Indice terapeutico e margine di sicurezza
Per veleno o tossico, s’intende un farmaco o una sostanza che si può comportare come tossico fino a causare la morte in un soggetto sano o ammalato.
Tutti i farmaci sono veleni; ciò che li differenzia è la dose utilizzata.
Prima di commercializzare un farmaco è necessario valutare l’indice terapeutico (IT) dato dal rapporto tra dose letale 50 (DL50) e la dose efficace 50 (DE50): IT = DL50 / DE50.
La DL50 è quella dose che somministrata in un lotto di animali statisticamente significativo come numero porta alla morte del 50% della popolazione.
La DE50 è quella dose che somministrata in un lotto di animali statisticamente significativo come numero determina un effetto ben standardizzato di positività del farmaco nel 50% della popolazione.
Tale indice rende l’idea della maneggevolezza del farmaco: se per una sostanza la DL50 è 10 e la DE50 è 5, l’IT sarà 2; ciò significa che raddoppiando la dose efficace di quel farmaco si avrà una quantità che porta a morte e perciò un simile farmaco è molto pericoloso.
Se i valori fossero stati rispettivamente 1000 e 5, l’IT sarebbe 200 e quindi bisognerebbe aumentare di 200 volte la dose efficace prima di raggiungere la dose che porterebbe a morte.
Se l’IT = 1, la sostanza è veleno in quanto dose efficace e dose letale coincidono.
Se l’IT = 10, la sostanza può causare qualche reazione avversa che però è sopportabile.
Se l’IT = 1000, il farmaco non desta preoccupazioni.
In conclusione, sono migliori i farmaci ad alto indice terapeutico. Tra questi ci sono gli antibiotici, mentre i glucosidi cardiaci sono a basso IT.
Soprattutto per i farmaci a basso IT, come la digitale (IT = 3), è importante considerare se i meccanismi di metabolizzazione ed eliminazione sono efficienti. In condizioni normali, infatti, l’andamento della concentrazione di un farmaco è ondulatorio: man mano che passa il tempo dalla somministrazione, questa scende fino ad un certo punto quando, somministrata un’altra dose di farmaco, ricomincia a risalire.
Se i sistemi di metabolizzazione ed eliminazione non sono efficienti, come succede facilmente negli anziani, in seguito a ripetute somministrazioni di farmaco, la concentrazione dello stesso tende ad aumentare e così, se si è di fronte ad un farmaco con IT basso, facilmente potrà essere raggiunta la dose letale o comunque una dose che determinerà reazioni avverse. Nel caso della digitale, si avrà polso bigemino (aritmia caratterizzata dall’alternanza costante di una sistole con un’extrasistole), vomito, fino alla morte.
Per questi motivi, nel caso di somministrazione di farmaci poco maneggevoli è utile eseguire il monitoraggio terapeutico che consiste nel controllare giorno per giorno la quantità di sostanza presente nel sangue e di somministrare una nuova dose solo in caso sia avvenuta una riduzione della concentrazione ematica della dose precedente. Questo tipo di monitoraggio è eseguito, per esempio, quando si somministrano antineoplastici (farmaci particolari dato che, nonostante la loro tossicità, devono essere somministrati a dosi le più alte possibili).
Un altro indice utile è il margine di sicurezza. Considerando il grafico della curva dose/effetto e dose/morte, la distanza delle curve ai valori al 50% rappresenta l’IT mentre la distanza tra DE99 e DL1 mi darà il limite di sicurezza; maggiore è la differenza dei 2 valori più il farmaco è sicuro.
Considerando due farmaci che abbiano lo stesso effetto e paragonando le loro DE50, è possibile capire qual è il farmaco più potente. Il farmaco che a minor quantità di dose raggiungerà prima uno stesso effetto è il più potente. Per efficacia, invece, s’intende il farmaco che riesce a raggiungere la maggior quantità d’effetto. Ad esempio, l’aspirina è usata per dolori non troppo importanti; la morfina invece ha un’intensità d’effetto con un indice terapeutico diverso da quello dell’aspirina. Se si usa l’aspirina, pur aumentando il dosaggio non si arriverà mai all’intensità dell’effetto della morfina.
Articolo creato il 22 febbraio 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.