Mucosa respiratoria
La mucosa respiratoria si presenta di colorito roseo, lucente perché ricoperta da uno strato di muco e alquanto spessa, particolarmente in corrispondenza del meato inferiore, del margine libero del cornetto medio, dell’estremità posteriore del meato superiore e della parte inferiore del setto. È costituita da un epitelio di rivestimento e da una lamina propria.
L’epitelio di rivestimento è cilindrico, pluriseriato con ciglia vibratili. Tra le cellule cigliate, che sono la maggioranza, si trovano numerose cellule caliciformi, distribuite in modo non omogeneo. Le zone della mucosa che sono maggiormente esposte, come quelle che ricoprono i cornetti, possono presentare piccole aree rivestite da epitelio pavimentoso stratificato. Dal punto di vista ultrastrutturale l’epitelio respiratorio è simile a quello della trachea e dei bronchi.
La lamina propria è costituita da un connettivo piuttosto povero di fibre elastiche, più lasso nella parte superficiale dove si trovano anche linfociti raccolti in aggregati nodulari, più denso nella parte profonda che aderisce al periostio e al pericondrio.
Nel connettivo, subito sotto l’epitelio, si trovano numerose ghiandole tubuloacinose ramificate, simili alle ghiandole salivari minori. Il secreto, in parte sieroso e in parte mucoso, oltre alla funzione di trattenere le particelle corpuscolate depurando l’aria inspirata, possiede anche azione antibatterica a causa del suo contenuto in lisozima e in immunoglobuline, soprattutto della classe IgA.
La vascolarizzazione è ricca in tutta la mucosa respiratoria, ma in alcune zone, quali il meato inferiore e la parte media del setto, presenta uno sviluppo particolare, disponendosi anche a costituire formazioni di tipo erettile. Le arterie, a partire da rami profondi situati in vicinanza del periostio, decorrono perpendicolarmente alla superficie della mucosa, ramificandosi in una fitta rete capillare sottoepiteliale, dopo aver formato un plesso intermedio nello strato ghiandolare della lamina propria; dalla rete capillare partono venule nella cui parete si trova un’abbondante componente muscolare che, in profondità, forma sfinteri; questi, contraendosi, possono bloccare il flusso venoso determinando così uno stato congestizio della mucosa. Le anastomosi arterovenose sono numerose e si presentano sotto forma di vasi tortuosi provvisti di una spessa tonaca media.
Particolarmente in corrispondenza dei cornetti medio e inferiore si trova un plesso venoso superficiale che conferisce alla lamina propria l’aspetto di un tessuto cavernoso in quanto si osservano ampie caverne venose separate tra loro da esili setti fibrosi. Fibre ortosimpatiche (adrenergiche) provenienti dal ganglio cervicale superiore esercitano azione costrittrice sul sistema vascolare della mucosa nasale. Fibre parasimpatiche (colinergiche) che provengono dal ganglio pterigopalatino promuovono la vasodilatazione e risultano inoltre eccitosecretrici.
Nella parte del setto in cui la mucosa trapassa nella cute del vestibolo, la tonaca propria presenta papille molto alte contenenti numerosissimi capillari che si spingono anche entro l’epitelio, fino quasi alla superficie libera. Tale zona, detta locus Valsalvae, è sede di emorragie nasali (epistassi).
Articolo creato il 13 luglio 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.