociti

    I linfociti costituiscono il 25-35% dei leucociti. I linfociti vergini sono cellule che non sono mai state stimolate dall’antigene. Sono cellule globose, per lo più di piccole dimensioni, con un diametro di 6-9 µm (perciò detti piccoli linfociti circolanti), sono prive di attività fagocitaria, ma fornite di movimenti ameboidi mediante i quali possono, per diapedesi o per peripolesi, uscire o rientrare nel circolo. Nello striscio con colorazione di May-Grunwald-Giemsa o con colorazione di Wright, mostrano un ampio nucleo ovoidale o reniforme, con cromatina addensata, entro cui solitamente non è visibile il nucleolo.

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    Cellule C (o parafollicolari)

    Le cellule C (o parafollicolari) possono essere situate fra i tireociti (o cellule follicolari), nel contesto della parete follicolare, senza peraltro raggiungere il lume del follicolo, oppure sono riunite in piccoli gruppi nello stroma interfollicolare. Sono responsabili della produzione di calcitonina, un ormone polipeptidico ad azione ipocalcemizzante, che inibisce la liberazione di sali minerali e in particolare di calcio da parte del tessuto os­seo e ha quindi un'azione antagonista a quella del paratormone (secreto dalle ghiandole paratiroidi). Le cellule parafollicolari possono captare precursori della serotonina (o 5-idrossitriptamina) e prendono quindi parte al metabolismo delle amine biogene.

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    Pneumociti

    Gli pneumociti sono le cellule che costituiscono l’epitelio che riveste gli alveoli polmonari. Si distinguono pneumociti di I e II tipo. Gli pneumociti di I tipo sono cellule appiattite il cui citoplasma si sol­leva, nella porzione che accoglie il nucleo, verso la cavità dell'alveolo. Il citoplasma è relativa­mente povero di organuli e può contenere vesci­cole di pinocitosi soprattutto nel versante che prospetta verso la membrana basale.