Sistema efferente (o visceroeffettore) dell’ortosimpatico
Mentre nel sistema nervoso periferico somatico l’impulso effettore è trasmesso alla periferia da un solo neurone (motoneurone somatico) che dal nevrasse si porta senza interruzione fino all’organo innervato, nel sistema ortosimpatico (come nel parasimpatico) la trasmissione degli impulsi effettori si svolge tramite una catena di due neuroni: un neurone primario (o pregangliare o presinaptico) presente nei centri nervosi nevrassiali della porzione toraco-lombare del midollo spinale (T1-L2) dà origine a fibre pregangliari che terminano in sinapsi con un neurone secondario (o postgangliare o postsinaptico), situato in un ganglio. Il neurone secondario, a sua volta, manda le sue fibre postgangliari alle sedi periferiche di innervazione viscerale.
In genere il rapporto tra neuroni pregangliari e postgangliari è di 1:30, sicché un solo neurone nevrassiale scarica l’impulso su numerosi neuroni gangliari e controlla perciò aree di innervazione periferica molto estese.
Le fibre pregangliari sono mieliniche ed hanno in media un piccolo calibro: il loro diametro è inferiore a 3 mm. Si aggregano generalmente in piccoli nervi le cui caratteristiche strutturali sono del tutto analoghe a quelle dei nervi somatici.
Le fibre efferenti pregangliari emergono insieme alle fibre motrici somatiche, decorrendo nelle radici anteriori dei nervi toracici e dei primi 2-3 nervi lombari. Dopo breve tragitto nel nervo spinale, le fibre passano nel rispettivo ramo comunicante e raggiungono la catena dell’ortosimpatico. Le fibre più brevi terminano nel ganglio della catena che è loro più vicino, cioè in quello che è situato allo stesso livello del nervo spinale con cui sono giunte al ganglio.
Altre fibre, di media lunghezza, raggiungono un ganglio della catena situato a livelli superiori o inferiori, percorrendo i cordoni intermedi; mentre decorrono lungo la catena ortosimpatica tali fibre possono cedere collaterali ai gangli che man mano incontrano sulla loro strada.
Fibre ancor più lunghe percorrono la catena dell’ortosimpatico per vario tratto, cedono eventualmente rami collaterali ai gangli della catena, ma non si arrestano in essa; l’abbandonano invece per passare in un ramo periferico e giungere con questo a uno dei gangli prevertebrali, o a gangli periferici, o a ganglietti del metasimpatico disseminati negli organi.
Altre fibre pregangliari vanno dal midollo spinale direttamente nel nervo spinale, senza passare per la catena del simpatico. Queste fibre contraggono sinapsi con neuroni postgangliari localizzati sul decorso dei nervi spinali stessi.
Le fibre postgangliari sono amieliniche e i fasci da esse costituiti hanno colore grigio; sono composti da fascetti di neuriti di piccolo calibro (0,3-1,2 mm) delimitati dal lembo citoplasmatico di un’unica cellula di Schwann.
Il comportamento delle fibre postgangliari amieliniche, dipende dall’organo periferico innervato e dalla stazione gangliare di origine.
- Per quanto riguarda l’innervazione dei visceri e dei relativi vasi sanguigni, le fibre postgangliari che nascono dalla catena ortosimpatica scelgono la via dei nervi periferici viscerali, oppure quella dei plessi perivascolari che accompagnano le arterie nel loro decorso verso i visceri stessi.
- Le fibre postgangliari nate dai gangli preaortici seguono necessariamente i plessi perivascolari che accompagnano i rami collaterali dell’aorta.
- Le fibre nate dai gangli viscerali del metasimpatico si esauriscono dopo brevissimo tragitto nel parenchima del viscere.
Se l’innervazione riguarda i distretti somatici, quali le ghiandole cutanee e i muscoli erettori dei peli, i vasi superficiali e profondi degli arti e quelli parietali della testa e del tronco, le fibre postgangliari nascono sempre dai gangli della catena ortosimpatica e si distribuiscono perifericamente tramite i plessi perivascolari e i nervi spinali. Ai nervi spinali le fibre postgangliari arrivano decorrendo nei rami comunicanti grigi.
Le attività del sistema simpatico efferente sono controllate da centri nevrassiali localizzati nella formazione reticolare, nell’ipotalamo, nel talamo e nei lobi libico e frontale.