Lesioni da freddo
Le basse temperature possono avere un’azione generale che provoca l’assideramento, ed un’azione locale che produce il congelamento.
Alla base di entrambe le sindromi c’è il mancato equilibrio termoregolatore dell’organismo, che non permette più la limitazione della termolisi e l’incremento della termogenesi di fronte a condizioni di freddo intenso.
Le donne, i bambini, gli anziani ed i defedati risultano più sensibili al freddo e più soggetti all’assideramento (qualora se ne presentino le condizioni); a rischio, seppur allenati, sono inoltre gli alpinisti in alta montagna, i barboni che dormono per strada in notti invernali ed i naufraghi in acque gelide.
Inizialmente l’organismo risponde al freddo ed al conseguente calo della temperatura corporea (da 37 a 34 °C), mantenendo in equilibrio la termoregolazione attraverso la produzione di calore con i brividi, la vasocostrizione, la tachicardia e la tachipnea; perdurando l’esposizione al freddo e scompensato l’equilibrio termoregolatorio, compaiono i sintomi da assideramento (stanchezza, sonnolenza, cianosi, caduta della pressione, respiro affannoso, allucinazioni), fino alla perdita di coscienza (28 °C) ed all’arresto del cuore e della respirazione (25-26 °C).
I 24 °C (interni all’organismo) costituiscono, generalmente, il limite massimo compatibile con la vita.
Il quadro anatomo-patologico mostra una fluidità sanguigna aumentata che produce ipostasi diffuse, rigor intenso e precoce, mentre i fenomeni putrefattivi risultano ritardati, i visceri sono congesti e sfiancati e nei muscoli si formano cristalli di ghiaccio.
Articolo creato l’1 febbraio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.