Intelligenza artificiale nel trattamento della sindrome di Wolff-Parkinson-White
I risultati di uno studio internazionale svolto a Maria Cecilia Hospital di Cotignola dimostrano che l’innovativa procedura è ancora più precisa e consente di minimizzare l’uso delle radiazioni fino a ridurle a zero.
Si stima che una persona su 450 soffra di sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW), una patologia congenita generata da un’anomala conduzione cardiaca che può dare origine a episodi di tachicardia.
Il disturbo si presenta nel 70% dei casi nella popolazione maschile in giovane età e può colpire sia soggetti con cuore sano che soggetti che soffrono di cardiopatie strutturali. Si tratta di una delle tachicardie da rientro atrioventricolari che rappresentano circa il 30% delle tachicardie sopraventricolari e sono particolarmente comuni in età pediatrica.
La sindrome di Wolff-Parkinson-White si manifesta nei pazienti più giovani con episodi di accelerazione improvvisa del battito cardiaco e cardiopalmo, sia in fase di sforzo sia a riposo, mentre nei soggetti adulti con sensazione di cardiopalmo associata talvolta a svenimento, vertigine, dolore toracico e dispnea. Gli esami elettrofisiologici endocavitari sono fondamentali per valutare quali individui con la sindrome di WPW sono a rischio di morte cardiaca improvvisa.
Abitualmente, i pazienti affetti da questa sindrome vengono trattati con farmaci che agiscono bloccando la conduzione attraverso il nodo atrioventricolare, trattamento che però è controindicato in pazienti che soffrono di fibrillazione atriale e nei soggetti più giovani che sarebbero vincolati alla terapia farmacologica a vita, o con l’ablazione transcatetere, tecnica mininvasiva considerata curativa e salvavita.
Tuttavia, oggi si apre una nuova opzione terapeutica grazie a uno studio recentemente pubblicato sull’importante rivista dell’organizzazione internazionale Heart Rhythm Society. La pubblicazione, frutto del lavoro dell’équipe di Aritmologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, presenta un innovativo modello di “intelligenza artificiale” applicata all’aritmologia interventistica, un “work-flow” (ovvero flusso di lavoro) che, dall’analisi automatica dei segnali e degli elettrogrammi intracardiaci, consente di riconoscere e localizzare con precisione la via anomala cardiaca, favorire l’ablazione sulla zona più mirata del tessuto cardiaco, minimizzando l’uso delle radiazioni fino a ridurle a zero.
Tradizionalmente, prima della mappatura del sistema elettroanatomico del cuore, c’erano molteplici fattori chiave da prendere in considerazione per il successo dell’ablazione in questa sindrome aritmogena: tecnologia e stabilità del catetere, attenta analisi dei segnali e degli elettrogrammi intracardiaci, nonché l’esperienza dell’operatore, fondamentale soprattutto nel riconoscere il segnale specifico della via anomala e la sua localizzazione, spiega il dott. Saverio Iacopino, responsabile dell’équipe di Aritmologia di Maria Cecilia Hospital che ha condotto lo studio e Coordinatore Nazionale di Aritmologia ed Elettrofisiologia di GVM Care & Research.
La procedura apre la possibilità straordinaria di trattare pazienti giovanissimi, atleti agonisti e non, donne in gravidanza (in passato a volte costrette all’interruzione per poter intervenire sulla patologia) e nei soggetti per i quali l’anomalia elettrica viene individuata in maniera tardiva.
Può essere considerato a tutti gli effetti un esempio di “intelligenza artificiale” – continua il dott. Iacopino – basato su una valutazione multiparametrica e su un processo di mappatura automatica che consente di ridurre al minimo il rischio di complicanze e di minimizzare le radiazioni emesse durante la procedura fino ad eliminarle. Questo nuovo “work-flow” ha dimostrato un grande potenziale, perfezionando la diagnosi di localizzazione e favorendo l’ablazione sulla zona più mirata del tessuto cardiaco, accorciando il tempo di erogazione della radiofrequenza a pochi secondi e rendendo l’ablazione stessa più sicura.
Dott. Iacopino