Capillari linfatici
Le modalità di origine e la distribuzione periferica delle reti capillari linfatiche non si conoscono ancora compiutamente.
Inizialmente si pensava che esistessero in periferia, nella compagine dei tessuti e degli organi, accanto alle reti capillari sanguifere, reti capillari linfatiche di pari estensione, ricchezza e complessità e anch’esse in diretto rapporto con gli elementi parenchimali. La capacità delle reti linfatiche, all’origine, è stata considerata di gran lunga superiore a quella della sezione capillare venosa, pur essendo invece addirittura trascurabile, rispetto alle vene, il calibro e la portata dei vasi linfatici collettori e dei tronchi linfatici principali e notevolmente più lenta, rispetto alla velocità della corrente venosa, la progressione della linfa. Infine, in alcune sedi, come per esempio nelle tonache mucose, le reti capillari linfatiche sono state addirittura descritte come più abbondanti delle reti capillari sanguifere, pur ammettendo che in singoli tessuti e organi il rapporto proporzionale tra reti capillari sanguifere e reti capillari linfatiche potesse essere differente per l’esistenza di architetture o disposizioni morfologiche particolari.
Dati più recenti tendono a correggere molte classiche acquisizioni e delineano, della sezione periferica assorbente del sistema linfatico, un quadro morfologico sostanzialmente diverso. È stato dimostrato che, almeno in molte sedi, non esistono, accanto alle reti capillari sanguifere, reti capillari linfatiche di pari estensione, ricchezza e complessità, anch’esse in rapporto diretto con gli elementi parenchimali. È questo il caso, per esempio, del fegato, del rene, del polmone, del cuore, del pancreas, di molti organi endocrini. Non esistono infatti capillari linfatici nella compagine del lobulo epatico, attorno ai tubuli renali, nei setti alveolari, attorno ai fascetti di fibre miocardiche, attorno ai follicoli della ghiandola tiroide, attorno agli acini ghiandolari e tra i cordoni di cellule degli isolotti endocrini del pancreas. Si ha ragione di ritenere, pertanto, che la sezione capillare assorbente del sistema vascolare linfatico sia in realtà assai poco estesa e complessa e addirittura in gran parte esclusa dal territorio di distribuzione delle reti capillari sanguifere.
I capillari linfatici iniziano a fondo cieco in una periferia relativamente più centralizzata, cioè nell’interstizio connettivale accanto ai vasi sanguiferi, arteriole e venule, e drenano, in questa sede, un’ampia circolazione extravasale di istolinfa.
Questi capillari linfatici nelle comuni sezioni istologiche sono di rado evidenti, in quanto facilmente le loro pareti tendono a collabire. Posseggono però una notevole dilatabilità e, se distesi dalla linfa, risultano di diametro anche assai ampio, fino a 30-60 µm e più, di regola molto superiore a quello dei capillari sanguiferi. Non hanno però calibro uniforme, ma presentano frequenti dilatazioni ampollari, rigonfiamenti, espansioni sacciformi e digitazioni di forma e dimensioni varie, alternati a tratti ristretti.
Sono largamente anastomizzati tra loro e posseggono un rapporto topografico elettivo con le arterie, attorno alle quali si dispongono a formare guaine ampiamente fenestrate, di tipo plessiforme. Hanno talvolta una speciale morfologia, quale è quella del grosso capillare chilifero situato nell’asse dei villi intestinali.
Articolo creato il 6 novembre 2011.
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