Somministrazione di un farmaco
La somministrazione di un farmaco può avvenire in maniera acuta o cronica.
- Somministrazione acuta: è la somministrazione di un farmaco per una sola volta con il suo picco di assorbimento e il suo decadimento.
- Somministrazione cronica: è la somministrazione ripetuta nel tempo che mira ad avere una concentrazione piuttosto stabile per tutto il periodo della terapia. Gli schemi che vengono usati per avere tale concentrazione dipendono dal tipo di farmaco usato: ad alto o a basso indice terapeutico.
Considerando farmaci ad alto indice terapeutico ove le variazioni delle concentrazioni più o meno ampie non influenzano l’effetto tossico del farmaco, si possono somministrare farmaci con intervallo di somministrazione, tra una dose e l’altra, lungo; se quella indicata dal tratto orizzontale è la concentrazione utile terapeuticamente, nell’intervallo di tempo indicato dai due punti evidenziati su tale linea, il paziente si trova sprovvisto della terapia perché manca la concentrazione terapeutica sufficiente.
Se le somministrazioni avvengono in tempi ristretti si avrà un andamento con dei picchi che man mano aumentano per il fatto che la quantità di farmaco che viene somministrato si somma a quella precedente; per evitare che si vada incontro a delle concentrazioni tossiche bisogna utilizzare degli schemi che permettano di raggiungere una certa concentrazione con delle variazioni che rimangono nel range terapeutico del farmaco. Se, ad esempio, si usa un dosaggio di 100 mg, alla sua somministrazione la concentrazione plasmatica di farmaco sarà 100 mg; al tempo dell’emivita plasmatica, quando si somministra una nuova dose di 100 mg, la concentrazione plasmatica sarà 150 mg (100 mg della nuova dose + 50 mg non smaltiti della dose precedente). Somministrando poi altri 100 mg si sommano ai 75 mg restanti della semidose precedente non smaltita. Dopo una decina di somministrazioni si avrà un equilibrio tra la quantità di farmaco che viene ad essere assorbita e quella eliminata, cioè si avrà un andamento della concentrazione plasmatica che sarà di 200 mg alla somministrazione e 100 mg all’emivita plasmatica, con la stabilizzazione delle dosi.
Se il farmaco è a basso indice terapeutico non si possono avere ampie variazione della concentrazione. Si utilizza allora tale schema: si somministra una prima dose sufficiente a dare un primo effetto farmacologico e le successive che si somministrano sono dette dosi di mantenimento: sono delle frazioni della dose somministrata all’inizio pari alla quantità di farmaco eliminata. Considerando farmaci come la digossina, sostanza a basso indice terapeutico usata nello scompenso cardiaco, la dose che viene ad essere somministrata per prima è 1 mg mentre le dosi di mantenimento oscillano tra 0,25 e 0,50 mg a seconda della quantità di sostanza che nel frattempo è stata eliminata.
Articolo creato il 25 febbraio 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.