Accademia di Medicina di Torino

La chirurgia in Piemonte

Tra le fronde dell’albero ritratto in copertina del testo di Mario Nano, professore di Chirurgia Generale, “La Chirurgia in Piemonte – Storia di una Scienza e di una Regione” (Edizioni Minerva Medica, 2021), si scovano volti di illustri chirurghi. Si può seguire l’itinerario cronologico numerato.

  1. LEONARDO BOTALLO

Il nome più prestigioso della Chirurgia del XVI secolo (Asti, 1519 circa), legato al forame ovale (anomalia congenita nel cuore che consiste nella persistenza di un tunnel fra due camere cardiache) e al dotto arterioso che mette in comunicazione l’aorta con l’arteria polmonare. Scrive due trattati, “De foramina ovali” (1561) e “De via sanguinis a dextero in sinistrum cordis ventriculum” (1564).

  1. AMBROGIO BERTRANDI

Nasce a Torino il 17 ottobre 1723. Dopo un soggiorno a Londra e Parigi, rientra a Torino con un notevole patrimonio culturale e Carlo Emanuele III crea per lui il titolo di Professore sostituto di chirurgia. Inizia il progetto del teatro anatomico, completato nel 1760. Il 15 marzo 1758 viene nominato Professore di Chirurgia Pratica e chirurgo della Real Persona. Ottiene dal re l’insegnamento ufficiale per le ostetriche (prima Scuola Ufficiale d’Europa). Scrive il “Trattato sulle operazioni di chirurgia” (Nizza, 1763).

  1. MICHELE VINCENZO GIACINTO MALACARNE

È il nome più prestigioso della fine del Settecento, nasce a Saluzzo, il 28 settembre 1744. Nel 1772 percorre le valli del Po per uno studio sui gozzi, “Sui gozzi e sulla stupidità che in alcuni paesi gli accompagna”. Affronta studi di Anatomia Comparata sul sistema nervoso centrale. Vittorio Amedeo III lo nomina chirurgo della sanità militare e delle carceri. Dal 1791 è titolare di cattedra di Chirurgia Teorica e Pratica. Compila un’opera di storia della medicina, “Delle opere dei medici e dei cerusici che nacquero e fiorirono prima del secolo XVI negli stati della Real Casa di Savoia”.

  1. ALESSANDRO RIBERI

Nasce a Stroppo (CN) il 17 aprile 1794, si laurea nel 1815 in Chirurgia, in Medicina due anni dopo. Nel 1820 è assistente della Clinica Chirurgica diretta da Lorenzo Geri. Nel 1825 diviene Professore sostituto all’Università e Chirurgo maggiore delle guardie del re. Diviene titolare della cattedra di Chirurgia Operativa nel 1826. Si impegna a unificare le due facoltà. Studia fra il 1817 e il 1819 la gangrena nocosomiale (acquisita in ospedale) e se la inocula per dimostrarne la contagiosità. Studia parimenti l’erisipela (infezione acuta della pelle). Insegna ostetricia, studia clinica oculistica. È il primo in Italia a operare in anestesia eterea. Riunisce un corpo di validissimi studiosi intorno all’Accademia, riorganizza il corpo di sanità militare. Il suo profilo campeggia accanto al titolo del “Giornale di medicina militare”.

  1. LORENZO BRUNO

Nasce a Murazzano (CN) il 20 luglio 1821, è assistente alla Clinica Chirurgica diretta da Riberi. “Sommo maestro” per la chirurgia delle vie urinarie. Nel 1870 introduce l’antisepsi alla Lister (procedura con l’obiettivo di neutralizzare la riproduzione di microrganismi microbici). È stato il Presidente del primo Comitato piemontese della Croce Rossa. È stato medico di Vittorio Emanuele II.

  1. GIACINTO PACCHIOTTI

Nasce a S. Cipriano (Voghera) il 14 ottobre 1820. Vanta periodi di istruzione in Francia e Inghilterra, diviene Medico capo dell’Ospedale valdese, in base alla legge Casati è stato il primo Patologo chirurgo. Intuisce il concetto avveniristico dell’assistenza a domicilio dei pazienti operati da parte dei suoi collaboratori, la “continuità assistenziale” ante litteram. Nel 1876 inizia la carriera politica con l’elezione al Consiglio Comunale di Torino. È stato il propugnatore del risanamento di Torino, soprattutto in riferimento al problema delle acque potabili e delle opere fognarie. Inaugura nel 1862 il primo Ufficio Comunale di Igiene al mondo.

  1. VALENTINO OLIVA

Nasce a Borgo San Dalmazzo (CN) nel 1858, diviene assistente di Pacchiotti in Patologia Chirurgica. Chirurgo primario in quello che sarà il Maria Adelaide, nel 1889 è al Cottolengo e dal 1903 al 1920 al San Giovanni. Pubblica in particolare sul tetano cefalico con le sue teorie sulle tossine tetaniche. Tra i primi in Italia pratica l’operazione di Hoffa per la lussazione congenita dell’anca (il corpo di Hoffa è una struttura che si trova nella zona anteriore del ginocchio). Per primo pratica l’allungamento del tendine di Achille nel 1892 ed è cofondatore della Scuola Ortopedica Italiana.

  1. ANTONIO CARLE

Nasce a Chiusa Pesio il 3 maggio 1854, nel 1877 inizia ricerche sull’antisepsi con iodoformio. “A poco vale il virtuosismo della mano, se questa non è guidata dalla mente illuminata”. Nel 1884 dimostra l’infettività del tetano (firma un contributo sul Giornale della Reale Accademia di Medicina nel 1884 con Rattone). Nel 1886 studia le conseguenze della gastroenteroanastomosi (creazione di un’apertura tra stomaco e intestino) e studia con Angelo Mosso la modificazione della circolazione cerebrale durante la narcosi. Promuove la collaborazione tra chirurgia e scienze biologiche.

  1. MARIO DONATI

Nasce a Modena il 24 febbraio 1879, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Torino dal 1928 al 1932, la sua tecnica ha una precisione e un’eleganza impeccabili. Sostiene che la chirurgia non è tecnica ma prima di tutto clinica. Si distingue per l’esofagoplastica, la chirurgia gastrica e il particolare metodo per la cura dell’ernia.

  1. OTTORINO UFFREDUZZI

Nasce ad Agrigento il 4 ottobre 1881, diviene Ordinario di Patologia Chirurgica nel 1925. È stato un grande clinico ed un eccellente ricercatore. Dal 1907 al 1911 studia la sostituzione in baronarcosi (iperpressione controllata) dell’esofago anticipando di trent’anni la moderna chirurgia del mediastino.

  1. LUIGI BIANCALANA

Cattedratico di Patologia Chirurgica e noto pioniere della chirurgia toracica. È ricordato dal trattato di Alessandri e Torraca (1944) per un trapano a mano per neurochirurgia che riprende con tecnologia moderna e metallo inossidabile la classica forma del “trephine” a collo d’oca (dall’appendice sui ferri chirurgici di Marco Galloni).

  1. ACHILLE MARIO DOGLIOTTI

Pioniere della cardiochirurgia, a lui si deve l’invenzione dell’anello per commisurotomia mitralica (separazione dei lembi della valvola, 1951). Calzato sulla prima falange dell’indice ha permesso un importante intervento sulla valvola cardiaca quando si operava a cielo chiuso e cuore battente. Altro contributo è stato una pompa ossigenatrice applicata all’uomo per creare una circolazione extracorporea (dall’appendice sui ferri chirurgici).