Ghiandole endocrine unicellulari
Una serie di elementi cellulari capaci di produrre sostanze attive di tipo ormonale, e che riconoscono alcune caratteristiche comuni, tali da poterle inquadrare in un unico sistema, costituiscono il così detto sistema endocrino diffuso (o sistema APUD).
In tale sistema andrebbero considerate non soltanto le cellule da lungo tempo identificate nella mucosa gastrointestinale come cellule enterocromaffini e argentaffini, produttrici di 5-idrossitriptamina (o serotonina), ma anche tutte le altre cellule argirofile (capaci cioè di assumere, ma non di ridurre, i sali d’argento), distribuite sia a livello dell’epitelio di rivestimento e delle ghiandole esocrine annesse dell’apparato digerente, sia nella mucosa tracheobronchiale, nelle vie urogenitali, nella cute, nel glomo carotideo e facenti parte anche di strutture endocrine pluricellulari (cellule C della tiroide, cellule adrenocorticotrope e melanotrope dell’ipofisi, cellule della midollare surrenale, cellule principali delle paratiroidi).
L’estrema eterogeneità di tale insieme di cellule è caratterizzata da punti comuni:
- La gran parte di queste cellule produce sostanze di natura polipeptidica (gastrina, secretina, somatostatina, encefalina, urogastrone, colecistochinina, polipeptide intestinale vasoattivo, bombesina, ecc.). I granuli di secreto possono contenere anche amine biogene quali serotonina, dopamina e istamina.
- Le cellule del sistema hanno la proprietà di assumere sostanze aminoacidiche, che sono precursori di amine biogene (L-dopa, idrossitriptofano) e di trasformarle, per opera dell’enzima aminoacidodecarbossilasi, nelle corrispondenti amine (dopamina, 5-idrossitriptamina). Per tale ragione è stata introdotta la definizione di sistema APUD (Amine Precursor Uptake and Decarboxylation = captazione e decarbossilazione di precursori aminici).
- Tutte le cellule del sistema hanno origine dalle creste neurali.
Peraltro, secondo un’altra ipotesi, l’identità di queste cellule, considerate molto simili a quelle nervose e di origine più genericamente neuroectodermica (e dette perciò paraneuroni), sarebbe meglio definita da altre caratteristiche, quali:
- La capacità di produrre sostanze simili o uguali ai mediatori chimici dell’impulso nervoso (amine) o sostanze proteiche o polipeptidiche ad azione ormonale
- La presenza nel citoplasma di vescicole similsinaptiche e/o di granuli simili a quelli del neurosecreto.
- Il modo di funzionare nel senso recettore-effettore, cioè liberando il secreto in seguito a stimoli chimici o meccanici o nervosi applicati e recepiti in corrispondenza della superficie cellulare.
Dal punto di vista strettamente morfologico, le cellule endocrine presentano alcuni aspetti comuni e altri diversi da caso a caso.
Per esempio, le cellule incluse in epiteli di rivestimento hanno tutte i granuli argentaffini o argirofili in posizione basale (cosiddette cellule basigranulose), ma mentre alcune di esse sono disposte in modo da appoggiare con la loro base sulla lamina basale dell’epitelio e da raggiungere con l’apice la superficie ed essere quindi in rapporto con il lume dell’organo (cosiddetta disposizione di “tipo aperto”), altre invece hanno posizione profonda e non arrivano alla superficie luminale (disposizione di tipo “chiuso” o “escluso”). Le cellule di tipo “aperto”, largamente distribuite nell’apparato digerente, presentano al loro apice microvilli, che funzionerebbero come apparato recettore per stimoli provenienti dal lume intestinale.
Nel citoplasma delle cellule endocrine si osserva, in genere, un reticolo endoplasmatico granulare e agranulare discretamente sviluppato, un evidente apparato di Golgi, mitocondri, lisosomi, microfilamenti e microtubuli. I granuli derivano dalle vescicole secretorie dell’apparato di Golgi, hanno diametro variabile e diversa opacità agli elettroni. Con i metodi immunoistochimici è possibile determinare la natura del secreto.
L’emissione del secreto avviene con un meccanismo di esocitosi, ma mentre in alcuni casi il prodotto emesso passa nel circolo sanguigno e va a esercitare la sua azione su cellule od organi bersaglio posti a distanza (attività di tipo endocrino), in altri casi il prodotto diffonde localmente e svolge la sua azione su cellule e strutture limitrofe alle cellule produttrici (attività di tipo paracrino).
La frequenza di quest’ultimo meccanismo ha indotto a riunire le cellule che lo utilizzano in un cosiddetto sistema paracrino.
Articolo creato il 20 novembre 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.