Fegato
Il fegato è una ghiandola esocrina annessa al canale alimentare; tra i visceri è l’organo più voluminoso.
Funzioni
Il fegato ha funzioni ghiandolari esocrine che svolge elaborando la bile che, attraverso le vie biliari extraepatiche, viene immessa nel duodeno dove svolge funzioni importanti, particolarmente ai fini della digestione dei grassi.
Per le sue complesse funzioni il fegato può essere considerato anche come una particolare ghiandola a secrezione interna, non perché secerne ormoni, ma in quanto riversa direttamente nel sangue numerosi elaborati (glucosio, proteine, lipoproteine).
Il fegato è inoltre intercalato fra il circolo portale e quello della vena cava inferiore; riceve il sangue refluo dalla milza, dallo stomaco, dall’intestino tenue e dalla maggior parte del crasso e opera sui metaboliti assorbiti a livello intestinale, funzionando come organo di deposito per alcuni materiali proteici, lipoproteici e glucidici che hanno un ruolo importante nel mantenimento di numerosi parametri ematochimici. In questo senso, il fegato può essere considerato come un organo essenziale al mantenimento dell’omeostasi ematica. Tutte le funzioni fin qui ricordate si svolgono a livello degli epatociti.
Nel contesto del fegato si trovano peraltro altre componenti cellulari di rilievo, come le cellule stellate (di Kupffer), elementi di tipo macrofagico in posizione endoteliale, che hanno funzioni significative, per esempio, per l’eritrocateresi.
Sede
Il fegato si trova nello spazio sovramesocolico della cavità addominale, dove occupa la loggia sottofrenica destra; esso corrisponde all’ipocondrio destro e a parte dell’epigastrio e dell’ipocondrio sinistro. Si trova cioè tra il diaframma in alto che lo separa dai polmoni e dal cuore, lo stomaco e il colon trasverso in basso e le ultime vertebre toraciche sui corpi delle quali esso appoggia posteriormente.
Forma e dimensioni
La forma è quella di un ovoide che abbia subito l’asportazione della sua porzione inferiore sinistra secondo un piano obliquo dall’alto in basso, da sinistra a destra, dall’avanti all’indietro. Il diametro trasverso misura 26-28 cm, quello antero-posteriore 16-17 cm, quello verticale massimo, a livello del lobo destro è di 8 cm. Il fegato ha un peso medio di 1500 g nel maschio e 1400 g nella femmina. Tale valore si calcola nel cadavere; nel vivente a tale peso va aggiunto quello del sangue che circola nell’organo, pari a 400-800 g.
Ha colorito rosso bruno e notevole consistenza; si lascia tuttavia facilmente deprimere dagli organi vicini che lasciano su di esso la loro impronta.
Facce
La superficie del fegato è liscia e offre a considerare una faccia antero-superiore (o diaframmatica), una faccia postero-inferiore (o viscerale), una faccia (o margine) posteriore arrotondato, un margine antero-inferiore libero e acuto, un margine postero-superiore mal definito e un margine posteroinferiore.
- La faccia antero-superiore (o diaframmatica) del fegato è liscia e convessa; guarda in alto e in avanti ed è limitata anteriormente e in basso dal margine anteriore e posteriormente dalla riflessione del peritoneo che forma il foglietto superiore del legamento coronario. Su tale faccia si trova il solco sagittale superiore che si estende dal margine antero-inferiore alla faccia posteriore, decorrendo dal basso in alto e leggermente da sinistra verso destra; a livello del solco sagittale si ha la riflessione delle lamine peritoneali che costituiscono il legamento falciforme. Il solco corrisponde quindi all’origine sulla faccia epatica del legamento falciforme e quindi al margine inferiore di questo.
La faccia diaframmatica è divisa dal solco sagittale superiore in due lobi, destro e sinistro.
La faccia superiore del lobo destro è più estesa e più convessa di quella sinistra. Su di essa, in corrispondenza della parte più alta, si notano solchi della lunghezza di 4-6 cm, di profondità variabile, orientati in senso antero-posteriore; sono queste le impressioni diaframmatiche che presentano costantemente una direzione antero-posteriore. Anteriormente a queste e più in basso si può trovare un altro solco diretto dall’indietro in avanti e in basso, che è l’impronta determinata dal margine libero dell’arcata costale. Al di sopra del solco costale si possono trovare altri solchi minori, sempre lasciati dalle coste.
La faccia diaframmatica del lobo sinistro è meno estesa e convessa della destra e presenta in prossimità del solco sagittale superiore una depressione, l’impressione cardiaca, corrispondente all’apice del cuore.
La faccia anterosuperiore del fegato è quasi completamente in rapporto con la cupola diaframmatica che la separa a destra dalla cavità pleurica e dalla base del polmone destro, a sinistra dal pericardio, dalla faccia inferiore e dall’apice del cuore. In avanti, a livello dell’epigastrio, essa si trova a diretto contatto con la parete anteriore dell’addome, in corrispondenza di uno spazio triangolare limitato dal margine inferiore delle due arcate costali e da una linea che unisce la 10a costa destra (punto più declive dell’arcata costale) all’8a costa sinistra. Questa linea delimita, in alto e a destra, il triangolo di Labbé, che corrisponde alla superficie della faccia anteriore dello stomaco che si pone in contatto diretto con la parete addominale anteriore e che può essere facilmente apprezzata con manovre semeiologiche. - La faccia postero-inferiore (o viscerale) del fegato è leggermente concava e volge in direzione posteriore e verso sinistra. La sua superficie, irregolare, è percorsa da tre solchi, il sagittale destro, il sagittale sinistro e il trasverso. I due solchi sagittali dividono la faccia viscerale in tre zone di cui una destra, una media e una sinistra. La zona media è a sua volta divisa dal solco trasverso in una parte anteriore e una posteriore.
- Il solco sagittale destro è costituito da un tratto anteriore e uno posteriore. Quello anteriore è ampio, accoglie la cistifellea e prende il nome di fossa cistica; esso raggiunge e intacca il margine anteriore del fegato a livello dell’incisura cistica.
Il tratto posteriore si estende sino alla faccia posteriore e accoglie la vena cava inferiore; è denominato fossa della vena cava. La fossa cistica è separata dalla fossa della vena cava da un tratto di parenchima, prolungamento del lobo caudato (di Spigelio), che prende il nome di tubercolo caudato. - Il solco sagittale sinistro è profondo ed è anch’esso diviso in due tratti. Il tratto anteriore contiene il legamento rotondo e raggiunge il margine anteriore determinandovi l’incisura del legamento rotondo. Il tratto posteriore è occupato, nel feto, dal condotto venoso (di Aranzio) il cui residuo nell’adulto forma il legamento venoso.
- Il solco trasverso rappresenta l’ilo epatico; è più prossimo alla faccia posteriore che al margine anteriore; misura 6-7 cm di lunghezza e 1 cm di larghezza. Accoglie le formazioni del peduncolo epatico che, dall’indietro in avanti, sono: i rami di divisione della vena porta, i rami di divisione dell’arteria epatica, i dotti epatici destro e sinistro; vi si trovano inoltre i linfatici del fegato e i rami nervosi del plesso epatico e del plesso biliare.
I due solchi sagittali e quello trasverso consentono di individuare sulla faccia viscerale del fegato un lobo destro, situato a destra del solco sagittale destro, un lobo sinistro, situato a sinistra del solco sagittale sinistro, un lobo quadrato, tra i due solchi sagittali e davanti al solco trasverso, e un lobo caudato (di Spigelio), tra i due solchi sagittali e dietro al solco trasverso.
Sulla faccia viscerale del lobo destro si possono osservare diverse impronte dovute a rapporti con organi contigui. Queste sono: l’impronta colica data dalla flessura colica destra e situata anteriormente, l’impronta renale e quella surrenale destra piuttosto ampia e disposta posteriormente, quella duodenale che si trova fra le due precedenti, in vicinanza della fossa cistica, data dal tratto sovramesocolico della porzione discendente del duodeno.
La faccia viscerale del lobo sinistro si modella sulla piccola curvatura dello stomaco e ne riceve una vasta impronta. A lato dell’estremità sinistra del solco trasverso, posteriormente all’impronta gastrica, si nota un rilievo, il tubercolo omentale, al di dietro del quale esiste una depressione, l’impronta esofagea.
Il lobo quadrato ha la superficie pressoché piana e si mette in rapporto con la faccia anteriore della parte pilorica dello stomaco e con la prima porzione del duodeno, ricevendone l’impronta.
Il lobo caudato (di Spigelio) si prolunga in basso e indietro, entrando in rapporto con il pilastro destro del diaframma e con la parete della vena cava inferiore. L’estremità anteriore del lobo caudato presenta due prolungamenti di cui uno, tondeggiante, volge a sinistra e sporge nel solco trasverso con il nome di processo papillare, l’altro volge a destra dividendo il solco sagittale destro nelle sue due parti ed è il tubercolo caudato.
- Il solco sagittale destro è costituito da un tratto anteriore e uno posteriore. Quello anteriore è ampio, accoglie la cistifellea e prende il nome di fossa cistica; esso raggiunge e intacca il margine anteriore del fegato a livello dell’incisura cistica.
- La faccia (o margine) posteriore del fegato è in rapporto con il diaframma e si presenta convessa in senso orizzontale; leggermente a sinistra della sua parte media presenta una profonda incisura dovuta al rapporto con la colonna vertebrale, l’incisura vertebrale; questa incisura corrisponde alla 9a-10a e 11a vertebra toracica. In questo tratto, la faccia posteriore del fegato si mette in rapporto con le formazioni che attraversano il diaframma, ossia con la vena cava inferiore, con l’aorta, con l’esofago e con i nervi vaghi. In corrispondenza della faccia posteriore si trovano due linee di riflessione peritoneale che costituiscono il foglietto superiore e quello inferiore del legamento coronario. Le due lamine peritoneali del legamento coronario sono piuttosto distanziate; la faccia posteriore risulta perciò largamente priva di rivestimento peritoneale e quindi a diretto contatto con il diaframma. Procedendo dal centro della faccia posteriore in direzione sia destra che sinistra si rileva che le due lamine del legamento coronario si avvicinano progressivamente per accollarsi, infine, in corrispondenza dei legamenti triangolari.
- Il margine antero-inferiore del fegato, sottile e tagliente, decorre dall’alto in basso e da sinistra a destra. Presenta due incisure che corrispondono all’estremità anteriore del solco sagittale sinistro (incisura ombelicale o del legamento rotondo) e all’estremità anteriore del solco sagittale destro (incisura cistica); la seconda è più ampia della prima. Il margine anteriore è in rapporto a destra con l’8a-9a costa sull’emiclaveare, attraversa quindi l’epigastrio, per mettersi in rapporto con la 6a-7a costa sinistra. In corrispondenza dell’estremo sinistro di questo margine si trova un prolungamento fibroso, la cosiddetta appendice fibrosa del fegato. Durante l’inspirazione il margine anteriore del fegato si abbassa di 1-2 cm.
- Il margine postero-superiore del fegato è arrotondato e delimita la faccia superiore rispetto alla posteriore. Esso delimita la faccia posteriore rispetto all’inferiore. A destra della vena cava esso presenta l’impronta della ghiandola surrenale destra; a sinistra della vena cava è formato dall’estremità posteriore del processo caudato.
Mezzi di fissità
Il fegato è fissato alla parete posteriore dell’addome dalle sue connessioni vascolari con la vena cava inferiore e da tessuto connettivo disposto tra la porzione destra della faccia posteriore e il diaframma. La vena cava inferiore aderisce da un lato all’orifizio proprio del diaframma e dall’altro al parenchima epatico del tratto posteriore del solco sagittale destro per opera delle vene epatiche che, a questo livello, si gettano nella vena cava stessa. Altri mezzi di fissità sono dati dai legamenti peritoneali.
Il fegato è rivestito dalla sierosa peritoneale viscerale sulla sua faccia antero-superiore e su quella postero-inferiore. Il peritoneo viscerale delimita la loggia epatica che contiene il viscere; esso si solleva in pieghe che formano legamenti tesi tra il fegato e le pareti della cavità addominale o altri visceri.
I mezzi di fissità più importanti del fegato sono: legamento coronario, legamenti triangolari, legamento falciforme e piccolo omento (o piccolo epiploon).
Altri legamenti peritoneali del fegato, che non assumono sempre grande rilievo, sono: il legamento epatorenale che si estende dalla faccia inferiore del lobo destro del fegato al polo superiore del rene destro e alla ghiandola surrenale destra e il legamento epatocolico che va dalla faccia inferiore del fegato alla flessura colica destra.
Vascolarizzazione e innervazione
Il sangue raggiunge il fegato attraverso due correnti di afflusso e lo lascia attraverso un’unica corrente di deflusso per versarsi nella vena cava inferiore.
I vasi sanguiferi che vanno al fegato sono l’arteria epatica e la vena porta; dal fegato defluiscono le vene epatiche.
L’arteria epatica e la vena porta, unitamente alle vie biliari, ai nervi e ai linfatici, per quel tratto che decorrono nel legamento epatoduodenale, costituiscono il peduncolo epatico dove la vena porta si trova posteriormente, il dotto epatico comune e poi la prima porzione del coledoco sono disposti in avanti e a destra, l’arteria epatica in avanti e a sinistra.
Arteria epatica e vena porta penetrano perciò nel fegato in corrispondenza dell’ilo; le vene epatiche si aprono invece nella vena cava inferiore a livello della faccia posteriore dell’organo.
Non si riconoscono linfatici all’interno dei lobuli. Le prime vie linfatiche si trovano negli spazi portali. Questi linfatici profondi possono seguire il decorso dei vasi sanguiferi e delle vie biliari per scaricarsi nei linfonodi ilari, oppure possono seguire le vene epatiche per raggiungere la vena cava e quindi, attraversato il diaframma, giungere ai linfonodi sopradiaframmatici. Esistono poi linfatici superficiali che decorrono al di sotto dell’involgimento peritoneale e si scaricano nei linfonodi dell’ilo oppure in quelli sopradiaframmatici, oppure ancora, seguendo il legamento falciforme, nei linfonodi retroxifoidei o infine in quelli paraaortici.
I nervi del fegato formano un plesso epatico anteriore e un plesso epatico posteriore.
Il plesso epatico anteriore è costituito dal nervo gastroepatico, dal plesso che circonda l’arteria epatica comune e da alcuni tronchi che seguono il decorso dell’arteria epatica propria. Il nervo gastroepatico origina dal vago di sinistra, 1 cm al di sotto dell’orifizio esofageo del diaframma, decorre nella pars flaccida del piccolo epiploon e, dopo avere incrociato anteriormente il lobo caudato, penetra nel fegato a livello della parte sinistra del solco trasverso.
Il plesso epatico posteriore risulta costituito da 2-3 rami che provengono dal nervo vago destro e raggiungono l’arteria epatica, da 3-4 tronchi nervosi che originano dal plesso celiaco e dal ganglio semilunare destro e si portano alle vie biliari extraepatiche (plesso biliare), da rami che dal ganglio semilunare vanno all’arteria epatica e infine da 3-4 nervi che, riunendosi in un tronco unico e disponendosi posteriormente al coledoco, costituiscono il nervo posteriore del coledoco.
Struttura
La struttura del fegato è descritta più dettagliatamente a questo link.
Indice
– Anatomia
– Funzioni
– Sede
– Forma e dimensioni
– Facce del fegato
– Mezzi di fissità
– Vascolarizzazione e innervazione
– Struttura
– Immagini
Articolo creato il 15 agosto 2011.
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