Struttura del collettore linfatico
I collettori linfatici posseggono qualche analogia con le vene, ma tuttavia se ne discostano, per presentare un’architettura alquanto diversa e, soprattutto, una grande varietà di aspetti. Non è possibile discernere, nella parete dei collettori linfatici, l’esistenza di tre tonache distinte come nella parete dei vasi sanguiferi.
Il dato strutturale di più immediato apprezzamento (e maggiormente significativo ai fini di una diagnosi differenziale) è rappresentato dall’ordinamento degli elementi muscolari che seguono un andamento elicoidale più o meno manifesto a seconda del passo delle eliche e dell’orientamento del piano di sezione rispetto all’asse del vaso.
Nell’assetto strutturale tipico, gli elementi muscolari sono ordinati in due strati: interno (o intimale) ed esterno (o avventiziale), con decorso elicoidale a direzione opposta, dal che risulta una disposizione plessiforme della muscolatura nel suo insieme. Spesso i due strati hanno diverso spessore, potendo prevalere, e fino a valori estremi, lo strato interno su quello esterno e viceversa.
A questo proposito, aspetti opposti si ritrovano anche in tratti successivi della parete di uno stesso collettore. Pure di frequente, lo strato interno appare discontinuo e composto di ammassi colonnari di varia grossezza, cosicché il lume dei vasi presenta un disegno caratteristico, stellato, o dentellato, o variamente frastagliato. Talvolta non si apprezza alcun accenno di stratificazione e gli elementi muscolari compongono, nella parete vasale, un unico intreccio plessiforme. Altre volte infine si osservano accenni di un terzo strato, peraltro non continuo e limitato, per lo più, a gruppi isolati di fascetti muscolari.
Non è noto quanto, di tale molteplicità di aspetti, sia da riferire a una reale varietà di disposizioni strutturali e quanto invece possa derivare da particolari atteggiamenti funzionali dei collettori. Sembra verosimile che variazioni del passo delle eliche in dipendenza di particolari atteggiamenti funzionali possano essere responsabili almeno degli aspetti di muscolatura francamente circolare oppure francamente longitudinale riscontrabili in questi vasi.
A livello delle valvole scompare qualsiasi accenno di stratificazione della muscolatura che qui si fa, rispetto ai tratti intervalvolari, assai ridotta e talvolta addirittura assente. Dalla periferia della parete numerosi fasci connettivali irradiano tutto attorno così che si determina un forte ancoramento dei collettori all’ambiente tessutale circostante; da questo si fa dipendere l’aspetto costantemente beante che questi vasi presentano, a differenza delle vene, nelle sezioni microscopiche. Gli elementi elastici sono scarsi e non si ritrovano membrane o strati elastici come nella parete dei vasi sanguiferi.
Articolo creato il 22 marzo 2012.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.