Corpo ciliare
Il corpo ciliare è la parte di tonaca vascolare (o uvea) dell’occhio (o bulbo oculare) che continua anteriormente la corioidea, alla quale somiglia molto per la struttura.
Inizia a livello dell’ora serrata (una linea sinuosa di confine fra la parte ottica e la parte ciliare della retina), che ne segna il limite con la corioidea e continua poi in avanti fino al margine ciliare dell’iride.
Il corpo ciliare può essere suddiviso in due zone: una zona posteriore, detta orbicolo ciliare, la cui superficie interna appare del tutto simile alla corioidea, dalla quale differisce soltanto per la presenza di sottili pieghe radiali; una zona anteriore, la corona ciliare, caratterizzata da una serie di piccoli rilievi radiali, i processi ciliari, in numero di circa 70, che la percorrono in tutta la sua estensione.
processi ciliari hanno forma di clava con la parte espansa rivolta verso il margine ciliare dell’iride e la parte assottigliata verso l’orbicolo ciliare. Sono separati tra loro da piccole depressioni (vallecole) lungo le quali si dispongono strutture filamentose formanti nel loro insieme l’apparato sospensore del cristallino (o zonula ciliare di Zinn). Questi filamenti, allontanandosi dal corpo ciliare da cui prendono origine, si portano all’equatore del cristallino dove s’inseriscono.
La faccia esterna del corpo ciliare, specialmente nella regione della corona ciliare, è costituita dal muscolo ciliare, le cui cellule muscolari lisce sono disposte in fasci esterni orientati longitudinalmente (muscolo di Brucke), in fasci più interni a disposizione anulare (muscolo di Müller) e in fasci intermedi a decorso obliquo (fibre radiali). Le fibre longitudinali del muscolo ciliare, che sono le più numerose, prendono origine da un tendinetto che trapassa nel sistema trabecolare sclerocorneale; di qui le fibre si portano in dietro, disponendosi nello stroma del corpo ciliare.
La contrazione del muscolo ciliare, spostando in avanti il corpo ciliare, determina un allentamento delle fibre della zonula le quali, non esercitando più la loro trazione sul cristallino, fanno sì che questo aumenti la sua convessità, con le variazioni diottriche che ne conseguono; il rilasciamento del muscolo ciliare, determinando un appiattimento del corpo ciliare, mette invece in tensione le fibre della zonula, il che provoca una diminuzione della convessità del cristallino.
Articolo creato il 30 settembre 2012.
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