Bulbo (o midollo allungato od oblongata)
Il bulbo (o midollo allungato od oblongata), primo segmento dell’encefalo, origina embriologicamente dalla vescicola mielencefalica ed è compreso tra il midollo spinale in basso, il ponte in alto e il cervelletto in dietro.
Privato dei suoi involucri meningei, il bulbo si presenta come una formazione biancastra, a forma di tronco di cono, leggermente appiattito dall’avanti in dietro, in modo da risultare pressoché quadrangolare. La lunghezza media del bulbo è di 30 mm e il suo diametro trasverso varia da 10-12 mm in basso a 22-25 mm in alto; lo spessore è di 14 mm. L’apice tronco del bulbo continua in basso con il primo neuromero cervicale del midollo spinale, in un tratto denominato colletto del bulbo che rappresenta la sua porzione più ristretta. I limiti fra bulbo e midollo spinale sono convenzionalmente segnati da un piano trasversale passante tra l’emergenza delle ultime radicole del nervo ipoglosso (XII paio dei nervi encefalici) e le radicole del 1° nervo cervicale (I nervo spinale). In alto, la base del bulbo è invece ben delineata; anteriormente, infatti, è separata dal ponte mediante il solco bulbo-pontino, mentre posteriormente ne è disgiunta da una linea ideale che unisce gli angoli laterali del IV ventricolo. In corrispondenza della porzione superiore della faccia posteriore del bulbo, i cordoni posteriori del midollo, divergendo in alto e lateralmente, si allontanano fra loro; affiora pertanto in superficie il canale centrale che, dilatandosi, continua nel pavimento del IV ventricolo (fossa romboidale). A questo livello, quindi, la parete posteriore (o tetto) del canale centrale è rappresentata da una membrana estremamente sottile, la membrana tettoria che viene rinforzata dalla tela corioidea inferiore. Perforando la membrana tettoria si raggiunge il pavimento del IV ventricolo che è costituito, in questa regione, dalla faccia posteriore del bulbo.
Il midollo allungato è per la gran parte contenuto nella cavità del cranio, in rapporto anteriormente con il corpo dell’osso occipitale e posteriormente con il cervelletto, tramite l’interposizione del IV ventricolo. Poiché il bulbo oltrepassa inferiormente il foro occipitale, esso viene a sporgere per brevissimo tratto entro il canale vertebrale, raggiungendo in avanti l’apice del dente dell’epistrofeo e in dietro la membrana occipito-atlantoidea posteriore.
Il limite superiore del bulbo corrisponde, sullo scheletro, al terzo inferiore del clivo stesso.
Il limite inferiore si presenta in corrispondenza del margine superiore dell’atlante.
La faccia anteriore del bulbo corrisponde al clivo dell’occipitale e, più in basso, al dente dell’epistrofeo, al legamento trasverso dell’atlante e al legamento atlooccipitale anteriore.
La faccia posteriore del bulbo è rivolta invece verso l’arco posteriore dell’atlante e verso la semicirconferenza posteriore del foro occipitale, che è unita dall’arco posteriore dell’atlante per mezzo della membrana atlooccipitale. Questa membrana, larga in media 25 mm e lunga 8 mm, si presenta, a testa estesa, quasi orizzontale. Le varie formazioni ossee e legamentose sono ricoperte, sul loro versante interno, dalla dura madre spinale che continua, in alto, con la dura madre encefalica. Meno spessa a livello del midollo spinale, essa è saldamente applicata al bulbo per la presenza esercitata dal connettivo vascolare. L’aracnoide segue la disposizione della dura madre; pertanto essa circonda la faccia antero-laterale del bulbo aderendovi, mentre a livello della faccia posteriore passa direttamente dalla faccia inferiore del cervelletto sul bulbo, tenendosi a distanza della pia madre. Si viene così a costruire un esteso diverticolo dello spazio subaracnoidale, la cisterna cerebello-midollare (o grande cisterna), che si prolunga tra i due foglietti della tela corioidea e comunica con la cavità del IV ventricolo attraverso le aperture mediana e laterali (fori di Magendie e di Lushka).
Nel bulbo si descrivono una faccia anteriore (o antero-laterale) ed una posteriore.
La faccia anteriore (o antero-laterale) del bulbo, sormontata dal rilievo pontino, presenta sulla linea mediana la fessura mediana anteriore, continuazione di quella del midollo spinale. Nella regione inferiore del bulbo, il fondo della fessura mediana anteriore è occupato dall’incrociamento delle fibre motrici della via piramidale (fascio cortico-spinale) che forma la cosiddetta decussazione delle piramidi. Dopo questa apparente interruzione, il solco diviene nuovamente profondo e termina, in corrispondenza della parte centrale del solco bulbo-pontino, a livello del forame cieco (di Vicq d’Azyr). Lateralmente alla fessura mediana anteriore si osservano due rilievi cordoniformi, longitudinali e paralleli, le piramidi, che sono in apparente continuità con il cordone anteriore del midollo spinale e si allargano un poco dal basso verso l’alto; la decussazione delle vie piramidali le fa risultare convergenti in basso, mentre in alto esse appaiono alquanto distanti tra loro. Al di sopra delle piramidi si vede emergere il nervo abducente (VI paio dei nervi encefalici). Lateralmente alle piramidi si osserva, da ciascun lato, un solco (solco laterale anteriore) dal quale emergono 10-15 fascetti di fibre radicolari del nervo ipoglosso (XII paio dei nervi encefalici). Questo solco si trova tra la piramide del bulbo e una formazione laterale rilevata che prende il nome di oliva bulbare e viene perciò denominato solco preolivare. L’oliva è delimitata in dietro dal solco retroolivare; la piccola porzione di cordone laterale che a questo fa seguito separa l’oliva dal solco laterale posteriore dove emergono i nervi misti encefalici (solco dei nervi misti). Il solco dei nervi misti continua, in alto, il solco laterale posteriore del midollo spinale; le radici dei nervi misti che vi trovano emergenza sono, procedendo dall’alto verso il basso, quelle dei nervi glossofaringeo, vago e accessorio (IX, X e XI paio dei nervi encefalici). Talvolta, nel fondo del tratto inferiore del solco dei nervi misti, si nota una piccola eminenza, il tubercolo cinereo (di Rolando) (o nucleo gelatinoso) che corrisponde alla testa del corno posteriore. Ancor più lateralmente si osserva, in ciascun antimero, l’origine del peduncolo cerebellare inferiore (o corpo restiforme) che segna il limite postero-laterale della faccia antero-laterale del bulbo e connette il bulbo stesso al cervelletto. Infine, in vicinanza della fossetta laterale del bulbo, al di sopra del corpo restiforme, si trova, nella fossetta retrolivare, l’emergenza della radice vestibolare del nervo statoacustico (VIII paio dei nervi encefalici); la radice cocleare di questo stesso nervo si vede un poco più lateralmente, verso il corpo restiforme. Subito medialmente all’origine del nervo statoacustico, c’è l’origine apparente del nervo faciale (VII paio dei nervi encefalici), il quale è scomposto nel nervo intermedio (di Wrisberg), che è laterale, e nel nervo faciale propriamente detto, che è mediale.
La faccia antero-laterale è percorsa dalle fibre arciformi esterne; sono fascetti di fibre nervose, arcuati a concavità superiore, che fuoriescono dalla fessura mediana anteriore, passano sotto l’oliva e raggiungono la faccia posteriore del midollo allungato dove si uniscono al peduncolo cerebellare inferiore.
La faccia posteriore del bulbo presenta una superficie inferiore (o libera o extraventricolare) e una superficie superiore (o ventricolare) che entra nella costituzione del pavimento del IV ventricolo.
- La superficie extraventricolare del midollo allungato è percorsa longitudinalmente, lungo la linea mediana, dal solco mediano posteriore e presenta sui lati i cordoni posteriori, prosecuzione dei cordoni posteriori del midollo spinale. Ciascun cordone posteriore è solcato verticalmente dal solco intermedio posteriore che segna il confine tra la sua parte mediale, spettante al fascicolo gracile (di Goll), e quella laterale, pertinente al fascicolo cuneato (di Burdach). All’estremità superiore del fascicolo gracile vi è un rilevo, la clava, ed a quella del fascicolo cuneato un altro rilievo, il tubercolo cuneato (nucleo del fascicolo cuneato di Burdach).
Le due clave, destra e sinistra, in alto si allontanano un poco tra di loro; rimangono tuttavia congiunte da una sottile lamella grigia, l’obex, che circoscrive posteriormente l’orifizio di apertura del canale centrale del midollo spinale nel IV ventricolo e che rappresenta l’estremità superiore della commessura grigia del midollo spinale.
Più in alto, la piramide posteriore del bulbo ripiega in fuori per perdersi sul margine inferiore del IV ventricolo. Il corpo restiforme, localizzato lateralmente alla piramide posteriore, ripiegando in fuori, costituisce il margine inferiore del IV ventricolo; in questo tratto esso non contiene più il fascicolo cuneato ma accoglie le fibre del fascio spino-cerebellare dorsale (di Flechsig). Il suo incontro con il recesso laterale del IV ventricolo (recesso ventricolare di Lushka) e con il nervo cocleare (VIII paio dei nervi encefalici) segna la fine della sua porzione bulbare e l’inizio del vero e proprio peduncolo cerebellare inferiore.
- La superficie ventricolare del midollo allungato è osservabile solo dopo resezione dei peduncoli cerebellari inferiori e medi e dopo asportazione della membrana tettoria. Essa è la zona affondata che è compresa tra i due peduncoli cerebellari inferiori; rappresenta la parte inferiore del pavimento del IV ventricolo, essendone la parte superiore costituita dalla faccia posteriore del ponte.
La superficie ventricolare del bulbo ha la forma di triangolo ad apice inferiore. È percorsa longitudinalmente, nel mezzo, dal solco mediano del pavimento del IV ventricolo (o stelo del calamo scrittorio). Da ciascun lato di tale solco, procedendo in senso medio-laterale, presenta dapprima un rilievo triangolare a base superiore, che è denominato ala bianca interna (o trigono dell’ipoglosso), poi una depressione triangolare a base inferiore, che per il suo colorito è chiamata ala cinerea, infine un rilievo triangolare a base superiore, detto ala bianca esterna.