Ruolo protettivo della masticazione sullo sviluppo cognitivo e nelle malattie degenerative
La giornalista Melania Sorbera di Medical Excellence Tv intervista Maria Grazia Piancino, Professore associato in Ortognatodonzia, Università di Torino sul tema “Il ruolo protettivo della masticazione sullo sviluppo cognitivo e nelle malattie degenerative”.
L’incontro è introdotto da Elio Berutti, Professore di Endodonzia e Odontoiatria e da Stefano Carossa, Professore di Odontoiatria e Protesi dentaria, entrambi presso l’Università di Torino.
Il ruolo della masticazione è risultato evidente sia nello sviluppo cognitivo del bambino che nel decadimento cognitivo dell’anziano. Alle “reviews” descrittive dei ricercatori si è aggiunta una ricerca sistematica condotta dal gruppo della professoressa Piancino per chiarire l’argomento.
Conosciamo bene il controllo motorio ma non ci aspettavamo che la masticazione avesse un ruolo così diretto nell’area interessata alle malattie cognitive, l’ippocampo. Si sono studiate tre condizioni sperimentali di alterazione della masticazione, su animali colti nello svezzamento, nello sviluppo e nell’invecchiamento. In ogni condizione, si registra una diminuzione di neuroni, un’alterazione della sinapsi, una diminuzione di brain-derived neurotrophic factor, un’alterazione del trofismo dell’ippocampo. I test comportamentali sugli animali sono risultati in accordo constatando difetti di memoria, disorientamento spazio temporale.
Quanto al rapporto tra malocclusioni e masticazione, Maria Grazia Piancino approfondisce il tema del morso incrociato che colpisce il 20% dei bambini in cura. In particolare, il morso incrociato monolaterale posteriore, su un solo lato nel settore posteriore dedicato alla masticazione, crea una funzione masticatoria asimmetrica, l’attivazione neuromuscolare su un lato, completamente diversa dal lato opposto.
Questa asimmetria funzionale determina una crescita strutturale ossea dei mascellari dell’articolazione del distretto cranico asimmetrica.
Una domanda di Melania Sorbera consente alla professoressa Piancino di “mettere il dito nella piaga”.
Sin dai 4 anni si può attivare una terapia precoce per il morso incrociato ma occorre conoscere bene la fisiologia e la biologia del sistema che vanno rispettate! Nel mondo sono diffuse terapie fisse traumatiche con forze che spaccano la “sutura palatina” che unisce i due lati della mascella superiore ed ha una notevole funzione fisiologica. Si aumentano i diametri ma non si risolve il problema funzionale, si peggiorano le asimmetrie. Gli apparecchi sono chiamati “farfalline”, in realtà sono dei carri armati! L’altro gruppo di apparecchi sono quelli di gomma che non sviluppano forze sufficienti per stimolare una crescita delle ossa dei bambini. Il morso incrociato indica la presenza di un osso superiore che non sta crescendo abbastanza.
Maria Grazia Piancino sottolinea la necessità di apparecchi funzionalizzati che sfruttano la forza muscolare del bambino esercitata durante la deglutizione, correggendo la masticazione subito dopo la correzione dentaria. Sono importanti terapie precoci ma con i mezzi adeguati ai bambini che stanno crescendo.
La masticazione ha influenza anche nel decadimento cognitivo dell’anziano.
Queste due estremità dell’esistenza si assomigliano! Il mondo odontoiatrico è consapevole da tempo che la carenza di denti o problematiche protesiche portano ad un decadimento cognitivo più veloce e più importante rispetto alla popolazione di pari età. Studi clinici avevano bisogno di una dimostrazione oggettiva sull’animale. La masticazione stimola la formazione di nuovi neuroni (neurogenesi) nell’ippocampo, la zona del cervello devastata da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Questi pazienti portatori di Alzheimer hanno in media 20 denti in meno e nei soggetti in anamnesi si può evidenziare un episodio drammatico in cui hanno perso tutti i denti in età precoce.
La prof.ssa Piancino parla di “frecce in più al nostro arco della prevenzione”.
È importante mantenere lo stimolo neurogenetico, la formazione di nuovi neuroni durante tutte le età. Sin dallo svezzamento, la dieta deve essere caratterizzata da alimenti consistenti (verdure crude, carne). Nell’adolescenza ha un ruolo protettivo dalle dipendenze, dallo sviluppo di malattie psichiatriche.
Prof.ssa Maria Grazia Piancino