Escrezione dei farmaci attraverso il latte materno
L’escrezione attraverso il latte materno può essere causa di effetti tossici nel lattante o può andare a influenzare la funzionalità della ghiandola mammaria con una riduzione della portata di latte. Il latte è un’emulsione di lipidi e proteine in soluzione acquosa; si possono trovare a livello del latte sostanze liposolubili, sostanze idrosolubili e sostanze che si legano a proteine plasmatiche.
Il passaggio di queste sostanze a livello della ghiandola mammaria avviene per mezzo di diffusione passiva semplice. La quantità del farmaco a livello del latte dipende dalla solubilità che ne permette il passaggio, infatti nelle mucche nutrite con forame con DDT ci saranno tali sostanze a livello del latte.
La ionizzazione può essere importante per quanto riguarda la concentrazione dei farmaci a livello del latte dato che il pH del latte (7,1) è più acido del pH del plasma (7,4), quindi farmaci debolmente basici avranno maggiore facilità a diffondere dal plasma al latte ma una volta diffusi, venendosi a trovare in un ambiente con pH più basso, si dissoceranno in maggior proporzione ed avranno pertanto una minore tendenza a retrodiffondere nel plasma; questo fenomeno è definito trappola ionica. I farmaci debolmente acidi, ovviamente, mostreranno un comportamento contrario.
Alcuni farmaci si legano alle proteine del latte in misura maggiore di quanto si leghino a livello delle proteine plasmatiche.
Il calcio molto concentrato nel latte favorisce il passaggio di tetracicline nel latte.
Alcuni farmaci come gli antibiotici possono passare per processo attivo a livello del latte.
Bisogna considerare, però, che alcuni farmaci possono essere tossici, mentre altri possono dare benefici e quindi possono essere utilizzati per una terapia del neonato.
Vi possono essere, ancora, dei passaggi di tipo attivo per i farmaci anti-tiroidei, quindi prima di somministrare dei farmaci nella puerpera che allatta bisogna tener conto che si possono creare queste differenze di concentrazione tra plasma materno e latte e quindi avere la presenza di queste sostanze anche nel poppante. Tra le sostanze da evitare durante l’allattamento ci sono:
- Acido nalidixico (indicato in caso di infezioni delle vie urinarie o dell’intestino): può determinare anemia emolitica se il neonato è carente di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi.
- Alcol etilico: in dosi elevate può determinare depressione centrale.
- Anestetici generali: possono determinare letargia.
- Atropina (antagonista colinergico muscarinico, quindi parasimpaticolitico): può ridurre la produzione di latte e quindi, ad un certo punto, interviene sia sulla lattazione che sul neonato in cui determina effetti anti-colinergici.
- Benzodiazepine (sostanze con proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche, anticonvulsivanti, anestetiche, miorilassanti): possono determinare letargia e perdita di peso.
Per queste sostanze, quindi, è necessario allattare il bambino prima di assumere il farmaco.
Articolo creato il 02 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.