Proprietà tintoriali della sostanza amorfa
La sostanza amorfa ha lo stesso indice di rifrazione dell’acqua ed è quindi invisibile nei preparati a fresco. È inoltre solubile nei comuni fissativi per cui risulta raramente visibile nei preparati istologici. È conservata meglio impiegando il metodo congelamento-essiccamento, purché le sezioni congelate siano successivamente fissate in vapori di etere-formolo. In questo modo si colora debolmente con la reazione acido periodico-Schiff (PAS) e metacromaticamente con alcuni coloranti basici (come il blu di toluidina).
In altri tessuti connettivi come la cartilagine e l’osso, il contenuto in glicosaminoglicani e glicoproteine è tanto elevato da essere preservato da molti fissativi in quantità sufficiente a dare un’intensa colorazione coi coloranti basici e con il metodo PAS nei preparati istologici allestiti con le comuni tecniche.
La colorazione con la reazione PAS è dovuta alle glicoproteine presenti nella sostanza amorfa (scarsa nel connettivo lasso, abbondante nelle membrane basali, nella cartilagine e nell’osso).
Mentre le fibre collagene sono debolmente PAS-positive, quelle elastiche non si colorano. Le fibre reticolari, invece, sono intensamente PAS-positive; si ricordi che ciò non è dovuto al rivestimento esterno delle glicoproteine, ma alle catene laterali oligosaccaridiche (soprattutto galattosio, fucosio, mannosio e glucosio) del tropo collagene.
La metacromasia della sostanza amorfa è conferita dai glicosaminoglicani acidi in essa contenuti: acido ialuronico, condroitin solfato, cheratan solfato, ecc.. In generale, i glicosaminoglicani solforati sono più metacromatici di quelli non solforati. Quando i gruppi solforici sono molto numerosi, come nella cartilagine, la sostanza amorfa si colora anche con ematossilina.
La sostanza amorfa dei connettivi, particolarmente quella della cartilagine, si colora elettivamente con il metodo ferro colloidale di Hale e con il metodo Alcian blu. Queste reazioni sono dovute alle proprietà del condroitinsolfato di legare cationi bivalenti.
Articolo creato il 01 marzo 2010:
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