Rapporti del midollo spinale
Nei primi tre mesi di vita intrauterina il midollo spinale cresce nella stessa misura della colonna vertebrale e occupa l’intera lunghezza del canale vertebrale. Il suo limite superiore corrisponde, come nell’adulto, a un piano passante tra l’emergenza del nervo ipoglosso (XII paio di nervi encefalici) e quella del primo nervo spinale (C1), mentre l’estremità inferiore giunge in basso sino al coccige. In questo periodo, tutti i nervi spinali emergono ad angolo retto dalla superficie dei vari segmenti midollari (o neuromeri), per portarsi ai rispettivi fori intervertebrali.
A partire dal 4° mese fetale, lo sviluppo della colonna vertebrale, nel tratto toracico e lombare, è più rapido di quello del midollo spinale, per cui quest’ultimo apparentemente risale nel canale vertebrale (ascesa del midollo spinale). A ciò consegue che, nei tratti toracico e lombare, il punto di emergenza delle radici spinali dalla superficie del midollo viene a situarsi più in alto rispetto al corrispondente foro intervertebrale. Queste radici, prima di raggiungere il foro di uscita del canale vertebrale, presentano perciò un tragitto obliquo in basso e in fuori all’interno del canale vertebrale. Le ultime radici, lunghissime e quasi verticali, formano la cauda equina. In conseguenza dell’ascesa del midollo si forma anche il filamento terminale a seguito di uno stiramento e assottigliamento del tratto più caudale dell’abbozzo midollare che è fissato al coccige. Al 6° mese fetale, il cono midollare si trova a livello dei primi segmenti sacrali.
Alla nascita, l’ascesa del midollo è quasi completa e la sua estremità inferiore corrisponde alla 2a-3a vertebra lombare. Al termine del primo anno di vita extrauterina, la colonna vertebrale presenta una lunghezza media di 27 cm, mentre il midollo spinale non supera i 20 cm. Tale divario si accentua col passare degli anni fino al termine del periodo di accrescimento staturale.
Nell’adulto, il midollo spinale termina, nel maschio, ad un livello compreso tra la 1a e la 2a vertebra lombare; nella femmina l’estremità inferiore del midollo spinale si trova in corrispondenza del corpo della 2a vertebra lombare. Eccezionali sono i casi di posizione alta (T10) o bassa (L3) del cono midollare. Riferito allo scheletro, il limite superiore del midollo corrisponde al margine superiore dell’atlante.
La curvatura più accentuata, a convessità anteriore, si localizza a livello della 7a vertebra cervicale. Il rigonfiamento cervicale, esteso tra la 2a vertebra cervicale e la 2a vertebra toracica, presenta il massimo volume a livello della 6a vertebra cervicale. Il rigonfiamento lombare, esteso tra la 10a vertebra toracica e la 2a vertebra lombare, raggiunge il massimo sviluppo a livello della 12a vertebra toracica e continua nel cono midollare. Quest’ultimo, di dimensioni ridotte, è situato sotto l’emergenza del 5° paio delle radici sacrali e dà origine alle radici coccigee (un solo paio), proseguendo nel filamento terminale.
Il filamento terminale, racchiuso dapprima entro il sacco durale con i nervi della cauda equina e le terminazioni dei vasi spinali anteriori, attraversa successivamente il sacco durale stesso a livello della 2a vertebra sacrale. Il primo tratto ha il nome di filamento terminale interno, il secondo di filamento terminale esterno. Quest’ultimo, avvolto nella guaina terminale, discende sottoforma di cordone fibroso molto resistente e, con il nome di legamento coccigeo, termina espandendosi a ventaglio sul periostio della faccia dorsale della 1a vertebra coccigea.
Anche in senso trasversale, il midollo spinale non riempie completamente il canale vertebrale, ma occupa soltanto i 3/5 della cavità ossea. Tra la superficie esterna del midollo spinale e quella interna del canale vertebrale, si delimita uno spazio perimidollare di 3-6 mm che raggiunge la massima ampiezza a livello cervicale. Viene diviso dalla dura madre in due porzioni, una epidurale occupata da plessi venosi e da materiale adiposo, ed una subdurale che comprende l’aracnoide, lo spazio subaracnoidale (contenente liquido cefalorachidiano) e la pia madre che aderisce strettamente alla superficie esterna del midollo spinale.