Lesioni da armi da fuoco a carica multipla
Nelle lesioni prodotte da armi da fuoco a carica multipla (come un fucile da caccia), si osservano ferite multiple prodotte dai pallini contenuti nelle cartucce, salvo nei casi in cui il colpo sia stato esploso da distanza ravvicinata o a contatto. Per effetto della resistenza dell’aria, dopo 2 metri i pallini tendono a perdere energia cinetica e ad allontanarsi progressivamente dal “nucleo” centrale, formando la cosiddetta rosata; quanto maggiore è la distanza, tanto maggiore sarà il diametro della rosata, sino alla possibilità di produrre ferite da pallini singoli per distanze elevate.
È possibile distinguere tre tipi di lesività:
- Ferite a breccia unica: quando il colpo è esploso da distanza ravvicinata o a contatto ed i pallini sono ancora raggruppati con effetto palla; in questi casi è possibile rinvenire all’interno del corpo anche la borra al seguito dei pallini (la borra serve a trasmettere in modo uniforme la forza di spinta), che potrà fornire utili indicazioni sul calibro dell’arma; infatti potendo caricare una stessa cartuccia con pallini di dimensioni differenti, non è possibile risalire al calibro dell’arma dall’analisi dei pallini. Considerando cartucce calibro 12 caricate con pallini di diametro medio (2,3-2,5 mm), è possibile osservare ferite a breccia unica per distanze comprese orientativamente entro 1,5 m dalla bocca dell’arma.
- Ferita a breccia unica, contornata da fori di ingresso singoli: si realizza quando il colpo è esploso da distanza medio-ravvicinata ovvero quando inizia a formarsi la rosata ed i pallini tendono ad allontanarsi l’uno dall’altro, pur sussistendo ancora una massa centrale di pallini raggruppati; in tali casi è spesso possibile osservare sulla cute limitrofa al foro di ingresso principale, un’area escoriata-ecchimotica, spesso figurata dovuta all’impatto cutaneo della borra che, essendo dotata di minore energia cinetica, tende a separarsi e quindi progressivamente a distanziarsi dalla massa dei pallini;
- Ferita a brecce multiple: quando la rosata si è già formata ed i pallini sono ormai distanziati l’uno dall’altro.
Come per le lesioni da proiettili a carica singola, anche in questi casi è possibile fornire indicazioni orientative circa la direzione di sparo: se la morfologia della ferita/rosata è circolare, il colpo sarà stato esploso perpendicolarmente alla superficie cutanea, se invece è eccentrica sarà stato esploso obliquamente. Analogamente è possibile rinvenire per i colpi esplosi a contatto l’impronta ecchimotica cutanea lasciata dal vivo di volata della canna concentrica al foro di ingresso ovvero per i colpi esplosi da distanza ravvicinata un alone di ustione, l’affumicatura ed il tatuaggio con caratteristiche sostanzialmente sovrapponibili a quelle già descritte per le lesioni prodotte da proiettili a carica singola.
I tramiti sono solo raramente rettilinei, essendo i pallini facilmente deviati dai tessuti intracorporei; inoltre per effetto del notevole rallentamento determinato dai tessuti, è difficile osservare fori di uscita.
Articolo creato il 27 gennaio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.