Lavanda gastrica
La lavanda gastrica si realizza mediante l’introduzione di una sonda nello stomaco lavando la cavità gastrica con acqua o soluzione fisiologica normale pura o diluita al 50%, per rimuovere il veleno assorbito. L’operazione dovrebbe essere eseguita con la massima tempestività, ma solo se le funzioni vitali del paziente non sono compromesse.
Le controindicazioni a questa procedura generalmente sono le stesse che per gli emetici; in più esiste la potenziale complicazione di provocare una ferita meccanica alla gola, all’esofago e allo stomaco.
La sola attrezzatura necessaria all’esecuzione della lavanda gastrica è costituita da una sonda e da una siringa di grosse dimensioni. La sonda deve essere del calibro più grande possibile, di modo tale che la soluzione di lavaggio, il cibo e il veleno (sia esso liquido o in forma di capsula o pillola) fluiscano liberamente e l’operazione possa essere portata a termine rapidamente. Nel caso di pazienti in preda a convulsioni o che abbiano perso il riflesso faringeo, per prevenire l’aspirazione dovrebbe essere posizionato, prima di iniziare il lavaggio, un tubo endotracheale con un manicotto gonfiabile.
Durante la lavanda gastrica il paziente deve essere posto sul fianco sinistro, per via dell’asimmetria anatomica dello stomaco, con la testa oltre il bordo del lettino e il viso rivolto in basso. Se possibile, è opportuno sollevare i piedi dal lettino. Questa tecnica minimizza l’eventualità di aspirazione nei polmoni.
Nello stomaco devono essere instillati di vola in volta solo volumi modesti di soluzione di lavaggio (120-300 ml), in modo tale che il veleno non venga spinto nell’intestino. Bisogna ripetere il lavaggio finché i liquidi di recupero non siano chiari, il che normalmente richiede 10-12 lavaggi per un totale di 1.5-4 litri di fluidi di lavaggio impiegati. Al termine della lavanda gastrica, lo stomaco può essere lasciato vuoto, oppure si può introdurre un antidoto attraverso la sonda. Se non si dispone di un antidoto specifico contro il veleno, si somministra talvolta una sospensione liquida di carbone attivo o un purgante.
Articolo creato il 2 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.