Piastrinopoiesi (o trombopoiesi o megacariocitopoiesi)
Le piastrine sono piccole unità di citoplasma che si separano da una cellula gigante presente nel midollo osseo, il megacariocito, la quale a sua volta si differenzia dalla cellula staminale con uno specifico progenitore: Unità Formante Colonie Megacariocitarie (CFU-MK). I megacariociti sono cellule con diametro di 60-100 µm, dai contorni irregolari e provvisti di molti pseudopodi. Sono caratterizzati da un nucleo polimorfo, nucleolato, formato da molteplici lobi connessi da tratti più ristretti di cromatina. Il nucleo è poliploide (il contenuto di DNA ammonta fino a 64 volte il valore aploide) e deriva da una serie di successive divisioni del nucleo non accompagnate da divisione del citoplasma e seguite da fusione dei nuclei figli all’anafase o alla telofase. I megacariociti non devono essere confusi con gli osteoclasti del midollo e con le cellule giganti da corpo estraneo che sono multinucleati e si formano per fusione cellulare.
Il citoplasma, lievemente acidofilo, è ripieno di granuli raccolti in piccoli gruppi che sono molto simili a quelli che formano il cromomero delle piastrine. Una terza caratteristica saliente dei megacariociti è la presenza di un esteso sistema di cisterne appiattire o tubuli di reticolo endoplasmatico liscio che invade tutto il citoplasma delimitando gruppi di granuli: è il cosiddetto sistema di demarcazione delle piastrine che provvede alla separazione del citoplasma in piccole unità che sono espulse dalla cellula come piastrine. Il citoplasma contiene inoltre un complesso di Golgi, reticolo endoplasmatico granulare e poliribosomi.
I megacariociti originano dalla cellula staminale. Il primo precursore identificabile morfologicamente è una cellula più piccola di quella matura (20-40 µm di diametro), con un nucleo non lobato e citoplasma basofilo e privo di granuli che può essere denominata megacarioblasto o megacariocito I (MK1). Questa cellula subisce una serie di endomitosi che conducono alla formazione di un nucleo poliploide e polimorfo. Terminata la duplicazione del DNA, il megacarioblasto sintetizza i granuli specifici, in associazione con il reticolo endoplasmatico granulare e il complesso di Golgi, ed elabora il sistema di membrane di demarcazione, differenziandosi in megacariocito II e III (MK2 e MK3). Probabilmente le membrane di demarcazione originano da invaginazioni concentriche della membrana plasmatica del megacariocito. L’intervallo di tempo che la cellula staminale impiega a diventare megacariocito è di circa 10 giorni.
La produzione di piastrine per frammentazione degli pseudopodi dei megacariociti avviene tramite separazione del citoplasma granulare del megacariocito in piccole unità delimitate da membrana che sono poi espulse come piastrine senza interrompere la continuità della membrana plasmatica. I megacariociti giacciono a ridosso dei seni vascolari del midollo, di modo che le piastrine neo formate possono essere immesse direttamente nel lume vascolare attraverso le aperture della parete del sinusoide.
La megacariocitopoiesi presenta precursori (BFU-Mk, CFU-Mk) che derivano anch’essi da cellule staminali pluripotenti (CFU-GEMM). La piastrinopoiesi è stimolata sia da agenti stimolanti indicati come Multi-CFS o Mk-CSA, prodotti da linfociti T attivati, monociti attivati, cellule dello stroma, ecc., sia da alcune citochine come GM-CSF, IL6, IL13, ecc.. Inoltre, nel plasma è stato rinvenuto anche un fattore ormonale stimolante la piastrinopoiesi, detto trombopoietina (TPO), di natura glicoproteica.
Articolo creato il 6 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.