Globuli rossi (o eritrociti o emazie)
I globuli rossi o, più correttamente, eritrociti o emazie, rappresentano la stragrande maggioranza degli elementi figurati del sangue (circa 6 milioni per mm3 nei maschi e circa 5 milioni per mm3 nelle femmine). A causa della presenza in essi dell’emoglobina, una cromoproteina contenente ferro, essi determinano la colorazione rossa del sangue.
Sono elementi discoidali, privi di nucleo, con un diametro di 6,5-7,5 µm e al microscopio ottico appaiono più chiari al centro in quanto, essendo biconcavi, al centro lo spessore cellulare è inferiore a 1 µm. La loro vita media è di 120 giorni.
Al microscopio ottico e al microscopio elettronico il citoplasma appare omogeneo, senza granuli, né strutture organulari.
All’osservazione in vivo gli eritrociti appaiono sprovvisti di movimento ameboide, ma mostrano di possedere una notevole plasticità ed elasticità: si lasciano facilmente deformare nel passaggio attraverso i capillari sanguigni di calibro piccolissimo, anche fino a 3 µm; questa cospicua deformabilità dipende dalla loro particolare morfologia cellulare, dalla viscosità del loro contenuto emoglobinico e dalle caratteristiche di membrana, che ne facilitano lo scorrimento nei capillari periferici.
Gli eritrociti derivano da cellule regolarmente nucleate (eritroblasti) che nascono e si moltiplicano al di fuori del circolo sanguigno e che, nel maturare e nell’acquisire funzioni specifiche strettamente connesse con la sintesi progressiva di emoglobina, perdono gli organuli citoplasmatici (reticolo, apparato di Golgi, lisosomi, ecc.). Dopo aver espulso anche il nucleo, gli eritrociti vengono immessi in circolo, ove per alcune ore mantengono nel citoplasma alcuni mitocondri ed una certa quota di ribosomi che continuano a sintetizzare molecole per la produzione di emoglobina. Questi organuli citoplasmatici possono essere rivelati al microscopio ottico mediante colorazione vitale con blu cresile brillante o con blu di metilene ed appaiono come un reticolo formato da grandi filamenti azzurri. Tale aspetto conferisce a queste cellule il nome di reticolociti; essi indicano la presenza di emazie giovani e sono prova del rinnovo eritrocitario. Normalmente, i reticolociti rappresentano circa l’1% e la loro vita media in circolo è di 1-2 giorni dopo i quali, perduti gli ultimi ribosomi, si trasformano in eritrociti maturi.
L’energia che ricavano dalla glicolisi anaerobia (in quanto sono privi di mitocondri) è in buona parte utilizzata per mantenere l’emoglobina in uno stato funzionale tale da consentire il trasporto gassoso; inoltre, serve da regolatore della pressione osmotica e della viscosità citoplasmatica a bassi livelli ed esercita un’attività protettiva verso gli insulti ossidanti l’emoglobina.
Gli eritrociti ormai vecchi vengono eliminati dal circolo grazie agli organi emocateretici, in particolare la milza. Sembra che l’acido sialico della loro membrana abbia un ruolo importante in quanto normalmente mantiene la carica negativa sulla superficie cellula che così respinge gli eritrociti fra loro ed impedisce il loro conglutinamento in vivo. Con l’invecchiamento le emazie divengono più agglutinabili, aderiscono facilmente alle pareti vasali e sono più facilmente fagocitati dai macrofagi.
Articolo creato il 5 marzo 2010.
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