Età e risposta farmacologica
L’età del paziente può giocare un ruolo importante nella risposta ad alcuni farmaci, soprattutto quando ci si riferisce ai pazienti pediatrici e ai pazienti geriatrici.
Nei pazienti pediatrici, nei casi in cui non siano stati svolti studi clinici specifici sul dosaggio pediatrico, può essere rischioso cercare di adattare la dose dell’adulto al neonato o al bambino utilizzando come parametri di riferimento il peso o la superficie corporea, senza prendere in considerazione altri aspetti funzionali. Ad esempio:
- Nel paziente pediatrico si possono osservare differenze significative delle funzioni digestive rispetto all’adulto, con conseguente variabilità nell’assorbimento dei farmaci. Ciò avviene perché durante le prime settimane di vita la peristalsi è irregolare, lo svuotamento gastrico è rallentato e il pH gastrico rimane a livelli più elevati del normale fino ai 2 anni di età. Quest’ultimo fattore si traduce in un minore assorbimento di sostanze acide ed un maggiore assorbimento per sostanze basiche.
- Per quanto riguarda il processo di distribuzione, la capacità di legame di molti farmaci alle proteine plasmatiche è ridotta nella prima infanzia, a causa della più bassa concentrazione delle proteine plasmatiche rispetto all’adulto, e alcune sostanze endogene (acidi grassi, bilirubina) possono competere con i farmaci per i siti di legame sulle proteine.
- La capacità metabolica epatica nei confronti di alcuni farmaci può essere ridotta nel neonato, ma essa aumenta rapidamente durante i primi mesi di vita. In generale, le attività enzimatiche di idrossilazione, ossidazione e coniugazione con acido glucuronico sono inferiori rispetto all’adulto, mentre le funzioni di metilazione, glicinazione e solfatazione appaiono più simili.
- Le vie di eliminazione epatica e renali hanno una capacità limitata nel neonato, soprattutto se prematuro. Durante il primo anno di vita, la clearance renale di vari farmaci può essere diminuita come conseguenza di un minore flusso ematico renale e di una più bassa filtrazione glomerulare rispetto all’adulto.
Indipendentemente dai meccanismi farmacocinetici, adulto e bambino possono differire in relazione sia alla sensibilità ai farmaci che alla suscettibilità alle reazioni avverse. Ad esempio, mentre antistaminici e barbiturici inducono effetti sedativi negli adulti, gli stessi farmaci possono dare luogo a psicoeccitazione paradossa nei pazienti pediatrici. Ancora, mentre i bambini presentano un rischio elevato di tossicità epatica in seguito a trattamento con acido valproico, essi risultano meno sensibili agli effetti epatotossici di paracetamolo ed isoniazide.
Con l’avanzare dell’età, i cambiamenti della composizione corporea e la riduzione della funzionalità degli organi deputati all’eliminazione dei farmaci sono responsabili della possibile diversa risposta farmacologica dei pazienti geriatrici.
- La progressiva riduzione della massa magra, della concentrazione plasmatica di albumina e dell’acqua corporea, e l’incremento della quantità di tessuto adiposo possono produrre alterazioni significative nella distribuzione dei farmaci.
- L’attività di alcuni enzimi epatici, coinvolti nella biotrasformazione dei farmaci, tende a ridursi. In generale, l’attività delle isoforme del citocromo P450 diminuisce, mentre i meccanismi di coniugazione non subiscono particolari variazioni.
- La clearance di molti farmaci è ridotta nell’anziano a causa di una diminuzione della funzionalità renale, che può raggiungere il 50% rispetto all’adulto giovane.
Oltre alla farmacocinetica, nell’anziano può essere alterata anche la farmacodinamica a seguito della differente sensibilità dei sistemi recettoriali. Ad esempio, gli effetti dei bloccanti neuromuscolari possono intensificarsi con l’avanzare dell’età. Inoltre, i pazienti anziani tendono a manifestare una maggiore sensibilità ai farmaci attivi sul sistema nervoso centrale.
Articolo creato l’8 settembre 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.