Ghiandole endocrine pluricellulari
Le ghiandole endocrine pluricellulari sono rappresentate da:
- Ipofisi.
- Epifisi.
- Tiroide.
- Paratiroidi.
- Isolotti pancreatici.
- Ghiandole surrenali.
- Ghiandola interstiziale del testicolo.
- Teca interna dei follicoli oofori.
- Ghiandola interstiziale dell’ovaia.
- Corpo luteo.
Le ghiandole endocrine pluricellulari presentano un’organizzazione strutturale diversa da organo a organo. Da un punto di vista morfologico esse possono infatti essere distinte in: 1) ghiandole a struttura compatta, costituite cioè da cordoni o nidi cellulari; 2) ghiandole a struttura follicolare, nelle quali le cellule sono disposte a circoscrivere cavità contenenti colloide; 3) ghiandole interstiziali, formate da gruppi di cellule endocrine sparsi nello stroma di un organo non endocrino.
Dal punto di vista dell’origine embriologica si distinguono: 1) ghiandole di origine ectodermica, quale l’adenoipofisi; 2) ghiandole di origine neuroectodermica, come la neuroipofisi, l’epifisi, la midollare surrenale; 3) ghiandole di origine mesodermica, rappresentate dalla corticale surrenale e dalle formazioni endocrine delle gonadi (teca interna dei follicoli e corpo luteo dell’ovaia, cellule interstiziali del testicolo); 4) ghiandole di origine entodermica, che derivano o dall’intestino branchiale e sono perciò anche dette ghiandole branchiali, quali la tiroide e le paratiroidi, o dall’intestino anteriore come gli isolotti pancreatici.
Anche la natura chimica degli ormoni prodotti è variabile. Si identificano così: ghiandole a secrezione steroidea, come le corticali surrenali e le ghiandole endocrine sessuali; ghiandole a secrezione proteica o glicoproteica, come l’ipofisi anteriore; ghiandole secernenti catecolamine, come la midollare surrenale; ghiandole secernenti sostanze iodinate come la tiroide; e infine un gruppo di ghiandole (paratiroidi, isolotti pancreatici, cellule C della tiroide, ecc.) secernenti polipeptidi a catena breve (da meno di dieci a circa cento aminoacidi).
Una valutazione morfologica dell’attività delle ghiandole endocrine pluricellulari è basata su fattori molteplici che debbono essere considerati globalmente, ma procedendo sempre da quelli di ordine generale a quelli più particolari, riferiti a singoli tipi cellulari o a singole cellule e ottenuti tramite l’indagine istochimica o al microscopio elettronico.
Valgono come criteri generali lo sviluppo di un organo, la sua architettura, la sua vascolarizzazione, la predominanza eventuale di un tipo cellulare sugli altri, la grandezza e il contenuto delle cavità follicolari, ecc.
Importanti parametri specifici sono rappresentati dall’identificazione e dalla valutazione quantitativa dell’ormone o dei suoi precursori, accumulati sotto forma di granuli di secreto entro le cellule o sotto forma di colloide entro le cavità follicolari. Tuttavia, questi dati potrebbero essere ingannevoli senza l’ausilio di criteri aspecifici di valutazione, che ragguaglino sul grado di attività delle cellule endocrine in un determinato momento.
Questi criteri riguardano la disposizione delle cellule endocrine, i loro rapporti con i capillari, la loro forma, le caratteristiche del nucleo e del nucleolo e, a seconda del tipo di ormone prodotto, lo sviluppo dei singoli organuli citoplasmatici, cioè dell’ergastoplasma e dell’apparato di Golgi responsabili della sintesi delle proteine e delle glicoproteine, dei mitocondri e del reticolo endoplasmatico liscio implicati nella sintesi degli steroidi.
Le ghiandole endocrine hanno diversa derivazione embriologica:
- Dall’endoderma derivano: tiroide, paratiroide, timo, isole pancreatiche, sistema endocrino diffuso gastroenterico.
- Dall’ectoderma derivano: ipofisi, epifisi, cellule neurosecernenti e cromaffini.
- Dal mesoderma derivano: corticosurrene, ovaio, testicolo.
Articolo creato il 20 novembre 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.