Ontogenesi degli elementi del sangue
Nell’embrione e nel feto le cellule sanguigne derivano dalla cellula mesenchimale indifferenziata totipotente, cioè capace di evolvere sia verso la serie emopoietica sia verso le varie linee cellulari del tessuto connettivo (fibroblasti, mastociti, cellule adipose, condroblasti, osteoblasti, ecc.).
Nell’evoluzione verso la linea ematica, la cellula mesenchimale si differenzia in una (o più) cellula staminale emopoietica a morfologia non identificata dalla quale si formano tutte le cellule del sangue; questa cellula è chiamata Unità Formante Colonie Linfocitarie e Monocitarie (CFU-Ly My). La cellula staminale non presenta i marcatori delle cellule ematiche differenziate, ma esprime due proteine, denominate CD34 e “antigene delle cellule staminali di tipom 1” (Sca-1), utilizzati per identificarle.
Precocemente, dalle CFU-Ly My, deriverebbero gli elementi staminali a destino linfoide e le cellule staminali multipotenti mieloidi, denominate CFU-GEMM (Unità Formanti Colonie-Granulocitarie, Eritrocitarie, Monocitarie, Megacariocitarie). Nell’adulto in condizioni normali, possono residuare eventuali cellule mesenchimali residue presenti nello stroma reticolare degli organi emopoietici che, si ritiene, abbiano perso la capacità di differenziarsi in cellule staminali e quindi in elementi sanguigni, oppure, secondo alcuni autori, conservano la capacità di produrre cellule del tessuto connettivo (fibroblasti, mastociti, cellule adipose). Nell’adulto, quindi, la formazione del sangue è omoplastica, cioè si realizza per differenziazione e proliferazione di cellule staminali appartenenti alla linea emopoietica.
Gli elementi staminali multipotenti provvedono a rinnovare le cellule ematiche circolanti via via eliminate: essi si dividono e avanzano nelle loro graduali scelte differenziative producendo determinati recettori e/o markers molecolari, espressione sia del grado di differenziamento raggiunto, sia della loro capacità di riconoscere specifici fattori proliferativi e differenziativi (citochine) responsabili più o meno direttamente della modulazione delle loro scelte. Si caratterizzano così gradualmente e in maniera sempre più determinata i diversi progenitori che si differenziano sempre più verso una delle linee cellulari circolanti, fino a diventare precursori midollari in via di maturazione e ben riconoscibili morfologicamente nella loro appartenenza ad una delle diverse linee cellulari circolanti.
Per la linea eritroide sono stati dimostrati due tipi di progenitori:
- Le BFU-E (Burst Forming Units-Erythroid).
- Le CFU-E (Colony Forming Units-Erythroid).
I primi sono più staminali e producono grandi colonie dette “bursts” (burst = scoppio) per la loro rapida esplosione policentrica.
I secondi, più differenziati, danno luogo a piccole colonie eritroidi
Per la linea granulocitaria e monocitaria sono stati dimostrati progenitori midollari comuni, chiamati CFU-GM (Colony Forming Units-Granulocyte Monocyte) che, sotto stimolo, crescono in tempi diversi (7 e 14 giorni). Da essi derivano precursori più specifici per la granulopoiesi (CFU-G) e per la monocitopoiesi (CFU-M).
Per quanto riguarda la linea megacariocitaria, anche qui sono stati identificati due tipi di progenitori: BFU-Mk (Burst Forming Units-Megacaryocite) e CFU-Mk (Colony Forming Units-Megacaryocite).
Articolo creato il 6 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.