Corpi cavernosi del pene
I corpi cavernosi del pene, pari e simmetrici, hanno forma approssimativamente cilindrica, con le estremità assottigliate; allo stato di flaccidità sono lunghi in media 15-16 cm con un diametro di 1-1,5 cm. In corrispondenza della radice del pene sono tra loro separati, mentre risultano strettamente congiunti nel corpo del pene. Ciascun corpo cavernoso origina mediante una radice appuntita in corrispondenza della rispettiva branca ischiopubica della pelvi, subito al davanti della tuberosità ischiatica; prosegue quindi con direzione antero-superiore, contenuto nella loggia peniena e applicato contro la faccia interna della branca stessa al cui periostio aderisce intimamente, essendo avvolto come in una guaina dal muscolo ischiocavernoso dello stesso lato. Portandosi in avanti i due corpi cavernosi convergono finché, a livello dell’arcata sottopubica, si mettono in contatto con le loro superfici mediali e proseguono appaiati come le canne di un fucile, separati l’uno dall’altro soltanto da un setto connettivale ampiamente interrotto da fessure (setto del pene o pettiniforme). Dall’accollamento dei due corpi cavernosi si viene a costituire, sia dorsalmente che ventralmente, un solco longitudinale che percorre per tutta la lunghezza il corpo del pene; nel solco dorsale, appena accennato, decorre la vena dorsale profonda del pene, mentre in quello ventrale si colloca il corpo spongioso dell’uretra. Verso l’estremità distale i corpi cavernosi del pene si assottigliano e terminano con un apice smusso incappucciato dal glande.
I corpi cavernosi del pene sono costituiti da un involucro fibroso, la tonaca albuginea, e da tessuto cavernoso (o erettile).
- La tonaca albuginea è una membrana biancastra, scarsamente estensibile, dello spessore di circa 1 mm; durante l’erezione si assottiglia e viene messa sotto tensione per l’aumento di volume del tessuto cavernoso. Nel tratto in cui i corpi cavernosi corrono affiancati parallelamente, questo involucro si salda con quello controlaterale lungo il piano mediano, costituendo un sepimento interrotto da numerose fessure (setto del pene o pettiniforme). La tonaca albuginea risulta costituita da connettivo fibroso denso povero di fibre elastiche; i fasci di fibre collagene si dispongono in uno strato longitudinale esterno e uno circolare interno.
- Il tessuto cavernoso (o erettile) può essere paragonato a una spugna, essendo formato da lacune sanguigne di forma irregolare (cavernule) separate in maniera incompleta da trabecole di spessore variabile. Le cavernule, relativamente piccole nella parte periferica dei corpi cavernosi, raggiungono, nella parte centrale, un volume notevole; comunicano ampiamente fra loro e sono tappezzate da un endotelio privo di fenestrature. Ricevono il sangue principalmente da particolari arteriole sinuose, le arterie elicine, situate nelle trabecole e fornite, in posizione subendoteliale, di cuscinetti di cellule epitelioidi che, a pene flaccido, occludono quasi completamente il lume vascolare. Durante l’erezione le arterie elicine si dilatano e riversano quindi una notevole quantità di sangue nelle cavernule.
Queste ultime sono drenate da venule le quali, a pene eretto, risultano compresse, determinando un ristagno di sangue nelle cavernule stesse e aumentando, quindi, l’erezione. Le trabecole che delimitano le cavernule si distaccano dalla superficie interna dell’albuginea e assumono un aspetto reticolato, ramificandosi e anastomizzandosi in maniera assai complicata; sono costituite da fasci di fibre collagene ed elastiche e contengono fascetti di fibrocellule muscolari lisce che aumentano di numero nelle trabecole più sottili. Nelle trabecole decorrono, oltre alle arterie elicine, alcune arteriole che danno origine a una rete di capillari le cui vene emulgenti sboccano successivamente nelle cavernule; quest’ultimo sistema ha il significato di un circolo nutritizio, mentre il sistema delle arterie elicine rappresenta un circolo che agisce esclusivamente ai fini della funzione erettile.
Articolo creato il 23 luglio 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.