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Emesi

Benché l’emesi sia indicata nella maggior parte dei casi di avvelenamento provocato da ingestione orale di sostanze chimiche, in talune circostanze essa è tuttavia controindicata:

  • Se il paziente ha ingerito un veleno corrosivo, come un acido o una base forte (come i prodotti per la pulizia degli scarichi igienici), l’emesi aumenta la pro­babilità di perforazione gastrica e di ulteriore necrosi dell’esofago.
  • Se il paziente è comatoso o in stato di stordimento o delirio, l’emesi può causare aspirazione nelle vie aeree del contenuto gastrico.
  • Se il paziente ha ingerito uno stimolante centrale, l’ul­teriore stimolo dovuto alla sollecitazione del vomito può scatenare convulsioni.
  • Se il paziente ha ingerito un derivato del petrolio (per esempio, cherosene, benzina o lucidi per mobili a base di pe­trolio), gli idrocarburi rigurgitati possono essere aspira­ti nelle vie aeree e causare polmonite chimica.

Al contrario, l’emesi va presa in considerazione se la soluzione ingerita contiene composti potenzial­mente pericolosi come i pesticidi.
Il vomito può essere indotto meccanicamente stimo­lando l’area faringea posteriore. Tuttavia questa tecnica non è così efficace come la somministrazione di ipeca­cuana o apomorfina.

Articolo creato il 2 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.