Anatomia
Plesso venoso uterovaginale
Il plesso venoso uterovaginale è situato ai lati dell’utero nello spessore dei legamenti larghi e si estende in basso fino a livello della porzione craniale della vagina: è il principale plesso venoso nella femmina. Esso comunica in avanti con il plesso vescicovaginale, in dietro con il plesso rettale. Ha connessioni, attraverso rami decorrenti nel mesovario, con il plesso pampiniforme. Riceve rami affluenti dall’utero e dalla parte superiore della vagina. Articolo creato l’8 settembre 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Circolazione fetale
Nel corso della vita embrionale e successivamente nella vita fetale le condizioni anatomiche della circolazione del sangue subiscono varie modificazioni per cui si distinguono: una prima circolazione (o circolazione vitellina), transitoria e di breve durata, che si effettua fra cuore, vasi dell'embrione e vasi vitellini e una seconda circolazione (o circolazione placentare), che compare già nell'embrione ma si perfeziona nel feto con la formazione e lo sviluppo della placenta e che fa capo ai vasi ombelicali (arterie e vena ombelicali). Questa seconda circolazione rappresenta il dispositivo circolatorio proprio del periodo fetale e permane fino alla nascita.
Vene del cervello (o vene cerebrali)
Le vene del cervello (o vene cerebrali) sono per lo più indipendenti dal decorso delle arterie, più numerose di quelle e di calibro maggiore. Posseggono una parete sottile e puramente fibrosa; non hanno valvole. Si classificano in superficiali e profonde. Le vene cerebrali superficiali originano da venule della corteccia telencefalica e della sottostante sostanza bianca degli emisferi. Decorrono sulla convessità delle circonvoluzioni cerebrali, nello strato piale della leptomeninge, e confluiscono in tronchi che, attraversato lo spazio leptomeningeo, si aprono nei seni della dura madre della volta (vene cerebrali superiori) e della base del cranio (vene cerebrali inferiori). Hanno disposizione assai variabile. Tra queste sono da ricordare in particolare la vena dell’insula (che…
Nervi
I nervi appaiono come cordoni cilindrici biancastri. Emergono dal nevrasse con radici che confluiscono in un tronco, cedono lungo il loro decorso rami collaterali e si risolvono nel territorio di innervazione come rami terminali. Rami collaterali e terminali sono detti anastomotici quando, invece di distribuirsi separatamente ai tessuti, si congiungono uno all’altro. Un fitto sistema di anastomosi fra nervi differenti o fra rami di uno stesso nervo prende il nome di plesso. Eccezion fatta per i nervi più sottili, a ogni nervo si affiancano un’arteria propria, vene e fibre simpatiche destinate alla parete dei vasi. I nervi sono composti da fasci paralleli di fibre nervose comprese entro guaine di tessuto…
Vena linguale
La vena linguale origina come breve tronco comune in corrispondenza del margine posteriore del muscolo ioglosso, per la confluenza di diverse vene della lingua: vena sottolinguale, vene profonde della lingua, vene dorsali della lingua, vena satellite del nervo ipoglosso. Articolo creato il 12 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Gastrina
La gastrina è un polipeptide a 34 aminoacidi (sono attive anche forme a 17 aminoacidi, dette minigastrine), prodotto da cellule G. Questi elementi si trovano in massima concentrazione nelle ghiandole piloriche, nel duodeno e, in minor numero, nel digiuno. Sono state anche dimostrate nel pancreas. Le cellule G sono piriformi e contengono nel loro citoplasma granuli del diametro di 150-250 nm, di variabile densità elettronica e debolmente argirofili. I granuli mancano in genere nella regione apicale del citoplasma, che volge verso il lume del tubulo ghiandolare, dove si trovano numerosi microvilli che raggiungono il lume ghiandolare stesso. La gastrina stimola la secrezione di acido cloridrico da parte delle cellule delomorfe…
Sistema nervoso parasimpatico
È costituito da centri nervosi nevrassiali, da gangli parasimpatici e da nervi parasimpatici viscerali annessi al nervo oculomotore comune, al nervo faciale, al nervo intermedio, al nervo glossofaringeo, al nervo vago e ai nervi sacrali. I centri nervosi nevrassiali sono rappresentati da nuclei parasimpatici visceroeffettori e viscerosensitivi presenti nel tronco encefalico e nel segmento sacrale del midollo sacrale. I centri effettori viscerali danno origine a fibre effettrici viscerali che emergono dal nevrasse e recano stimoli motori alla muscolatura liscia o stimoli secretori alle ghiandole. I centri effettori viscerali non sono autonomi, in quanto sono dipendenti per la loro funzione da afferenze che vi giungono da livelli superiori, dal diencefalo e,…
Plesso pudendo
Il plesso pudendo ha la sua radice più voluminosa nel ramo anteriore del 3° nervo sacrale. Concorrono alla sua costituzione anche una piccola parte del ramo anteriore del 2° nervo sacrale (nervo bigemino) e del ramo anteriore del 4° nervo sacrale. Dà nervi per gli organi genitali, per la parte terminale del canale alimentare, per i muscoli e la cute del perineo. Il plesso pudendo è applicato sulla parte inferiore del muscolo piriforme; la fascia pelvica gli aderisce anteriormente e lo fissa alla parete posterolaterale della piccola pelvi, insieme ai vasi sacrali laterali. Medialmente è separato dall’ampolla rettale per la presenza del cavo pararettale. Il plesso pudendo emette un unico…
Tronco tireocervicale
Il tronco tireocervicale è un’arteria breve e voluminosa che si stacca dalla prima porzione dell’arteria succlavia e si divide immediatamente nelle arterie tiroidea inferiore, cervicale ascendente, cervicale superficiale e trasversa della scapola. Articolo creato il 9 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Sistema nervoso ortosimpatico (o simpatico toraco-lombare o simpatico propriamente detto)
È costituito da centri nervosi nevrassiali, dalla catena del simpatico e dai gangli, dai plessi prevertebrali e dai nervi ad essa annessi. I centri nervosi nevrassiali sono rappresentati dalle colonne visceroeffettrici e viscerosensitive intermedio-laterali del midollo spinale che si estendono dal primo segmento toracico al secondo o terzo lombare (porzione toraco-lombare del midollo spinale) (T1-L2). I centri effettori viscerali danno origine a fibre effettrici viscerali che emergono dal nevrasse e recano stimoli motori alla muscolatura liscia o stimoli secretori alle ghiandole. I centri effettori viscerali non sono autonomi, in quanto sono dipendenti per la loro funzione da afferenze che vi giungono da livelli superiori, dal diencefalo e, indirettamente, dalla corteccia…