Dotto coledoco
Il dotto coledoco origina per la confluenza del dotto epatico comune con il dotto cistico, percorre il legamento epatoduodenale, unitamente agli altri elementi del peduncolo epatico, quindi passa posteriormente alla prima porzione del duodeno e alla testa del pancreas e penetra nella parete mediale della seconda porzione duodenale per sboccare nell’ampolla duodenale maggiore. Ha una lunghezza di 6-8 cm e un diametro di circa 4-5 mm.
Considerato nell’insieme, il coledoco decorre inizialmente dall’alto in basso in senso latero-mediale, quindi, giunto a livello della faccia posteriore della prima porzione duodenale, si porta verso l’avanti e verso destra. Per i rapporti che esso contrae lungo il suo decorso si possono distinguere i seguenti tratti in successione: sopraduodenale, retroduodenale, pancreatico (o infraduodenale), intramurale (o intraduodenale).
- Il segmento sopraduodenale (1-1,5 cm) decorre in prossimità del margine destro del legamento epatoduodenale, dall’origine fino al margine superiore del primo tratto (superiore) del duodeno. È in rapporto a sinistra con l’arteria epatica propria e poggia sulla faccia antero-laterale della vena porta. Il coledoco, in questo tratto, è circondato da un plesso vascolare alquanto sviluppato (plesso epicoledocico). Tale plesso è costituito da rami dell’arteria pancreatico-duodenale posteriore (o arteria retroduodenale), dall’arteria sopraduodenale, ramo incostante dell’arteria gastroduodenale, da uno o più rami dell’arteria cistica e infine dall’arteria epatica comune per mezzo di un suo ramo collaterale incostante (arteria di Lange). In questo tratto, il coledoco contrae anche rapporti con alcuni linfonodi e con nervi dei plessi epatici.
- Il segmento retroduodenale (2,5 cm) si estende dal margine superiore della prima porzione del duodeno al limite superiore della testa del pancreas; decorre dietro alla faccia posteriore della prima porzione del duodeno e, nel dirigersi verso il basso, perde gradualmente il rapporto con la vena porta per assumere invece rapporti con la vena cava inferiore. Questo segmento del coledoco è incrociato, sulla sua faccia anteriore, dall’arteria gastroduodenale. A sinistra del condotto bilifero e a una certa distanza da questo si trova l’arteria gastroepiploica destra.
- Il segmento pancreatico (o infraduodenale) (2,5 cm) decorre in una doccia scavata sulla faccia posteriore della testa del pancreas. Esso incrocia anteriormente l’arteria retroduodenale, posteriormente il dotto pancreatico accessorio (di Santorini); compie in questo tratto una curva a concavità postero-mediale per raggiungere la parete mediale della seconda porzione del duodeno. Il decorso di questo segmento del coledoco è compreso nel cosiddetto quadrilatero di Quenù che è delimitato superiormente dal margine inferiore della prima porzione duodenale, inferiormente dal margine superiore della terza porzione duodenale, lateralmente dal margine mediale della seconda porzione duodenale e medialmente dalla vena mesenterica superiore.
- Il segmento intramurale (o intraduodenale) è il tratto terminale del coledoco, decorre nello spessore della parete duodenale in corrispondenza della faccia mediale della seconda porzione, dappresso al limite tra questa e la faccia posteriore. Questo tratto del coledoco si colloca a una distanza variabile dalla flessura duodenale superiore (2-4 cm), mentre più raramente decorre in prossimità della flessura duodenale inferiore. La lunghezza media di questa porzione è di circa 1,5 cm e il decorso è obliquo dall’alto in basso in senso medio-laterale e dall’indietro in avanti. La parte intramurale del coledoco si accolla al dotto pancreatico principale (di Wirsung) rispetto al quale si trova superiormente; insieme al dotto pancreatico principale, sbocca nell’ampolla duodenale (di Vater).
Numerosi aspetti, inerenti il decorso e i rapporti di quest’ultimo tratto del coledoco, presentano rilevante importanza clinica e particolarmente i rapporti tra coledoco e tonaca muscolare del duodeno, tra coledoco e dotto pancreatico principale. È inoltre rilevante l’organizzazione delle fibrocellule muscolari lisce in prossimità dello sbocco del coledoco, del dotto pancreatico e dell’ampolla duodenale.
Il coledoco penetra nel duodeno attraverso una fessura della muscolatura longitudinale e successivamente un’apertura nello strato della muscolatura circolare, una vera e propria finestra ovale (o duodenale o coledocica).
Attraverso tale finestra ovale passa anche il condotto pancreatico principale che viene così ad accollarsi al coledoco, rispetto al quale si pone posteriormente, medialmente e inferiormente. I due canali infine sboccano sul fondo dell’ampolla duodenale.
La porzione terminale del coledoco, del dotto pancreatico e l’ampolla duodenale sono provvisti di un sistema particolare di fibrocellule muscolari lisce che nel loro insieme costituiscono un complesso sfinterico, lo sfintere di Oddi. Tale apparato sfinterico è costituito da: fibrocellule che si dispongono circolarmente intorno alla parte terminale del coledoco e ne costituiscono lo strato muscolare per gli ultimi 15 mm, lo sfintere proprio del coledoco, fasci di fibrocellule muscolari anch’esse disposte circolarmente, ma che realizzano un dispositivo sfinterico completo a livello della parete del tratto terminale del dotto pancreatico principale; fibrocellule muscolari circolari nella parete dell’ampolla che abbracciano i due precedenti sfinteri e costituiscono lo sfintere comune (o della papilla).
Le arterie per il coledoco sono rami dell’arteria epatica.
Le vene sono affluenti della vena porta.
I vasi linfatici sono tributari di linfonodi scaglionati lungo il coledoco e, superiormente, di linfonodi dell’ilo epatico; alcuni linfatici possono portarsi a linfonodi retropancreatici.
I nervi, rami dell’ortosimpatico (nervo splancnico) e del parasimpatico (nervo vago), costituiscono un plesso coledocico in continuità con quelli delle altre porzioni delle vie biliari (plesso peribiliare).
Articolo creato il 15 agosto 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.