Colpo di calore
Il colpo di calore è una sindrome generale in cui l’organismo non riesce più a mantenere il proprio equilibrio termico di fronte all’aumento della temperatura esterna che lo circonda.
Ciò dipende da un’alterazione dei meccanismi di termoregolazione, in particolare quelli atti alla dispersione del calore (vasodilatazione periferica, sudorazione, iperventilazione).
Condizioni ambientali particolari favoriscono tale sindrome, come ad esempio il clima caldo-umido e la scarsa ventilazione degli ambienti.
Infine, incidono anche condizioni individuali, quali l’età, l’obesità, l’attività muscolare, le patologie cardiache e polmonari, ecc..
Il quadro clinico è principalmente caratterizzato dalla brusca elevazione della temperatura corporea fino ai 44 °C alla quale si associano manifestazioni assai variabili. Nella pratica tre sono, fondamentalmente, le forme attraverso cui si può presentare la sintomatologia:
- Forma fulminante: accesso apoplettico, con caduta al suolo, perdita di coscienza, polso e respiro superficiale, fino al coma profondo ed alla morte.
- Forma acuta: esordio meno brusco, ma comunque grave, con deliri e convulsioni, arresto del respiro e del battito cardiaco fino al coma ed alla morte.
- Forma subacuta: iniziale stanchezza accompagnata a cefalea, nausea, vomito, sete, scotomi e ronzii; tali sintomi possono regredire nelle forme meno gravi se trattati tempestivamente, oppure possono aggravarsi portando a morte l’individuo.
All’autopsia si riscontrano:
- Ipostasi diffuse (per la fluidità del sangue).
- Precoce rigor mortis.
- Putrefazione accelerata.
- Congestione degli organi interni (sempre per l’aumentata fluidità del sangue); emorragie puntiformi diffuse; cuore flaccido e sfiancato.
Articolo creato il 31 gennaio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.