Metodi per la dimostrazione dei lipidi
Il metodo per la dimostrazione dei grassi neutri si basa sull’uso di sostanze colorate capaci di sciogliersi soltanto nei lipidi, ai quali queste conferiscono le loro proprietà cromatiche. Si tratta pertanto di un meccanismo di colorazione puramente fisico. Il primo colorante di questo gruppo ad essere usato è stato il Sudan III: esso conferisce ai grassi neutri una tinta arancione; più recente è l’uso del Sudan nero B che colora in blu scuro o nero praticamente tutti i lipidi, anche quelli complessi (fosfolipidi). Le sezioni del materiale da colorare con il Sudan debbono essere allestite per mezzo del microtomo congelatore o del criostato.
È nota la proprietà che ha l’acido osmico di reagire con i lipidi e di tingerli in nero. Tale proprietà deriva dalla riduzione dell’acido osmico ad osmio metallico, il quale è capace di provocare l’aggregazione di molecole contigue di acidi grassi insaturi a livello del doppio legame.
Tra i metodi di colorazione dei fosfolipidi viene consigliato il metodo di Baker. Il metodo si fonda sul principio che i fosfolipidi, dopo cromizzazione, cioè trattamento con acido cromico, formano con l’ematossilina delle lacche di tonalità blu scura o blu nera, resistenti ad una miscela di ferrocianuro-borace, atta a fungere da differenziatore. La specificità del metodo di Baker va controllata con estrazione in piridina, in quanto altri costituenti tessutali possono risultare egualmente tingibili. A questo riguardo i fosfolipidi si colorano solo se il tessuto non è stato previamente sottoposto ad estrazione.
A somiglianza degli altri lipidi, la cherasina è colorata dal Sudan nero, ma che nel contempo è solubile in acetone a caldo e da la reazione del PAS in virtù della sua componente glicidica. Il metodo di Smith-Dietrich per i fosfolipidi è capace di rivelare la sola cherasina, quando si è provveduto alla estrazione preliminare del tessuto con etere, acetone ed acqua bollente.
La dimostrazione istochimica del colesterolo può venire eseguita applicando il metodo di Schultz. Esso si basa sulla trasformazione del colesterolo e dei suoi esteri in ossicolesterolo o 7-idrossicolesterolo. Per la rivelazione dell’ossicolesterolo si fa uso di una miscela di acido acetico e di acido solforico, a mezzo della quale la sostanza assume una intensa colorazione blu-verde.
Per l’individuazione di accumuli interstiziali di colesterolo e di esteri di colesterolo si può fare uso del microscopio polarizzatore, che lascia apprezzare cristalli allungati aghiformi. L’osservazione va fatta su sezioni al microtomo congelatore, in quanto, se il tessuto è stato incluso in paraffina, i cristalli vengono disciolti. In questa ultima evenienza il tessuto mostra degli spazi vuoti aghiformi che corrispondono alle impronte o figure negative dei cristalli.
Articolo creato l’8 marzo 2010.
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