Neuroipofisi
La neuroipofisi rappresenta il lobo posteriore dell’ipofisi, con la parte infundibolare (peduncolo ed eminenza mediana). Essa è costituita infatti da cospicui fasci di fibre amieliniche, provenienti dall’ipotalamo, da cellule di nevroglia modificate dette pituiciti, e da uno stroma connettivale che accompagna la ricca rete vascolare.
Le fibre amieliniche sono gli assoni di cellule nervose situate in due nuclei ipotalamici: nucleo sopraottico e paraventricolare. Queste fibre formano il fascio ipotalamoneuroipofisario e discendono attraverso il peduncolo, dove decorrono compatte e parallele. Nel lobo posteriore esse danno espansioni terminali che si mettono in rapporto con la parete dei vasi.
Lungo il decorso delle fibre scorre il neurosecreto, prodotto a livello dei pirenofori dei neuroni ipotalamici; al microscopio ottico, esso appare sotto forma di gocce o masserelle (corpi di Herring), intensamente colorabili con metodi specifici (paraldeide fucsina, ematossilina cromica). Se abbondante, il neurosecreto assume, nelle fibre sezionate longitudinalmente, una caratteristica disposizione a grani di rosario.
Al microscopio elettronico, il neurosecreto contenuto negli assoni del fascio ipotalamoneuroipofisario appare sotto forma di granuli densi di circa 100 nm di diametro, rivestiti da membrana. Si distinguono granuli a contenuto più o meno denso, probabilmente in rapporto alla diversa natura dell’ormone (vasopressina od oxitocina) costituente il neurosecreto. Nell’assoplasma sono contenuti, inoltre, mitocondri, microtubuli, membrane del reticolo endoplasmatico liscio e vescicole del diametro di circa 50 nm. Queste vescicole sono state interpretate come vescicole sinaptiche contenenti probabilmente acetilcolina; secondo un’altra ipotesi si tratterebbe di residui del processo di degranulazione.
Granuli e vescicole sono particolarmente numerosi a livello dei terminali delle fibre. Questi ultimi possono mettersi direttamente in rapporto con la parete dei capillari, oppure possono stabilire un rapporto indiretto, tramite i prolungamenti dei pituiciti disposti attorno ai capillari stessi. A livello dei terminali non si osservano mai specializzazioni di membrana di tipo sinaptico.
I pituiciti sono cellule di nevroglia modificate.
La componente vascolostromale è rappresentata da capillari di tipo sinusoidale, spesso raggruppati a formare gomitoli (corpi di Grewing) entro i quali penetrano terminali assonici che si mettono in rapporto con la parete capillare. Quest’ultima è costituita da un sottile endotelio fornito di pori chiusi da diaframmi. Attorno ai capillari esistono una lamina basale e un ricco intreccio stromale di fibrille collagene.
Ipofisi di uomo. Organo impari e mediano, appeso mediante il peduncolo ipofisario alla faccia inferiore del cervello: si trova pertanto nella scatola cranica entro la sella turcica dello sfenoide. E’ costituita da due parti distinte per struttura, funzione e origine embriologica: la neuroipofisi (Ne) situata posteriormente, fa parte del diencefalo, è costituita da fibre nervose amieliniche e da pituiciti, che sono cellule gliali. L’adenoipofisi (Ad) ha una struttura epiteliale e comprende il lobo anteriore (La), il lobo intermedio (Li) e la lingula. Negli individui giovani (fino al 16° anno) è possibile evidenziare la fessura ipofisaria (f) che divide il lobo anteriore da quello intermedio. (Colorazione Mallory Azan).
Particolare dell’immagine precedente visto a maggiore ingrandimento. (Colorazione Mallory Azan)
La neuroipofisi (Ne) è più piccola, ha un colore più chiaro, è in continuità tramite il peduncolo ipofisario con l’eminenza mediana del tuber cinereum dell’ipotalamo (da cui tramite il fascio ipotalamo-ipofisario riceve ossitocina e adiuretina). Ha una struttura fibrillare, costituita da fibre nervose amieliniche fra le quali sono intercalate cellule di nevroglia fornite di prolungamenti, dette pituiciti.
Il lobo intermedio (Li) è formato da cellule epiteliali ghiandolari che elaborano intermedina (o ormone melanostimolante). Nell’individuo adulto contiene delle formazioni cistiche (cisti del Rathke) che rappresentano i residui della fessura ipofisaria.
Fonte: Istituto di anatomia umana normale università degli studi di Bologna
Articolo creato il 13 luglio 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.