Struttura della fovea centralis
A livello della fovea centralis e della papilla ottica, la retina presenta una struttura del tutto particolare.
La fovea centralis è un’area circolare del diametro di 1,5 mm in cui la retina è notevolmente sottile; dei fotorecettori sono presenti soltanto le cellule dei coni, che divengono particolarmente alte e allungate e, quindi, si fanno molto numerose. Le cellule nervose degli strati più interni della retina (cellule bipolari, cellule multipolari) e i loro prolungamenti si dispongono obliquamente con direzione eccentrica, per andare a sommarsi, verso il margine della fovea, a quelle proprie di questa zona e determinare la caratteristica rilevatezza del bordo. Oltre il bordo della fovea, nella regione della macula, si ritrovano invece tutti gli strati della retina che nella fovea erano assenti e cominciano a comparire le cellule dei bastoncelli. Caratteristico della regione della fovea è il rapporto numerico che si stabilisce fra i fotorecettori e gli altri neuroni retinici: un fotorecettore (cellula del cono) contrae rapporto sinaptico con una sola cellula bipolare e questa con una sola cellula multipolare. Si formano così peculiari catene retiniche nelle quali il neurite di ciascuna cellula multipolare, ossia la fibra ottica, trasporta lo stimolo proveniente da un solo fotorecettore. Per tali dispositivi, due punti voluminosi che abbiano colpito due cellule dei coni contigue danno origine a due distinti segnali diretti ai centri nervosi e quindi alla loro visione distinta e separata. La fovea centralis prende perciò il nome di zona della visione distinta. I limiti a potere di separazione della fovea dipendono, in ultima analisi, dalle dimensione dei fotorecettori; in effetti, in funzione di realizzare la massima efficienza possibile, le cellule dei coni, situate al centro della fovea e per un’area circolare di 200 mm, sono particolarmente alte e sottili, e quindi più numerosi nella zona circostante. Al di fuori della fovea il rapporto tra fotorecettori, cellule bipolari e cellule multipolari varia aumentando notevolmente il numero di fotorecettori che scaricano, attraverso associazioni più o meno complesse, su un’unica cellula multipolare. Ciò risulta di semplice comprensione se si tiene conto del numero complessivo dei fotorecettori e di quello delle cellule multipolari: i primi sono oltre 100 milioni, le seconde sono soltanto 1 milione. Il valore teorico medio del rapporto è quindi di 100:1. Al di fuori della fovea decade pertanto il potere discriminativo delle strutture, mentre si realizzano invece dispositivi che attuano la convergenza degli stimoli provenienti da numerosi fotorecettori su una sola cellula multipolare, con l’integrazione delle cellule di associazione.
Articolo creato il 16 settembre 2012.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.