Dieta e risposta farmacologica
Alimenti assunti con la dieta e sostanze chimiche alle quali il paziente può essere esposto in ambiente domestico od occupazionale, sono fattori che possono influenzare la risposta al farmaco. Il risultato dell’interazione tra farmaci e alimenti può tradursi in un aumento o una riduzione dell’azione farmacologica, dando luogo a potenziamenti della tossicità, fallimenti terapeutici o, più raramente, ad aumenti di efficacia.
Le interazioni tra alimenti e farmaci possono essere distinte in due classi principali: interazioni farmacodinamiche e farmacocinetiche.
- Le interazioni farmacodinamiche avvengono a livello dei sistemi recettoriali o di altri meccanismi cellulari coinvolti nell’azione del farmaco somministrato.
- Le interazioni farmacocinetiche, più comuni, determinano modificazione dell’assorbimento, della distribuzione, della biotrasformazione e dell’escrezione dei farmaci.
Si possono manifestare variazioni delle concentrazioni plasmatiche dei farmaci in seguito alla loro somministrazione in vicinanza del pasto. Ad esempio, alcuni antibiotici (ampicillina, ciprofloxacina e tetracicline) possono subire processi di chelazione in presenza di cationi polivalenti quali calcio, ferro, alluminio e magnesio contenuti in molti cibi (come il latte).
Altri farmaci molto lipofili (come itraconazolo, chetoconazolo, fenitoina e carbamazepina) sono assorbiti più completa, con potenziamento della loro biodisponibilità, se somministrati in presenza di alimenti. D’altra parte, andrebbero evitati alimenti ad elevato contenuto lipidico quando si somministrano farmaci antiprotozoari in quanto questi sono innocui se rimangono nel lume intestinale, ma diventano molto tossici se sono assorbiti in circolo.
Spesso i farmaci sono assunti insieme ai pasti per evitare un loro massimo assorbimento che determinerebbe un picco di concentrazione plasmatica causa di effetti indesiderati.
Si ricordi che il succo di pompelmo è in grado di inibire l’isoforma 3A4 del citocromo P450; ciò può determinare una riduzione del metabolismo, quindi un aumento della biodisponibilità, di quei farmaci metabolizzati da questo enzima.
Interazioni di tipo farmacodinamico, invece, sono quelle tra alimenti ricchi di vitamina K (cavolo, broccoli, fegato, ecc.) e farmaci anticoagulanti che sono antagonisti della vitamina K (warfarin, fenprocumone).
Articolo creato il 5 settembre 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.