Apparato digerente

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Muscolo costrittore medio della faringe

    Il muscolo costrittore medio della faringe contraendosi funge da costrittore dell’orofaringe. Ha forma triangolare con la base rivolta ver­so il rafe faringeo e l’apice che raggiunge l’osso ioide. Origina dal grande e dal piccolo corno dell’osso ioide e di qui si irradia a ventaglio, sovrapponendosi in parte al muscolo costrittore superiore e prendendo inserzione sul rafe farin­geo. Articolo creato il 30 marzo 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Vasi e nervi delle gengive

    Le arterie per le gengive provengono dall’infraorbitaria, dall’alveolare superiore posteriore, dalla palatina discendente, dall’alveolare infe­riore, dalla sottomentale e dalla sottolinguale. Le vene sono affluenti delle vene faciale ante­riore, linguale, mascellare interna e del plesso pterigoideo. I linfatici si portano ai linfonodi sottomandi­bolari e sternocleidomastoidei superiori. I nervi per le gengive derivano dal nervo ma­scellare (arcata superiore) e dal nervo mandibo­lare (arcata inferiore) che sono rami del trige­mino. Articolo creato il 12 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Muscoli della lingua

    I muscoli della lingua si distinguono in estrinseci, che hanno origine al di fuori della lingua e a questa pervengono, e in intrinseci, che presentano origine e inserzio­ne nella compagine della lingua stessa. I muscoli estrinseci della lingua sono i muscoli pari genioglosso, ioglosso, condroglosso, stiloglosso, amigdaloglosso, glossopalatino (o glossostafilino) e faringoglosso. I muscoli intrinseci della lingua sono i muscoli longitudinali superiore e infe­riore, il muscolo trasverso e il muscolo verticale. Articolo creato il 14 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Esofago

    L’esofago è un tratto del canale alimentare che decorre, quasi verticalmente, dall'alto in basso, facendo seguito alla faringe e proseguendo nello sto­maco. L'estremità superiore dell'esofago, al limite con la faringe, si trova nel collo, all'altezza del­la 6a vertebra cervicale. Il canale discende poi nel torace e attraverso il diaframma passa nel­l'addome, per una lunghezza complessiva di 25-26 cm. L'estremità inferiore dell'esofago trovasi a livello del corpo della 10a vertebra to­racica.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Flessura duodeno-digiunale

    La flessura duodeno-digiunale è l’angolo che si forma tra la quarta porzio­ne del duodeno e l’inizio del digiuno e si trova 3-4 cm a sinistra della linea mediana, a un livello corrispondente al limite tra 1a e 2a verte­bra lombare. La fles­sura duodeno-digiunale è applicata alla parete addominale posteriore dal peritoneo parietale ed è fissata al diaframma dal muscolo sospen­sore del duodeno (di Treitz). Questo muscolo a due ventri è formato da un gruppo di fasci superiori che prendono origine dal margine de­stro dell’orifizio esofageo del diaframma e passano a sinistra del tronco celiaco per prose­guire in un tendine intermedio che continua nei fasci inferiori del muscolo i quali terminano…

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Intestino tenue mesenteriale

    L'intestino tenue mesenteriale è la porzione più lunga dell'intestino e si estende dal duodeno all'intestino crasso. Inizia, facendo seguito al duodeno, in corrispondenza della flessura duodeno-digiunale, posta al lato sinistro del corpo della 2a vertebra lombare, e termina nella fossa iliaca destra, dove sbocca nell'intestino crasso per mezzo di un orifizio che presenta la valvola ileocecale ed è situato a livello dell'articolazione sacroiliaca destra.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Appendice vermiforme

    L’appendice vermiforme è un condotto cilindrico, molto sottile, che si diparte dalla parete mediale del cieco, 2-3 cm al di sotto dell'orifizio ileocecale, terminando con una estremità libera che volge per lo più infe­riormente. È sottesa da una piega peritoneale, il mesenteriolo che, dall'appendice stessa, si porta al cieco e al tratto terminale del mesentere. Ha forma cilindro-conica ma anche la forma, come la lunghezza (6-10 cm), il calibro (5-8 mm), la situazione e i rapporti, offre grande variabilità. Molte delle anomalie nella situazione dell'ap­pendice sono dipendenti da una malposizione del cieco.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Vene dello stomaco

    Le vene dello stomaco traggono origine dalla rete capillare sottoepiteliale, formano tra il fondo delle ghiandole e la muscularis mucosae una rete venosa sottoghiandolare, poi un plesso più cospicuo in sede sottomucosa al quale affluiscono anche le vene della tonaca muscolare. Le vene efferenti di tale plesso attraversano la tonaca muscolare, si fanno sottosierose e, seguendo i rami arteriosi dei quali sono satelliti, fanno capo, lungo la piccola curvatura, alla vena coronaria dello stomaco e alla vena pilorica, lungo la grande curvatura alle vene gastroepiploiche destra e sinistra, in corrispondenza del fondo alle vene gastriche brevi. Tutte queste vene sono affluenti della vena porta o direttamente (come la vena coronaria…

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Vie biliari extraepatiche

    Le vie biliari extraepatiche sono rappresentate dai dotti epatici destro e sinistro che, in corrispondenza dell’ilo del fega­to, si riuniscono nel dotto epatico comune nel quale va a confluire il dotto cistico che proviene dalla cistifellea (o colecisti). Da questa confluen­za ha origine il dotto coledoco che sbocca nella seconda porzione (discendente) del duodeno. Dotto epatico destro e sinistro, dotto epatico comune e dotto coledoco vengono insieme con­siderati come la via biliare principale, mentre la cistifellea e il dotto cistico rappresentano la via biliare accessoria. Articolo creato il 15 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato digerente

    Superficie interna dello stomaco

    La superficie interna dello stomaco ha nel vivente, allo stato di riposo funzionale, colore grigio roseo; diviene rossa e tumida durante la digestione gastrica per il maggiore afflusso di sangue. Nel cadavere appare molle e grigiastra, talora brunastra, per le rapide alterazioni della mucosa dovute all’azione del succo gastrico e ai precoci fenomeni putrefattivi. A stomaco vuoto e retratto, la superficie interna si mostra sollevata in pieghe grossolane, dette pieghe gastriche, dirette prevalentemente secondo l’asse longitudinale dell’organo e anastomizzate fra loro in modo da formare un reticolo a maglie allungate. Solo in corrispondenza della piccola curvatura si osservano pieghe longitudinali ben individualizzate, molto sporgenti, non unite da anastomosi trasversali. Queste…