Struttura dell’arteria
Gli elementi strutturali della parete arteriosa sono: l’endotelio, le fibre elastiche, le fibre collagene e le cellule muscolari.
L’endotelio forma il rivestimento interno, a scarso attrito, delle arterie e continua, senza soluzione (in ambito medico, “soluzione” = “interruzione”), in tutti gli altri organi cavitari dell’apparato vascolare sanguifero. È composto solitamente di cellule appiattite, disposte in unico strato, di forma poligonale o allungate secondo l’asse del vaso, unite tra loro da giunzioni occludenti. Mediante il trasporto vescicolare provvede ai fenomeni nutritizi della parete arteriosa. Svolge compiti di grande importanza nella fisiologia dell’apparato vascolare sanguifero, per il gran numero di sistemi enzimatici localizzati alla superficie delle cellule. In condizioni di normalità, inibisce, per le cariche negative di superficie e attraverso la sintesi di prostacicline e di prostaglandine, l’adesione delle piastrine e gli altri fenomeni che sono alla base della formazione dei trombi. In condizioni di lesione della parete vascolare contribuisce, rilasciando sostanze che intervengono nei meccanismi della coagulazione e dell’emostasi (per esempio, il fattore VIII), alla riparazione del danno. Ha capacità rigenerative e, in casi di ricanalizzazione del tratto trombotico di un’arteria, partecipa ai fenomeni ricostruttivi.
Le fibre elastiche e collagene rappresentano le strutture responsabili delle peculiari proprietà di resistenza e di deformabilità delle arterie, mentre alle cellule muscolari spetta la capacità di modificare attivamente l’ampiezza del lume arterioso.
Sul piano organizzativo, la parete delle arterie è costituita da tre tonache concentriche denominate, dall’interno all’esterno, intima (è il nome della tonaca mucosa nei vasi sanguigni), media (è il nome della tonaca muscolare nei vasi sanguigni) e avventizia. La tonaca media, che è anche la più spessa, caratterizza in base alla sua costituzione il tipo strutturale e condiziona il comportamento funzionale delle arterie. Nella tonaca media delle arterie di grosso calibro (diametro da 3 cm a 7 mm) prevale il tessuto elastico; in quelle di medio e piccolo calibro (diametro da 7 mm a 0,2 mm) prevale il tessuto muscolare. Si distinguono pertanto arterie di tipo elastico e arterie di tipo muscolare: le prime (arterie di grosso calibro) hanno una parete elastica e intervengono passivamente nella circolazione del sangue: esse si dilatano durante la sistole ventricolare e, nella fase diastolica del ciclo cardiaco, tornano, per l’energia elastica accumulata, alle dimensioni originarie favorendo così la progressione del sangue; le seconde (arterie di medio e piccolo calibro) hanno parete contrattile e sono quindi in grado di variare attivamente il loro lume, regolando così la quantità di sangue che affluisce agli organi e ai tessuti; ciò consente un’irrorazione degli organi variabile in relazione al loro livello di attività funzionale. All’estrema periferia dell’albero arterioso le arteriole, provviste di sfinteri muscolari precapillari, governano il transito alterno e differenziale del sangue nei vari distretti del territorio capillare; inoltre, le variazioni di ampiezza del lume e il tono della loro parete rappresentano fattori essenziali delle cosiddette resistenze periferiche che opponendosi alla forza della gittata sistolica, determinano gli elevati valori pressori che sono propri del distretto vascolare arterioso. Un dato indicativo delle variazioni morfofunzionali della struttura delle arterie, dai grossi vasi alle arteriole, è fornito dal rapporto variabile fra spessore della parete e ampiezza del lume vascolare. Nelle arterie di tipo elastico lo spessore di parete corrisponde a circa 1/10 del calibro, nelle arterie muscolari a circa 1/4, nelle arteriole maggiori a circa 1/2.
Articolo creato il 21 marzo 2012.
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