Vena basilica
La vena basilica origina dalla confluenza della 4a vena metacarpale dorsale, della vena salvatella e di rami venosi della eminenza ipotenar; decorre dapprima sulla faccia dorsale dell’avambraccio dal lato ulnare e quindi si porta, risalendo sulla faccia volare dirigendosi verso la piega del gomito. Qui riceve la vena mediana del gomito, ramo della vena cefalica, e s’impegna nel solco bicipitale mediale del braccio che percorre fino al terzo medio dove si approfonda, perfora la fascia brachiale e sbocca nella vena brachiale mediale.
Riceve nel suo decorso rami venosi cutanei dalle facce volare e dorsale dell’avambraccio e dalla faccia mediale del braccio. Ha rapporti con il nervo cutaneo mediale dell’avambraccio. Comunica con la vena cefalica attraverso i rami che compongono la rete venosa superficiale dell’avambraccio, tanto sulla faccia dorsale quanto su quella volare e, attraverso rami perforanti, con le vene brachiali.
Diconsi vene mediane dell’avambraccio i rami venosi ad andamento longitudinale che decorrono nella faccia volare tra la vena cefalica e la vena basilica. Sono assai variabili e terminano per lo più nella vena mediana del gomito e nella vena basilica, più raramente nella vena cefalica.
Della morfologia delle vene superficiali nella regione della piega del gomito, che è alquanto variabile, si è data una descrizione corrispondente al tipo di più frequente riscontro, raffigurato nello schema b. Altre volte il disegno venoso è diverso; assai frequente è quello rappresentato nello schema a: una vena mediana dell’avambraccio si biforca dando luogo a una vena mediana cefalica e a una vena mediana basilica spesso di calibro differente, le quali, percorrendo il tratto iniziale della V disegnata dai solchi bicipitali, raggiungono le vene di rispettiva destinazione.
Articolo creato il 26 agosto 2011.
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