Rigenerazione dei neuroni
I neuroni appartengono alle cosiddette popolazioni cellulari statiche (cellule perenni del Bizzozero), ossia perdono rapidamente e definitivamente, dopo i primi anni di vita postnatale, la proprietà di dividersi. I neuroni, tranne quelli che muoiono nel corso della vita, hanno dunque una durata di vita che coincide con quella dell’organismo. Si deduce, quindi, che in caso di lesioni gravi che interessino i corpi cellulari dei neuroni, le cellule nervose circostanti sono incapaci di proliferare e di riparare la perdita di sostanza. Se, invece, la lesione è limitata all’assone, il corpo cellulare è in grado di rigenerare il moncone periferico.
Quando, per effetto di una lesione traumatica, le fibre sono tagliate o schiacciate, si verifica una serie di cambiamenti degenerativi seguiti da fenomeni di riparazione, purché il corpo cellulare (o pirenoforo) sia integro.
L’assone e la guaina mielinica posti distalmente al punto di lesione degenerano completamente e scompaiono, ma le cellule di Schwann persistono e formano un tubo cellulare. Si viene così a formare una serie di condotti collegati longitudinalmente e costituiti dal citoplasma della cellula di Schwann. Queste strutture guidano la crescita dell’assone rigenerante.
Le modificazioni degenerative del moncone periferico della fibra costituiscono la cosiddetta degenerazione walleriana. In alcuni casi la degenerazione delle fibre nervose non si arresta alle sinapsi ma si estende al neurone successivo; si parla di degenerazione transinaptica (o transneuronale) alla quale seguono la frammentazione del complesso di Golgi ed un’aumentata attività degli enzimi idrolitici.
Il primo segno della rigenerazione si ha entro una settimana dalla lesione. In corrispondenza della terminazione del moncone di assone collegato al corpo cellulare si formano molte “gemme” assoniche che si allungano distalmente; alcune di queste entrano nei tubi di cellule di Schwann residuate dalla degenerazione delle fibre e sono successivamente avviluppate dalle cellule di Schwann, diventando fibre mieliniche complete. La velocità di crescita dell’assone è di 3-4 mm al giorno e può quindi intercorrere un intervallo di mesi prima che i nuovi assoni si colleghino con le zone di terminazione.
Quando raggiungono la periferia, le fibre si connettono con l’organo effettore e la funzione viene ristabilita. Tuttavia si possono verificare molti “errori” nelle connessioni periferiche: può accadere che gli assoni rigeneranti si sviluppino in tubi di Schwann appartenenti originariamente ad altri neuroni. La formazione di molte ramificazioni dall’estremità del moncone centrale fa notevolmente aumentare la probabilità di corrette connessioni ed assicura spesso la ripresa di un’efficiente funzione motoria e sensitiva.
Articolo creato il 7 marzo 2010.
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