Sarcopenia: patologia dell’invecchiamento muscolo-scheletrico
Melania Sorbera di Medicalexcellencetv.it intervista Marco Invernizzi, Professore associato di Fisiatria, Università del Piemonte Orientale.
Il prof. Invernizzi interviene durante il congresso nazionale del gruppo GISMO (Gruppo Italiano Studio Malattie Metabolismo Osseo) dal titolo “Fragilità muscolo-scheletrica, stili di vita e appropriatezza terapeutica. Le sfide per il futuro”, presieduto dal professor Carlo Cisari (Novara) e dal dott. Alberto Falchetti (Piancavallo-Verbania).
La prima domanda verte sul perché la Sarcopenia sia «un processo che si verifica col passare degli anni».
Si tratta di una complessa problematica, le motivazioni possono essere diverse. È un processo fisiologico nell’invecchiamento soprattutto se non viene messa in atto tutta una serie di interventi. L’approccio “healthy ageing” consente di invecchiare in salute. Un motivo è a carico sia del sistema nervoso che dell’apparato locomotore oppure è dovuto alla presenza di numerose comorbilità. Il muscolo va incontro nell’invecchiamento a una perdita di massa e di capacità di generare forza.
La giornalista incalza sulle differenti teorie in relazione alle cause della malattia.
L’eziopatologia è multifattoriale, non c’è una sola causa come per altre patologie croniche, un esempio è l’osteoporosi. Si registra uno squilibrio a livello metabolico, la riduzione di produzione di ormoni anabolici favorisce il catabolismo, la distruzione del tessuto muscolare, il mancato rinnovo. Le cellule deputate al rinnovo del tessuto muscolare (cellule satelliti) si riducono con l’età. Si riduce l’impatto del sistema nervoso sul muscolo, il numero di terminazioni nervose che lo raggiungono induce ad una minore capacità di contrazione e di generare forza. Nell’invecchiamento, il muscolo cambia assetto. Le fibre lente servono per sostenere uno sforzo di “endurance”, sono fibre di resistenza (per esempio, attivate nella corsa). Le fibre veloci sono deputate ad uno sforzo esplosivo. Si perde il normale equilibrio tra queste due componenti.
Sorbera domanda quali siano i «sintomi rivelatori».
A livello macroscopico, si nota una perdita di massa muscolare; i muscoli chiave sono i prossimali, a livello degli arti inferiori o superiori. Il cambio della distribuzione tra fibre lente e fibre veloci porta a una maggiore affaticabilità, una minore tolleranza allo sforzo, incapacità o difficoltà nello svolgere attività semplici di vita quotidiana: passare dalla postura seduta a quella in piedi, salire le scale, si riduce la lunghezza nella camminata quotidiana. Sono tutti campanelli d’allarme.
Quanto a soggetti maggiormente predisposti, «una serie di altre condizioni favoriscono l’insorgenza di sarcopenia». Alcune patologie e trattamenti farmacologici vanno a peggiorare queste condizioni in termini di prevalenza e gravità. Il prof. Invernizzi accenna a stati infiammatori cronici di grado più o meno alto, sindromi metaboliche, diabete, patologie oncologiche. In questi casi il tessuto muscolare è soggetto a modificazioni gravi. Si ha sarcopenia in giovane età in presenza di comorbilità importanti, non si tratta della malattia classica da invecchiamento, bensì di condizioni che ne presentano molte caratteristiche come una perdita molto rapida di massa muscolare e forza. Tuttavia, nei giovani è un fenomeno generalmente reversibile.
Melania Sorbera introduce la questione dei fattori ambientali.
Uno dei pilastri del trattamento è l’alimentazione, «moltissimi soggetti anziani soffrono di un grado più o meno grave di malnutrizione», un elemento «sottodiagnosticato e poco considerato nella gestione globale del paziente». È dimostrato avere un impatto grave su vari aspetti, non soltanto in relazione all’apparato locomotore, anche in ottica preventiva. L’apporto proteico è l’aspetto più importante.
Con quali esami si effettua la diagnosi?
Occorre quantificare la perdita di massa ossea, così come si fa per l’osteoporosi. Il “gold standard” è la densitometria che permette di quantificare la massa ossea e la massa magra a livello degli arti. Il corrispettivo funzionale è determinato attraverso questionari come il SARC-F, un algoritmo diagnostico di consenso europeo. Con alcuni test funzionali si valuta il cammino su una determinata distanza, il passaggio dalla stazione seduta alla stazione in piedi. La diagnosi si appoggia all’”imaging” e al corrispettivo funzionale.
Nel congresso GISMO si vanno ad esaminare i rimedi. Il prof. Invernizzi ribadisce un necessario «approccio multidisciplinare per il trattamento».
I due pilastri con maggiore evidenza scientifica ed efficacia a livello terapeutico e preventivo sono la nutrizione e l’esercizio fisico. È importante mettere in atto entrambe queste misure terapeutiche in maniera sinergica per ottenere migliori outcomes. Svolgere una corretta quantità settimanale di attività fisica previene lo sviluppo di questa problematica o ne mitiga l’insorgenza, si ha in età più avanzata o con severità minore rispetto a un paziente inattivo. Accenna ai limiti dell’applicabilità per poi sottolineare come «ciò che funziona di più sia l’approccio strutturato dell’esercizio terapeutico». Va “cucito” sulle caratteristiche cliniche del paziente che svolge un esercizio contro resistenza. Si ottiene un maggior stimolo anabolico a livello muscolare, si sovvertono i meccanismi fisiopatologici che inducono la sarcopenia.
Quali consigli per l’alimentazione?
È fondamentale avere una figura di riferimento a livello sanitario che gestisca la componente nutrizionale. Va evitato un quadro di malnutrizione, curando l’apporto calorico giornaliero. Sulla tipologia di dieta ci sono evidenze della letteratura su un approccio con la dieta mediterranea, tra i migliori per una caratteristica di equilibrio. Occorre un corretto apporto quotidiano di proteine fondamentali, assunte da diverse tipologie di alimenti. La supplementazione eventuale è da stabilirsi in base alle caratteristiche del paziente, in un consulto del team multidisciplinare.
Va evitata innanzitutto l’inattività. L’attività fisica e qualunque attività che aumenta il metabolismo rispetto al metabolismo basale. Sono attività generiche, non strutturate come camminare, svolgere attività di vita quotidiana. Raccomandazioni forti a livello di numerose società scientifiche riguardano un’attività fisica di almeno 30 minuti al giorno in ottica preventiva e terapeutica per tantissime patologie croniche. L’esercizio strutturato è un tipo di attività in cui si coinvolgono determinati segmenti muscolari contro resistenza. Nei soggetti anziani si raccomandano due sessioni settimanali di esercizio contro resistenza per la conservazione della massa muscolare, della forza e per recuperarle in caso di perdita.
Il Congresso GISMO affronta le seguenti tematiche: corretta alimentazione, vitamina D, dolore muscolo-scheletrico, salute muscolo-scheletrica, “update” nelle procedure diagnostiche delle malattie muscolo-scheletriche, fragilità scheletrica, nuove prospettive terapeutiche nell’osteoporosi, osteobiologia, “cross-talk” dell’apparato muscolo-scheletrico, sarcopenia, Long-Covid e apparato muscolo-scheletrico, nutraceutici, ortesi vertebrali e microbiota intestinale.
Il programma prevede anche letture e simposi nell’ambito delle aree tematiche predette, oltre alla presentazione di studi avviati dal GISMO.
L’iniziativa ha il patrocinio dell’Accademia di Medicina di Torino.